Terremoto in Lombardia – quale lezione? L’evento sismico a Bonate di Sotto del 18 dicembre 2021
Quando gli eventi sismici causano pochi danni agli edifici e soprattutto nessuna vittima hanno un indubbio vantaggio: quello di focalizzare l'attenzione dei cittadini sulla sicurezza del costruito. L'esperienza ci dice che in zone ad alto rischio sismico si utilizzano più 'accorgimenti' cosa che succede in maniera minore nelle altre zone.
Quando gli eventi sismici causano pochi danni agli edifici e soprattutto nessuna vittima hanno un indubbio vantaggio: quello di focalizzare l'attenzione dei cittadini sulla sicurezza del costruito. L'esperienza ci dice che in zone ad alto rischio sismico si utilizzano più 'accorgimenti' cosa che succede in maniera minore nelle altre zone. Per cui un terremoto della stessa magniitudo potrebbe causare più danni, ad esempio, a Milano che a Norcia o Avezzano.
Nell'articolo una analisi dell'evento sismico di sabato 18 dicembre a cura di Ing. Silvia Bonetti – Consigliere ISI- Ingegneria Sismica Italiana.
Terremoti: la fragilità del costruito è maggiore nei territori a basso rischio sismico
In un momento storico in cui l’attenzione è catalizzata in maniera diversificata ma univoca sulla pandemia in atto, un accadimento sismico di rilievo in una zona ad altissima urbanizzazione, ma poco avvezza agli sciami sismici frequenti è senza dubbio una notizia importante, che in un attimo riporta alla ribalta l’urgenza della sicurezza sismica e impone riflessioni circostanziate, anche alla luce della discussione in atto sul prolungamento temporale dei bonus fiscali.
I terremoti, soprattutto quando non lasciano alle spalle lutti e distruzione, presentano un ineluttabile vantaggio: in pochi secondi focalizzano l’attenzione sulla sicurezza del costruito in cui si vive, si lavora. Ci si domanda se le scuole in cui studiano i nostri figli sono sicure o gli ospedali, già sotto stress visto il momento storico, siano anche in grado di affrontare senza ulteriori limitazioni eventuali crisi simiche.
Questo non accade solo in appennino centrale, a Gubbio, a Amatrice, all’Aquila o in zone dove spesso sequenze sismiche moderate non fanno nemmeno notizia, accade anche a Milano, a dimostrazione del fatto che nessun territorio è esente da pericolosità sismica e anche eventi di moderata intensità, per le peculiarità dei siti, presentano caratteristiche di risentimento macrosismico importanti.
L’esperienza rispetto alla analisi di edifici esistenti dimostra come la fragilità del costruito, soprattutto rispetto ad eventi di intensità più bassa ma più frequenti, è tanto maggiore nei territori che storicamente hanno meno risentito di terremoti. Ciò è legato in primis - per gli edifici più vecchi - al mancato sviluppo e l’implementazione nel corso del tempo di tecniche costruttive “antisismiche” o di accorgimenti come la regolarità geometrica o la connessione muraria, mentre per gli edifici più moderni o realizzati di recente, al fatto che in Italia vi è l’obbligo della verifica di un edificio per azioni sismiche su tutto il territorio nazionale solo dall’entrata in vigore dell’OPCM 3274 del 2003. Precedentemente i comuni dichiarati sismici e per cui sussisteva un obbligo di calcolo per azioni sismiche erano un numero limitato ricadenti per lo più in zone a sismicità storica più elevata.
Assistiamo quindi al paradosso per cui un evento di magnitudo moderata, fatte salve le amplificazioni di sito e la profondità degli ipocentri, potrebbe comportare un danneggiamento macrosismico maggiore se localizzato a Milano rispetto al medesimo evento localizzato in zone storicamente sismiche come Avezzano o Norcia.
Se quindi un territorio non presenta peculiarità sismogenetiche importanti, non può e non deve essere esente da politiche di mitigazione del rischio sismico poiché una bassa pericolosità è talvolta associata ad una alta vulnerabilità e per territorio ad alta vocazione produttiva e industriale come le zone della Bergamasca e del Milanese, anche ad un rischio legato all’esposizione, quindi alle eventuali altissime perdite economiche correlate a possibili inagibilità o installazione di eventuali zone rosse.
Il prossimo 31 dicembre 2021 vedrà la scadenza del beneficio fiscale denominato “Sismabonus” elaborato dalla legge finanziaria 2017 e esplicitato nell’allegato A del DM 58 28/02/2017 “Linee guida per la classificazione del rischio sismico”. La crisi pandemica iniziata nel 2020 ha visto però l’innesto su tale edificio normativo del ben più famoso “super sismabonus”, che bypassando l’opportunità di una messa in sicurezza basata su un sistema premiale rispetto ai livelli ottenuti, distribuisce benefici fiscali molto alti non necessariamente correlabili a contenuti minimi di sicurezza raggiunti.
Se quindi è urgente e opportuno mantenere incentivi fiscali che consentano di rendere vantaggiosa la messa in sicurezza sismica secondo determinati criteri, è imprescindibile anche che gli strumenti garantiscano la bontà e l’opportunità degli interventi rispetto ad un reale incremento della classe di rischio di ogni singolo fabbricato. Poiché inoltre l’incremento della sicurezza del costruito deve avere un respiro temporale che si concretizza nel medio e lungo termine, è fondamentale che gli strumenti normativi siano assicuati a durate almeno quinquennali anche in relazione alla complessità degli interventi stessi.
Terremoto di Bonate di Sotto, edifici costruiti secondo normativa non sono a rischio con eventi di questa entità
La storia sismica dei territori tra Milano e Bergamo e della zona Brianzola in particolare è tutto sommata modesta, anche se data l'importanza politica e strategica che la città meneghina ha rivestito e nel corso dei secoli sono molteplici le cronache storiche che riportano eventi sismici, anche collocati altrove risentiti a Milano o nei territori circostanti.
La registrazione di un evento come quello del 18 dicembre 2021 di Mw 3.9 con epicentro a 2 km da Bonate di Sotto, risentito in quasi tutti i territori del milanese, Lecchese, in parte nella Bergamasca, Varesotto, financo al Veneto e all’Emilia non dovrebbe sorprendere. Storicamente, se non è caratteristica di questo territorio essere sede di eventi sismici con magnitudo elevate o sequenze frequenti, è altrettanto vero che il risentimento macrosismico della zona sia importante e che anche eventi lontani come il terremoto di Salò del 2004, i terremoti storici del Garda e -addirittura- il terremoto di Verona del 1117 abbiano avuto un eco importante nella città di Milano.
"L’ anno da Gesu’ nato 1473°, 3° del pontificato di Sisto papa sudetto, et il 33° dello imperio di Federico imperator sopradetto, fu un grandissimo, terremoto a Milano, et in tutte quelle parti che sono fra i due fiumi Tesino et Adda; e fu tanto grande che che niuno di quei tempi si ricordo di aver mai avuto il maggiore, per cui rovinarono moti edificii e pubblici e privati."Stefano Breventano - Trattato del terremoto. Libro Sesto.
La correlazione tra una magnitudo modesta -o una distanza epicentrale importante- e lo scuotimento registrato sul territorio può essere estrapolata dalle peculiarità fisiche (dette forme d’onda) dell’evento registrato. Ciò è dovuto in primis alla natura dei terreni che contraddistinguono macroscopicamente la regione. Già a colpo d’occhio lo studio delle forme d’onda mostra come in direzione nord (verso le Alpi) il risentimento legato alle componenti di spostamento, velocità e accelerazione risulti inferiore rispetto allo stesso dato misurato a parità di distanza epicentrale in direzione sud (indicativamente verso la pianura).
E’ comunque risaputo che il danneggiamento può essere messo in correlazione con l’intensità e soprattutto la magnitudo di un evento sismico solo in termini ampi, essendo la caratterizzazione del macrosismico dipendente in primis dai valori delle accelerazioni, quindi dai contenuti in frequenza della sorgente e del sito che possono determinare importanti incrementi sui valori spettrali.
Il portale ESM Engineering Strong Motion Database fornisce le registrazioni delle componenti di accelerazioni, velocità e spostamento dei principali eventi sismici, per le principali stazioni delle diverse reti sismiche nazionali e internazionali. Già poche ore dopo l’evento di Bonate di Sotto, era possibile scaricare le accelerazioni registrate in prossimità della zona epicentrale e sviluppare quindi le forme d’onda spettrali da confrontare con gli spettri di progetto previsti dalla norma tecnica vigente.
IMMAGINE 3: Registrazioni spettrali stazione BGMO
Il grafico riportato a fianco mostra come nel campo vicino, fatte salve frequenze associate a elementi molto rigidi, le accelerazioni spettrali siano molto al di sotto del target previsto dalle norme vigenti, e che quindi edifici residenziali progettati a noma o comunque messi in sicurezza, non dovrebbero presentare un rischio per eventi di questa entità. E’ dimostrato anche da una recente ricerca (Adriana Pacifico, Eugenio Chioccarelli, Iunio Iervolino) che edifici ricadenti in zone di pericolosità sismica come quella del milanese-lecchese, del bergamasco e della zona di Monza Brianza, quindi in una zona a medio bassa pericolosità (le zone 3 e 4 dell’OPCM 3274 del 2003), se rispondenti alle norme tecniche attuali, sono in grado di rispondere anche ad eventi con maggior intensità in modo adeguato, garantendo la salvaguardia della vita umana e la conservazione del costruito.
IMMAGINE 4: Spettri di risposta elastici attesi a Bonate di Sotto P10% in 50 anni
L’evento del 18 dicembre, registrato in una zona ad alta densità abitativa e produttiva ha dimostrato ancora una volta che i terremoti avvengono anche in siti a bassa pericolosità e che l’amplificazione sismica locale per le peculiarità sismogenetiche del nostro territorio è la vera misura degli effetti del terremoto sul costruito e quindi rischio.
Mettere in sicurezza le nostre con le tecnologie attualmente disponibili sul mercato è possibile e il combinato disposto normativo è anche estremante favorevole in questo periodo viste le facilitazioni fiscali in gioco. La sicurezza di strutture e infrastrutture non può essere lasciata al caso e non va procrastinata ulteriormente poiché ancora una volta il tempo ha dimostrato che nessuna zona è esente da eventi sismici anche di media intensità e che quindi la prevenzione rimane l’unica via percorribile in ambito di sicurezza sismica.