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Rapporto GREENITALY 2014: la RIQUALIFICAZIONE rilancia il SETTORE EDILIZIO

Meno costruzioni e più ristrutturazioni: è questa la tendenza dell’edilizia italiana che cerca di agganciare la ripresa puntando sulla riqualificazione energetica del patrimonio esistente,

Il 66,9% dell’intero fatturato dell’edilizia è derivato dalla riqualificazione. Ecco quello che emerge dal recente rapporto GreenItaly di Unioncamere e Symbola:

“Meno costruzioni e più ristrutturazioni: è questa la tendenza dell’edilizia italiana che cerca di agganciare la ripresa puntando sulla riqualificazione energetica del patrimonio esistente. La crisi economica, che ha particolarmente colpito il settore, e la contemporanea crisi climatica, insieme alla trasformazione delle città e all’emergere di nuovi stili di vita, impongono oggi un ripensamento radicale, mettendo al centro la rigenerazione urbana e territoriale. Come dimostrano le esperienze di altri Paesi e alcuni casi italiani, si tratta di un ambito in cui l’azione congiunta di pubblico e privato può sviluppare vantaggi economici e sociali di assoluta rilevanza.

Riqualificare vuol dire non solo fermare il consumo di suolo, risanare città e territori e consentire alle famiglie di risparmiare in bolletta, ma anche rilanciare l’economia, recuperare competitività e creare nuovi posto di lavoro.
Non a caso, quello delle riqualificazioni è l’unico segmento a registrare un segno positivo nel campo delle costruzioni: negli ultimi due anni è cresciuto del 20%. Nel 2013 sono stati spesi 116,8 miliardi di euro in manutenzione ordinaria e straordinaria: ciò significa che il 66,9% dell’intero fatturato dell’edilizia è derivato dalla riqualificazione. Questa tendenza è destinata a rafforzarsi in futuro: secondo alcune previsioni, mentre in Italia il mercato del nuovo diminuirà nel tempo, fino a pesare il 2% nel 2050, quello della ristrutturazione sostenibile continuerà a crescere. Il settore del green building ha già creato 236 mila posti di lavoro e potrebbe arrivare, calcolando l’indotto, a 400 mila entro il 2017.

Un contributo in questo senso viene anche dai lavori in casa incentivati dagli eco-bonus fiscali Irpef del 65% e del 50% che valgono ormai il 2% del Pil. Dopo aver raggiunto il record assoluto di 27,5 miliardi di euro investiti nel 2013 (+40% sul 2012), si calcola che, a fine 2014, l’eco-bonus attiverà 33 miliardi di investimenti per la riqualificazione energetica. Negli ultimi due anni, quindi, la crescita è stata clamorosa, confermata dal numero di domande che, nel 2013, ha superato la barriera del milione e 600mila. Sempre nel 2013, queste cifre hanno prodotto uno sgravio complessivo di 14 miliardi: spalmato in dieci anni, significa un importo annuo di benefici fiscali ai cittadini di 1,4 miliardi, mentre l’introito Iva per le casse dello Stato è stato complessivamente di 2,6 miliardi di euro. La necessità di riqualificare è legata alla volontà di abbattere i consumi energetici, ma anche a fattori idrogeologici, all’età avanzata e alle cattive condizioni delle case. Le opportunità non mancano. Nel nostro Paese sono 4,5 milioni gli edifici che andrebbero ristrutturati: oltre il 61% ha più di 40 anni e presenta un elevato consumo energetico che va dal 40 al 45%. Altri dati significativi: le abitazioni che hanno bisogno di un restayling sono il 55,4% di quelle presenti sul territorio nazionale e diventeranno 65,7 in 10 anni. Il 70% degli edifici sono stati realizzati prima del 1976, quando è stata introdotta la legge sull’efficienza energetica, mentre il 25% non è mai stato sottoposto ad alcuna riqualificazione.

Un impulso alla crescita di questo mercato viene anche dall’Unione Europea: sul piatto ci sono i 7 miliardi di euro stanziati dai fondi strutturali europei 2014-2020 per l’efficienza energetica. Ci sono poi le normative legate al contenimento dei consumi, come la direttiva 2012/27 che il nostro Paese ha di recente recepito, introducendo l’obbligo a riqualificare energeticamente, ogni anno, almeno il 3% della superficie degli edifici pubblici.”