Restauro e risanamento: cambio di destinazione d'uso possibile
Manovra Correttiva: un emendamento approvato alla Camera prevede la possibilità che tali interventi consentano di modificare le destinazioni d'uso purché con tali elementi compatibili, nonché conformi a quelle previste dallo strumento urbanistico generale e dai relativi piani attuativi
Importanti novità, per i professionisti tecnici, in merito agli interventi di restauro e risanamento conservativo con conseguente possiblità di cambiare la destinazione d'uso.
L'art. 65-bis della Manovra correttiva (decreto-legge 50/2017), approvata il 1° giugno dalla Camera e ora all'esame del Senato, modifica infatti il comma 1, lettera c), dell'art.3 del D.P.R. 380/01 (Testo unico in materia edilizia), che disciplina la definizione degli interventi edilizi relativi agli “interventi di restauro e di risanamento conservativo.
La modifica prevede che tali interventi - rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità, mediante un insieme sistematico di opere – ne consentano, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, anche il mutamento delle destinazioni d’uso purché con tali elementi compatibili, nonché conformi a quelle previste dallo strumento urbanistico generale e dai relativi piani attuativi.
Nella disciplina vigente, gli “interventi di restauro e di risanamento conservativo" consentono, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, destinazioni d'uso con essi compatibili. Per la norma vigente tali interventi comprendono in particolare il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio.
Restauro e Conservazione
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