Professionisti a un euro: per i Consulenti del Lavoro senza paga si viola la legge
Fondazione Studi Consulenti del Lavoro: lavorare per la PA non è una gratificazione tale da giustificare il mancato compenso di un professionista
In merito alle polemiche suscitate dalla recente sentenza 4614/2017 del Consiglio di Stato che ha legittimato un bando di concorso da 1 euro del Comune di Catanzaro per l'affidamento di servizi professionali (redazione piano strutturale della città), è di particolare rilevanza quanto rilevato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
I principali rilievi alla sentenza sono due:
- lavorare per la pubblica amministrazione non è una gratificazione tale da giustificare il mancato compenso di un professionista;
- la possibilità di prevedere un compenso gratuito non può prescindere dalla libera scelta del lavoratore.
La sentenza, secondo la Fondazione, si pone in contrasto con alcune norme fondamentali come l'art.1174 del Codice civile (carattere patrimoniale della prestazione), il d.lgs. 50/2016 - Nuovo Codice Appalti, secondo cui gli appalti sono contratti a titolo oneroso, e la normativa comunitaria (23/2014 e 25/2014), secondo cui "l'onerosità è un elemento indefettibile dei contratti stipulati nell'ambito di un appalto pubblico". Non solo: questa sentenza vilipende il diritto ad una remunerazione dignitosa del lavoro prevista dagli art.35 e 36 della Costituzione.
La Fondazione respinge anche la tesi 'centrale' della sentenza, che giustifica la 'paga a 1 euro' sostenendo che l'onerosità non è esclusivamente garantita dalla corresponsione di somme di denaro, ma può realizzarsi tramite la manifestazione di un vantaggio come ad esempio la cd. sponsorizzazione. Per i Consulenti del Lavoro, nel contratto di sponsorizzazione "il dato patrimoniale è immediatamente apprezzabile", mentre nel bando del Comune di Catanzaro "il ritorno di immagine è solo potenziale e può rappresentare al massimo uno dei motivi per la sottoscrizione del contratto".