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Open Source

Una guida tecnica per comprendere i termini e i modi attinenti all’Open Source, cercando di chiarire i concetti e gli aspetti principali dell’Open Source

Con il presente articolo si vuole dare una guida tecnica per comprendere i termini e i modi attinenti all’Open Source, cercando di chiarire i concetti e gli aspetti principali dell’Open Source.
Prima di affrontare il cammino che ci prefiggiamo è opportuno chiarire, il processo di realizzazione di un prodotto atto ad essere eseguito da un computer.
Un programma software, in formato eseguibile, ovvero un insieme di zeri e uni in codice binario che l’unica cosa che un processore può eseguire, se fosse scritto manualmente, direttamente in codici binari, richiederebbe un tempo di sviluppo praticamente infinito e con difficoltà molto elevate.
Sulla base di questa premessa, il codice sorgente è da ritenersi di alto valore commerciale, frutto della creatività umana e quindi ad esso si possono applicare tutte le normative afferenti il “Diritto d’Autore”, pertanto senza l’autorizzazione dell’autore, il sorgente non può essere usato a scopo di lucro.
Aggiungo, che è il SW, sia di base (Sistema Operativo), che applicativo a dare il valore aggiunto all’HW e porto a banalissimo esempio la seguente domanda:
chi acquisterebbe mai un PC senza un programma di office?
Questa riflessione è estremamente importante, perché negli anni 70 chi produceva HW si preoccupava di fornire anche SW di base e di creare partnership con produttori di SW applicativo, per rendere appetibile commercialmente l’HW prodotto (IBM docet).
La rivoluzione ci fu quando IBM e Microsoft misero sul mercato il PC con l’MS-DOS, infatti Microsoft forniva un sistema operativo funzionante su tutto l’HW che fosse BIOS compatibile, per cui costruttori di HW per MS DOS spuntarono come i funghi. Quando l’IBM, resasi conto di avere perso un mercato (un compatibile costava la metà di un IBM originale), tentò la strada del PS/2 e dell’OS/2, investendo in proprio sull’HW e sul SO e fece un clamoroso Flop, nessuno era disposto a cambiare il suo compatibile, ricco di SW, che nel frattempo era stato copiosamente sviluppato, facendo la fortuna degli sviluppatori per MS-DOS, con un oggetto non usabile perchè non c’erano a commercio applicativi.
Oggi, per la sempliciottoneria, con cui le persone si esprimono, si tende a chiamare “Open Source” qualunque programma SW o componente di libreria, che è scaricabile da Internet e che può essere usato gratuitamente, sia per uso personale, sia per uso commerciale.

 

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Francesco Maria Rietti

Professore a Contratto di “Tecnologie del Web”, Università degli studi di Camerino, Fac. Scienze e Tecnologie

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