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Record mondiale nel 2015 per le rinnovabili: ma l'Italia può fare di più

Anno record per le rinnovabili in termini di installazioni e investimenti. E' quanto emerge dal report  “Renewables 2016 Global Status Report” di REN21. Dal report emerge che nel 2015 le energie rinnovabili hanno subito un incremento notevole di potenza, pari a 147 GW a fronte di investimenti pari a 286 miliardi di dollari. Particolarmente rilevante è che questo risultato sia stato raggiunto in un momento storico in cui il prezzo dei combustibili fossili è molto basso. 

In particolare, la Cina si dimostra uno dei Paesi con il maggiore incremento, mentre l'Europa si presenta incerta e l'Italia registra una battuta d'arresto. Così interviene Greenpeace, nella persona di Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e Clima: 

"Il record fatto registrare dalle rinnovabili nel 2015 è un’ottima notizia. Ci siamo arrivati nonostante il persistere dei sussidi alle fonti fossili, il prezzo basso del petrolio, i problemi di collegamento alla rete e la timidezza dei governi. Alla base di questo successo c’è la crescente competitività economica delle rinnovabili.
Ora però occorre accelerare la rivoluzione energetica in corso con politiche incentivanti: il contrario di quello che sta facendo il governo in Italia dove gli investimenti sulle rinnovabili sono in drammatica diminuzione. In un contesto internazionale generalmente positivo, l’Europa segna il passo e ancor più l’Italia che nel 2015 si è sostanzialmente fermata, per colpa delle politiche anti-rinnovabili messe in campo dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, da quello di Monti a quello Renzi.
D’altra parte, per investire ulteriormente sul settore dell’energia rinnovabile, creando posti di lavoro e benefici per la collettività, è necessario azzerare i sussidi alle fonti fossili. Questa è l’unica strada che ci permetterà di raggiungere gli obiettivi fissati dalla Conferenza di Parigi, e mantenere così l’aumento della temperatura globale sotto 1,5°C.
Il G7 ha promesso di eliminare i sussidi alle fonti fossili entro il 2025. Non basta, perché dobbiamo smettere di sfruttare queste fonti vecchie e inquinanti entro il 2050. L’eliminazione dei sussidi alle fossili deve essere più rapida per raggiungere un futuro 100 per cento rinnovabile prima che sia troppo tardi."

Gli investimenti in Europa non sono ancora massicci come negli USA e in Cina. Così interviene il WWF, nella persona di Mariagrazia Midulla (responsabile clima ed energia):

"Oggi abbiamo 5 volte più solare ed eolico di 10 anni fa, ma questo costituisce appena il 6% di tutta l’elettricità generata. Nonostante la rapida crescita degli investimenti, c’è ancora molta strada da fare. I maggiori investimenti nelle rinnovabili oggi vengono da Cina, USA, india e Giappone. Gli investimenti europei negli ultimi cinque anni sono calati.
La leadership sulla decarbonizzazione sta passando al Sud del mondo: paesi come Marocco, Uruguay, Honduras, Nicaragua, Sud Africa e Giordania hanno speso intorno all’1% o più del proprio PIL per espandere le rinnovabili. Sono buone notizie non solo per il clima, ma per lo sviluppo sostenibile di quei Paesi.
L’Europa, però, non può e non deve mancare all’appello. Anche per l’Italia suonano non campanelli, ma campanoni d’allarme: lo scorso anno è stata aggiunta appena lo 0,3% di capacità in più. In pratica siamo fermi."

Per ulteriori informazioni: www.ren21.net/status-of-renewables/global-status-report/