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Ispezione del Politecnico post Sisma: Troppi errori di calcolo e problemi di armature

Per il Prof. Gian Paolo Cimellaro, docente del corso di Ingegneria sismica del dipartimento di Ingegneria civile del Politecnico di Torino molti crolli e problemi di palazzine di costruzione recente dipendono da errori di calcolo o di costruzione: Ferri di armatura assenti, protezioni nei punti sbagliati, errori nei calcoli, scarsa qualità della muratura. E' quanto si deduce dalle prime ispezioni riguardanti i crolli registrati in particolare ad Amatrice e la conclusione è «costruzioni fatte male dal punto di vista sismico».

L’ateneo torinese manderà nei prossimi giorni squadre di professori e ricercatori col compito di censire tutti gli edifici e valutare i danni. Per ognuno emetterà una sentenza: una sorta di semaforo verde per dire agibile, giallo se servono interventi, rosso se bisogna abbattere. L’attività sarà resa possibile anche con l’utilizzo dei fondi del 5 per mille autorizzato dal rettore. 

Cimellaro, che ha prestato la sua opera anche a L’Aquila e in Emilia, ha fatto i primi sopralluoghi per ora ad Amatrice, mettendo a fuoco tutti gli errori e le carenze nelle costruzioni che avrebbero potuto ridurre le dimensioni di questa tragedia. «Anche gli edifici costruiti pre normativa - dice il docente - avrebbero dovuto adeguarsi: la consapevolezza del rischio sismico c’era, ma da molti è stata ignorata e questo è inaccettabile. Gli interventi preventivi, inoltre, avrebbero fatto risparmiare gli ingenti costi di ricostruzione».
 
Gli ingegneri, nel loro censimento, useranno un’app, Edam, specifica per i terremoti, messa a punto dal Politecnico di Torino insieme all’Università di Berkeley, con schede virtuali di valutazione del danno, geolocalizzazione, possibilità di fare foto e video, ricognizioni vocali. Era attiva in Emilia, è stata resa più funzionale per il terremoto del Nepal.
 
Cimellaro analizzerà anche la gestione dell’emergenza. Ha vinto un prestigioso Erc grant dell’Ue, un milione e 300mila euro per la ricerca su come evitare che i soccorsi, accavallandosi, creino più problemi che altro. Intende realizzare un modello che tenga conto di tutti i fattori, panico compreso, e trovi la soluzione migliore a problemi come la chiusura di una via o la mancanza d’acqua.
 
Cimellaro ha ispezionato per ora rimanendo fuori dalla zona rossa, ma ha già visto «edifici crollati perché non avevano le “catene”, delle giunzioni di acciaio che tengono insieme i muri, che altrimenti sono come castelli di carte slegate tra loro». Altri edifici mostrano «una scarsa manodopera, per questo si sono sgretolati. Inoltre, l’assenza di ferri d’armatura trasversali nei pilastri ha reso inagibili e quindi da abbattere interi edifici». Ancora: «Per la mancanza dei ferri c’è stato anche l’effetto sandwich, quando il tetto collassa sull’edificio». 
 
Interventi edilizi al ribasso, non a regola d’arte, «che stridono con i cartelli di avvenuta messa in sicurezza sismica davanti a edifici poi, in qualche caso, crollati». In alcuni casi, le misure hanno funzionato per metà: «I contrafforti alla base della chiesa di Sant’Agostino l’hanno fatta reggere, ma la “variazione di rigidezza” tra chiesa e campanile non è stata calcolata opportunamente e ora quest’ultimo è pericolante. Il frontone s’è sbriciolato per la mancanza di un adeguato collegamento con la navata centrale».

FONTE: LA STAMPA