La valutazione tecnica delle piastrellature di ceramica:problemi di CONFORMITA'
Valutazione problematica "conformità" piastrelle ceramiche
Continuiamo il percorso di identificazione ed analisi di problematiche talora riscontrate in piastrellature ceramiche, seguendo la metodologia individuata nell’articolo “La valutazione tecnica delle piastrellature di ceramica ed il contributo del manuale del Centro Ceramico”.
Introduciamo ora una categoria di problematiche delle piastrellature di ceramica che definiremo “problematiche di conformità”. Tali problematiche insorgono, ad esempio:
• quando la piastrellatura è ritenuta “non conforme” alle promesse del fornitore ed alle aspettative dell’utilizzatore/committente;
• o quando è riconosciuta “non conforme” ai requisiti specificati nella sez. 5 della norma UNI 11493-1: ad esempio, ai requisiti di regolarità dimensionale, relativi ad esempio alla planarità della superficie di esercizio, alla presenza di dislivelli o gradini fra piastrelle adiacenti, etc.;
• quando le piastrelle sono ritenute difettose prima ancora che la piastrellatura sia messa in esercizio.
Una caratteristica comune – ed anche un carattere distintivo - di tutte le problematiche di conformità è la loro comparsa, la loro percezione: sempre prima che la piastrellatura sia avviata all’esercizio. Per contro, qualunque effetto comparso anche precocemente, ma dopo un certo (seppur breve) periodo di esercizio della piastrellatura, va inquadrato nelle problematiche di durabilità, delle quali si parlerà successivamente, e non in quelle di conformità.
Riportiamo nel seguito tre schede, ciascuna relativa ad una specifica problematica di conformità. Ciascuna scheda è suddivisa in tre parti.
• La parte 1 – “Descrizione” fornisce una guida a riconoscere la problematica e ad identificarne gli aspetti salienti.
• La parte 2 – “Diagnosi” propone un elenco di tematiche afferenti alla progettazione, all’installazione ed all’uso e manutenzione, potenzialmente rilevanti per l’interpretazione della problematica.
• La parte 3 . “Le cause” guida il lettore ad individuare la causa o le cause cui la problematica esaminata può con maggiore probabilità essere ricondotta.
SCHEDA n.1 - IRREGOLARITA’ DI ASPETTO E DIMENSIONI
Le problematiche di questo tipo consistono in scostamenti dalla planarità; disuniformità ed irregolarità di ampiezza e percorso delle fughe; dislivelli fra piastrelle adiacenti; presenza di effetti superficiali; etc. Possiamo parlare di problemi di conformità in quanto la norma UNI11493-1, Sez. 5 tratta proprio dei criteri e dei requisiti di qualità delle piastrellature riferiti a caratteristiche dimensionali e di aspetto cui le piastrellature devono essere conformi. Occorre pertanto procedere all’accertamento iniziale della conformità o non conformità della piastrellatura, mediante esecuzione delle misure e valutazioni prescritte in UNI 11493-1 Sez.5. Interessanti sono le problematiche di aspetto, la presenza cioè di effetti superficiali che il committente considera difetti.
DIAGNOSI
Ecco gli aspetti più rilevanti dal punto di vista diagnostico.
Supporto della piastrellatura – Nel caso di posa con adesivi, la regolarità del supporto è fondamentale. Il supporto potrà essere verificato caso per caso, a volte con tecniche distruttive, altre facendo ricorso a prove testimoniali;
Le piastrelle di ceramica - Le piastrellature di grande formato ed eventualmente basso spessore necessitano di supporto adeguato; verificare conformità del lotto di piastrelle coinvolto rispetto alle tolleranze di norma ed ai requisiti di aspetto.
Altri materiali costituenti la piastrellatura - Fughe e stuccature possono presentare disuniformità strutturale e cromatica. Verificare informazioni ed istruzioni dei rispettivi produttori. Effettuare esame accurato dell’effetto superficiale lamentato, verificare eventuali relazioni causa/effetto tra disuniformità delle fughe e mancata rimozione dei distanziatori.
La tecnica di posa – Posa con adesivo direttamente su supporto senza strato di livellamento. Se ritenuto utile, effettuare prove stratigrafiche distruttive e/o prove testimoniali per accertare la tecnica di posa.
Il disegno di posa – Possibili aspetti critici e/o fattori di rischio (ad esempio la richiesta di posa con fughe strette e sfalsate, specialmente nel caso di piastrelle di grande formato e/o formato allungato può rendere maggiormente evidenti eventuali scostamenti dimensionali anche entro le tolleranze di norma).
La posa – Considerare che il posatore è tenuto a denunciare al committente eventuali difetti palesi dimensionali o di aspetto sia dei materiali che del supporto, inducendolo ad interrompere la posa salvo conferma sotto la responsabilità del committente. Eventuali prove testimoniali relative allo stato del supporto possono servire allo scopo di verificare l’eventuale presenza di difetti palesi. La norma UNI11493-1 suggerisce al posatore l’esecuzione di prove preliminari di disposizione delle piastrelle anche per identificare eventuali problemi di posa.
Uso e manutenzione – Problemi di conformità per le caratteristiche di aspetto possono derivare dalle modalità di pulizia durante e dopo la posa, spesso a cura del committente.
CAUSE
I problemi di conformità descritti possono dipendere dalla qualità dei materiali utilizzati e/o dello stato del supporto o da una insufficiente qualità della progettazione. Due esempi:
1) mancata prescrizione nel progetto di interventi su supporti eccessivamente irregolari per ricevere una piastrellatura posata con adesivo; 2) prescrizione della tecnica di posa a giunto unito.
Anche la posa ha un ruolo importante rispetto alle problematiche descritte. In molti casi si è riscontrato che il posatore viene meno all’obbligo, ora esplicitamente richiamato in UNI 11493-1, di segnalare prima della posa eventuali difetti palesi o non conformità dei materiali e/o del supporto. Ovviamente questa mancanza non modifica le responsabilità del difetto, ma incrementa in misura sostanziale i danni associati alla rimozione della piastrellatura difettosa oggetto di contenzioso ed alla realizzazione di una piastrella tura soddisfacente.
SCHEDA n. 2 - DETERIORAMENTI SUPERFICIALI AL MOMENTO DELLA CONSEGNA
Questo tipo di problema riguarda effetti superficiali (come esiti da abrasione o attacco chimico) che, non presenti sulle piastrelle nuove prima della posa, compaiono dopo l’installazione e prima dell’uso, quindi al momento della consegna.
Prima di procedere alla fase di Diagnosi andrà eseguita sulla piastrellatura la misura di aspetto prescritta in UNI 11493, sez. 5 e solo una volta constatata l’eventuale mancata conformità si procederà con la diagnosi.
DIAGNOSI
Le piastrelle di ceramica possono influire su queste problematiche. – Possibili aspetti critici e/o fattori di rischio sono rappresentati da piastrelle con bassi livelli prestazionali, ad esempio bassa resistenza all’attacco acido, o piastrelle in gres porcellanato levigato o lappato, soprattutto di colore chiaro, abbinate a fughe colorate. In simili casi può insorgere il rischio di formazione di aloni in prossimità delle fughe.
Altri materiali costituenti la piastrellatura - I materiali per stuccatura possono comportare, in funzione di colore e costituzione in rapporto al colore ed alla tessitura superficiale delle piastrelle, rischi di comparsa di effetti indesiderati quali persistenza di residui di stucco, puntinature ed aloni; la norma UNI 11493-1, § 8.6, consiglia al posatore prove preliminari in merito a questo rischio. Occorre poi verificare informazioni ed istruzioni del produttore dei materiali per fughe e degli altri materiali, avendo effettuato un esame accurato dell’effetto superficiale lamentato.
La posa – E’ il fattore chiave in questa problematica, dato che gli effetti ed i problemi superficiali in esame si creano proprio durante la posa. In particolare sono associati alle operazioni di stuccatura, pulizia in corso e dopo posa e protezione delle piastrelle dopo posa. In questo senso occorre adottare precauzioni quali l’utilizzo di detergenti compatibili con la classe di resistenza chimica delle piastrelle. In caso di contenziosola diagnosi deve includere la raccolta diinformazioni e prove testimoniali su: tecniche e procedure adottate dal posatore per la stuccatura e la pulizia; operazioni svolte nell’ambiente di destinazione fra l’installazione della piastrellatura ed il riscontro degli effetti superficiali in esame; protezioni applicate sulla piastrellatura dopo posa).
CAUSE
I problemi di conformità descritti sono fondamentalmente ascrivibili, in gran parte dei casi, ad un carente scambio di informazioni tra le diverse funzioni ed i diversi operatori coinvolti nella realizzazione della piastrellatura.
I materiali, pur singolarmente conformi alle rispettive norme vigenti, possono però essere caratterizzati da limiti prestazionali che devono essere noti al posatore e che gli richiedono di adottare precauzioni operative espressamente finalizzate a prevenire le problematiche qui discusse.
La norma UNI 11493-1, § 4.1.4., prescrive (Appendice A) lo scambio di informazioni fra gli operatori interessati come strumento necessario ad assicurare la conformità delle piastrellature ai requisiti generali e specifici riportati nella sez. 5 della norma stessa.
La norma UNI 11493-1, § 4.1.4., prescrive altresì che “… al posatore sono associate la cura e la protezione dei lavori durante e dopo la posa e fino alla consegna…”. E’ una prescrizione fondata, giustificata dalla frequenza con cui una inadeguata protezione della piastrellatura prima della consegna è fra le cause principali delle problematiche discusse in questa scheda.
SCHEDA n.3 - DIFFORMITA’ DELLA PIASTRELLATURA CONSEGNATA RISPETTO ALLE SCELTE OPERATE DAL COMMITTENTE
Di fronte alla superficie – delle piastrelle da posare, o della piastrellatura dopo posa – il committente rileva che questa non corrisponde, e quindi è diversa, dal campione sul quale egli ha operato la scelta.
A fronte dell’acquisto di un lotto di piastrelle di consistenza quantitativa “nominale” coerente ed adeguata rispetto all’estensione della superficie da rivestire, il committente lamenta una consistenza quantitativa “reale” inferiore e, in particolare, insufficiente per completare la piastrellatura.
Quella ora esemplificata è la problemtica oggetto di questa scheda.
DIAGNOSI
L’ambiente di destinazione e le condizioni di esercizio possono talora rappresentare aspetti critici e/o fattori di rischio ai fini del tema in esame: la percezione di diversi toni o differenze di tono, ad esempio, può cambiare in funzione delle condizioni di illuminazione naturale o artificiale.
Supporto della piastrellatura – La forma della superficie da rivestire è talora significativa: a forme complesse corrisponde in generale una più elevata incidenza di tagli e quindi una maggiore produzione di sfridi, per cui il lotto di piastrelle acquistato potrebbe non essere sufficiente.
Le piastrelle di ceramica rappresentano un fattore di rischio, a causa di loro intrinseche proprietà ed inevitabili comportamenti. Le piastrelle di ceramica presentano infatti, dopo cottura, una tonalità cromatica variabile in misura modesta ma ugualmente visibile. Per prevenirne gli effetti visivi negativi, le piastrelle vengono raggruppate in lotti omogenei per tonalità cromatica. Il tono, in quanto identificativo di un lotto omogeneo, è riportato sulle confezioni e sui documenti di accompagnamento. Nelle generalità dei casi il tono del campione in “sala vendita”, su cui l’acquirente fa la sua scelta, è considerato come parametro indicativo, e non coincide quasi mai con quello del lotto successivamente compravenduto. Il tono del campione in “sala vendita” assume valore vincolante solo a seguito di specifico e documentato accordo tra acquirente e venditore. Per questo sono importanti verifiche di eventuali accordi stipulati tra venditore e committente, nonché sull’eventuale esistenza, nello specifico caso in esame, di campioni o modelli concordati tra acquirente e venditore Nel caso di lotto di piastrelle di ceramica smaltate a tinta unita, e di disponibilità del campione concordato, è possibile effettuare una verifica quantitativa, basata su misure colorimetriche, della sussistenza di eventuali piccole differenze di colore applicando il metodo UNI EN ISO 10545.16 “Piastrelle di ceramica. Determinazione di piccole differenze di colore”. Difformità quantitative: occorre verificare – prima sulle confezioni e sui documenti di trasporto, e successivamente anche mediante prove su un campione rappresentativo del lotto – che: a) la dimensione di fabbricazione del lotto in esame sia stata fissata dal produttore in modo da non differire dalla dimensione nominale oltre le tolleranze specificate in UNI EN14411 - ± 2% con un massimo di 5 mm; b) le dimensioni reali delle piastrelle del lotto siano conformi alle tolleranze stabilite nella medesima norma).
Al disegno di posa sono ascrivibili taluni aspetti critici e/o fattori di rischio: alcuni disegni di posa comportano un incremento di tagli e, conseguentemente degli sfridi. Ad esempio la posa in diagonale rispetto a quella in parallelo; un disegno di posa complesso basato sulla combinazione di molti formati ecc.).
La posa -le eventuali difformità tra materiale da posare e campione concordato sono con ogni probabilità effetti palesi, anche se, come sopra richiamato, potrebbero dipendere da particolari condizioni di illuminazione e quindi diventare apprezzabili solo dopo la posa. Il posatore deve comunque essere informato dal committente dell’esistenza di un eventuale campione e dunque della necessità di compiere specifiche verifiche di conformità al campione stesso prima della posa. Difformità di tono potrebbero anche derivare da pulizia inadeguata o anche da mancata protezione della piastrellatura dopo la posa).
Uso e manutenzione – A proposito della pulizia/trattamento dopo posa, si ricorda che un trattamento eccessivamente blando e quindi presumibilmente incompleto, così come un trattamento eccessivamente aggressivo dal punto di vista chimico e meccanico, potrebbero comportare rischi consistenti di modifica di aspetto in generale, e di tonalità cromatica in particolare.
CAUSE
Difformità qualitative
Anche se tali difformità sono riconducibili essenzialmente al lotto di piastrelle compravenduto, le esperienze raccolte pongono l’attenzione sul ruolo determinante della comunicazione e pattuizione fra acquirente e venditore del medesimo lotto. La regola comunemente adottata è che il tono del campione “in sala mostra” sia da considerarsi indicativo, e che dunque il venditore sia autorizzato a consegnare un lotto omogeneo anche di diverso tono. Se l’acquirente è interessato ad avere proprio il tono osservato in sala mostra, o comunque un tono specifico, la sua richiesta deve essere esplicita, e compresa ed accettata: dunque, inclusa nel contratto. Per chiarezza ancora maggiore, conviene che sia identificato, raccolto e conservato dall’acquirente un campione di riferimento concordato.
Difformità quantitative
Si sono registrati diversi casi in cui tali difformità sono risultate imputabili all’acquirente, per non avere effettuato (insieme al posatore) al momento dell’ordine, una valutazione adeguata degli sfridi, associati al particolare disegno di posa o alla particolare geometria della superficie da rivestire. In altri casi, seppure non frequenti, si sono riscontrate non conformità del produttore delle piastrelle di ceramica nello specificare una dimensione di fabbricazione inferiore –oltre la tolleranza specificata in UNI EN 14411 – rispetto alla dimensione nominale.
Testi ripresi dal volume: "Giorgio Timellini - Guida alla valutazione tecnica delle piastrellature di ceramica, Ed. Centro Ceramico Bologna, 2014" - Ricerca svolta con il contributo di Confindustria Ceramica e EDI.CER
Per approfondire l’argomento, vai al sito: www.cencerbo.it