Quando il post sisma passa dai colori: le strutture per la messa in sicurezza
Quando il post sisma passa dai colori: le strutture per la messa in sicurezza
Messa in sicurezza "a colori" nel territorio maceratese
Non possiamo ancora parlare di vera e propria ricostruzione perché di fatto, per quanto è stato realizzato finora nelle Marche, siamo ancora ben lontani.
Di ricostruzione se n’è fatta poca, qualche Comune più virtuoso ha demolito e ricostruito, principalmente scuole, ma per quanto riguarda l’edilizia privata, il percorso è ancora lungo.
La maggior parte dei Comuni colpiti dal sisma ha iniziato, ma non ancora concluso, un lungo percorso di messa in sicurezza che, in alcuni casi, interesserà l’intero costruito.
La messa in sicurezza, in prima istanza, riguarda edifici di interesse pubblico, nella maggior parte dei casi si tratta di beni culturali.
Ma se da un lato c’è la consapevolezza che la ricostruzione tarda ad iniziare concretamente, dall’altro è interessante vedere come i nostri paesi si siano “riempiti” di vere e proprie opere d’ingegneria, di colori e materiali che si fondono in maniera sapiente con quello che resta della struttura.
Riportiamo due esempi di colore e tecnica presenti nel territorio Maceratese.
Il giallo
Questa messa in sicurezza è realizzata con profili a doppio T e non scatolari.
La scelta di usare i profili tubolari garantisce una migliore prestazione anche a livello aerodinamico, essi difatti permettono al vento soffiante di passare attraverso, evitando così un ulteriore sovraccarico indotto dalla maggiore superficie esposta al vento.
La forma circolare risulta inoltre maggiormente indicata in quanto sfavorisce l’accumulo di neve sui profili stessi e il conseguente ghiaccio che si potrebbe formare a causa delle precipitazioni e freddi venti frequenti per questa zona geografica.
Le bucature sono inoltre state rinforzate con l’utilizzo di tavole e murali in legno per preservarne la forma e irrigidire le mazzette e gli archi (o architravi) presenti.
Il rosso
Anche in questo caso il problema maggiore è dato dal ribaltamento della facciata ipotizzabile considerando il sistema di puntellatura a contrasto realizzato.
I murali in legno sono posti, come nell’esempio precedente, in orizzontale mentre l’acciaio è utilizzato per gli elementi verticali e per i puntelli inclinati, i quali assorbono la spinta della facciata.
Particolare cura è stata posta a ridosso del fronte; per preservare la sua integrità è stato utilizzato un sistema composto da diverse file di travi lignee opportunamente distanti che lavorano a contrasto con l’edificio.
A causa dell’enorme spinta che si genera ai piedi delle colonne in acciaio, si è deciso di utilizzare dei blocchi di calcestruzzo i quali, oltre a fungere da fondazione al sistema in opera, lo stabilizzano grazie al peso proprio, soddisfacendo così la verifica a ribaltamento della facciata stessa.
Per i danni subiti, anche la sommità della Chiesa è stata messa in sicurezza con lo stesso sistema ma a causa del pericolo di crollo di eventuali macerie ed per evitare che neve o altri eventi atmosferici potessero danneggiare l’interno, la parte superiore è stata confinata all’interno di un volume di lamiera grecata con copertura a doppia falda sorretta da travi in legno (che aggettano dal limite esterno).
Con l’estate ci auguriamo che, oltre a questi colori e a queste imponenti strutture, i nostri centri possano popolarsi di gru, recinzioni di cantiere e di molti caschi gialli…
Articolo a cura della Commissione Giovani Ordine degli Ingegneri di Macerata