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Riforma Previdenziale: cosa cambia

Un anno fa, il Governo Monti emanava il Decreto “Salva Italia” (DL 201/2011).
Con riferimento alle Casse di previdenza dei liberi professionisti, il decreto imponeva una verifica straordinaria dei conti finanziari di lungo periodo: il superamento di uno stress test a 50 anni.
Per Inarcassa la verifica si è tradotta nel passaggio, a partire dal 1° gennaio 2013, al metodo di calcolo contributivo in forma pro rata per assicurare l’equilibrio strutturale dei conti finanziari di lungo periodo.
La scelta è stata quella di disegnare un metodo contributivo “proprio”, che per diversi aspetti si differenzia da quello definito dalla legge 335/1995, riservando spazio agli interventi per la solidarietà e l’equità tra generazioni e che assicura sostenibilità finanziaria a 50 anni.
Sul piano dell’adeguatezza delle prestazioni, la Riforma introduce un pacchetto di misure volto a “sostenere” i livelli delle pensioni. Il pacchetto prevede il mantenimento della pensione minima (con alcuni limiti); la destinazione di parte del contributo integrativo a previdenza; il riconoscimento di un accredito figurativo per le agevolazioni ai giovani.
A questi interventi, si aggiunge anche la possibilità di versare una contribuzione facoltativa aggiuntiva, che costituisce una leva importante, a disposizione degli iscritti, per aumentare in prospettiva la prestazione previdenziale, in linea con le proprie aspettative ed esigenze.