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Un comune affida il PUG al Politecnico: interviene Ordine Ingegneri di Bari

L’affidamento da parte del comune di Bitonto del Piano Urbanistico Generale rischia di diventare un caso nazionale.

La giunta ha affidato la redazione del PUG al Politecnico di Bari per 35 mila euro. Un affidamento diretto senza bando di gara, che, sia pur previsto dalla normativa, ha sollecitato l’intervento dell’Ordine degli Architetti di Bari che, citando anche una sentenza del Consiglio di Stato, ha chiesto all’amministrazione comunale di rivedere la procedura.
Dopo i malumori dell’Ordine degli Architetti di Bari è intervenuto anche l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bari con una lettera inviata al sindaco Michele Abbaticchio, al Rettore del Politecnico di Bari e al Direttore del DICAR.

Molte le “illegittimità” riscontrate dall’Ordine professionale. A partire proprio dalla categoria 11 in cui il Comune ha inscritto l’affidamento.

“Le prestazioni affidate rientrano pacificamente nei «Servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria, anche integrata; servizi attinenti all'urbanistica e alla paesaggistica; servizi affini di consulenza scientifica e tecnica; servizi di sperimentazione tecnica e analisi» - si legge nella nota - sicché risulta disattesa la disciplina che regola gli affidamenti dei servizi di architettura e di ingegneria, ancor più perché il servizio (nella specie viene in questione l'attività di redazione del Piano Urbanistico Generale a i sensi della LR 20/2001) si presenta artificiosamente frazionato al fine di rimanere sotto la soglia di € 40.000,00”.

Attraverso la delimitazione alla consulenza per la predisposizione del solo DPP, “a cui la LR 20/2001 non assegna alcuna autonoma valenza giuridica, sia sul piano degli effetti conformativi della proprietà, che da altri punti di vista”, infatti, l’importo della prestazione è stimato a 35.000 euro oltre iva, “a fronte di una spesa complessivamente stimata in circa 160.000 euro per la redazione del PUG di Bitonto”.

“E quand'anche, per mera ipotesi speculativa, si trattasse davvero di «Servizi di consulenza gestionale e affini» di cui al numero 11 su citato – continua -, si tratterebbe comunque di affidamento di servizi e/o «attività economicamente contendibili» in astratto da professionisti iscritti agli albi degli ingegneri(e degli architetti)” che avrebbero reso comunque necessarie le procedure dievidenza pubblica pertinenti, non effettuate da Palazzo Gentile.

“Infine, ma non per ultimo, sebbene la più recente giurisprudenza comunitaria e nazionale abbia chiarito che anche le Università possono - in linea di principio - partecipare, in veste di "operatori economici", a procedure di affidamento di appalti di servizi per fornire prestazioni di ricerca e consulenza a enti pubblici o privati, è del pari rilevante segnalare che tanto resta condizionato alla verifica che tale attività non comprometta la loro funzione didattica; condizione che viene garantita - secondo un recente avviso di ANAC (parere n. 116 del 24 giugno 2015) - dalla incompatibilità con l'attività libero professionale di cui all'art. 90 d.lgs. 163/2006 del professionista docente universitario a tempo pieno”.

Proprio per questo “si pone perlomeno una duplice esigenza di verifica - sia da parte dell'Ordine professionale che in capo al Politecnico - sul rispetto della disciplina di deontologia, professionale, per un verso, universitaria, per altro verso”.

"A ciò si aggiunga, inoltre, che la partecipazione a gare d'appalto o l'affidamento diretto di incarichi ai Dipartimenti universitari, godendo gli stessi di finanziamenti pubblici, consentirebbero loro di formulare offerte o di chiedere corrispettivi anticoncorrenziali, sì da alterare il libero gioco della concorrenza nel mercato”.

“È compito precipuo dello scrivente Ordine professionale prendere partito in ordine ad una serie di pratiche anti concorrenziali volte a favorire, in violazione delle regole in materia di affidamento di appalti pubblici di servizi attinenti la architettura e l'ingegneria, alcuni Dipartimenti del Politecnico di Bari (nel caso di specie il DICAR) con contestuale sottrazione ai propri rappresentati appartenenti all'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari di un'opportunità di mercato che le norme sull'evidenza pubblica avrebbero invece garantito”.

“Si invita, per quanto sopra, l'Amministrazione del Comune di Bitonto a voler disporre l'annullamento della procedura in oggetto e la risoluzione della sottesa convenzione con il DICAR per renderla rispettosa della normativa vigente oltre che per ripristinare il corretto assetto concorrenziale violato” è la chiosa della lettera dell’Ordine, che chiede anche al Politecnico di Bari, in persona del Magnifico Rettore, e al DICAR di Bari, in persona del suo Direttore di “disporre ogni opportuno e doveroso provvedimento e iniziativa per ripristinare la legittimità della attività violata oltre che a voler vigilare sul pieno rispetto della normativa sullo statuto dei docenti universitari impiegati nella attività dedotta in convenzione con il Comune di Bitonto e con le altre Amministrazioni con cui il DICAR ha stipulato analoghe convenzioni per l'espletamento di servizi di architettura e di ingegneria secondo la fattispecie canonizzata nel Codice dei contratti pubblici”.