Pubblicato dal Centro Studi CNI un report sulle iscrizioni agli Albi aggiornato al 2016. Le regioni meridionali quelle con il maggior numero degli iscritti. In crescita anche la componente femminile che raggiunge il 14%.
Pubblicato dal Centro Studi CNI un report sulle iscrizioni agli Albi aggiornato al 2016. Le regioni meridionali quelle con il maggior numero degli iscritti. In crescita anche la componente femminile che raggiunge il 14%.
I timori di una fuga dall’albo degli ingegneri sembrerebbero per il momento attenuati.
E’ vero che il ritmo di crescita è, negli ultimi due anni, decisamente rallentato, ma è pur vero che anche nel 2016 si registra un aumento, seppur assai lieve del numero di iscritti all’albo degli ingegneri: 238.206, un migliaio in più dei 237.161 registrati lo scorso anno.
Analizzando i dati più nel dettaglio, appare evidente come il risultato positivo sia correlato soprattutto all’incremento di iscritti alla sezione B, dopo un 2015 in cui si era registrato un inatteso e improvviso calo.
E’ pur vero che si tratta comunque di valori molto ridotti rispetto ai colleghi quinquennali (meno di 10mila ingegneri iuniores a fronte dei quasi 230mila iscritti alla sezione A), dato che conferma il pressoché totale disinteresse dei laureati di primo livello verso l’abilitazione professionale.
PER TERRITORIO. La distribuzione territoriale degli ingegneri iscritti all’albo rivela che il maggior numero di iscritti si registra nelle regioni meridionali: quasi il 40% degli iscritti alla sezione A e circa la metà degli iuniores appartengono infatti ad un Ordine provinciale del Sud.
La Lombardia si conferma ancora una volta la regione con il maggior numero di ingegneri iscritti all’albo (complessivamente tra iscritti alla sezione A e iscritti alla sezione B si supera abbondantemente la soglia dei 30 mila iscritti), seguita dal Lazio (27.639 iscritti) e Campania (26.138 iscritti).
All’interno del
Report scaricabile cliccando QUI, le tabelle con i valori suddivisi per Ordine Provinciale.
LE DONNE. Una nota positiva riguarda i dati femminili. Prosegue infatti l’inarrestabile crescita della componente femminile: nel 2016 essa costituisce il 14% degli ingegneri iscritti, laddove nel 2015 era il 13,7%.
La regione più “rosa” si conferma ancora una volta la Sardegna, in cui circa un quarto degli ingegneri è di sesso femminile. Campania, Veneto e Molise risultano, al contrario, le regioni in cui il tasso di presenza maschile è più elevato, arrivando a sfiorare il 90%.
PER SETTORE. Per quanto concerne la distribuzione tra i tre settori dell’albo, civile ed ambientale, industriale e dell’informazione, è bene evidenziare che oltre i due terzi (68,6%) degli ingegneri iscritti alla sezione A, laureatisi con il vecchio ordinamento e iscritti prima dell’avvento della suddivisione in sezioni e settori, hanno optato per l’iscrizione in tutti e tre i settori dell’albo.
Ad oggi sussiste tuttavia ancora un 3,9% di iscritti (nel 2015 era il 6,1%) che, pur avendo la possibilità di iscriversi in tutti e tre i settori, non ha ancora indicato il settore di appartenenza.
I dati relativi agli altri ingegneri di “nuova generazione”, invece, evidenziano, come prevedibile, una indiscutibile preferenza verso il settore civile ed ambientale sia nella sezione A che nella B: tra gli oltre 70mila ingegneri che si sono iscritti ad uno o al massimo a due settori della sezione A , quasi il 71% (circa il 20% se riferito all’intero universo degli ingegneri iscritti a cui andrebbero tuttavia aggiunti quelli iscritti a tutti e tre i settori) appartiene al settore civile ed ambientale, mentre per ciò che riguarda invece la sezione B, dove l’iscrizione è “monosettoriale” (tranne alcuni casi in cui il titolo conseguito permette l’accesso, previo esame, a due settori distinti), la quota di iuniores iscritta al settore civile ed ambientale è pari al 54%.
Si lascia alla lettura del documento per ulteriori approfondimenti presenti sul REPORT.