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L’uso del solaio antisismico Latercompound nel restauro del Castello di Montecchio Vesponi

Il restauro ha previsto di mantenere le strutture emerse, integrarle ove mancavano le porzioni di tessitura muraria e ricoprire gli ambienti con un solaio antisismico piano di tipo Latercompound finito a giardino pensile.

Maria Carolina Zambelli Architetto
 
Castello di Montecchio Vesponi: qualche cenno storico
Il castello di Montecchio Vesponi, un luogo simbolo della sostenibilità del futuro che accoglie gli insegnamenti del passato.
Montecchio sorge su di un colle ai margini della Val di Chiana e le alte mura che lo proteggono consentivano di resistere agli assedi dei nemici.
Ancora oggi, questa chiusura potente permette al borgo di essere autonomo e di ricorrere all'utilizzo delle energie della natura: raccolta e recupero delle acque piovane attraverso cisterne e canalette, l'uso di pietra, legno e materiali locali per le costruzioni ma anche edifici innalzati seguendo le linee naturali della roccia, murature spesse per garantire un'esemplare inerzia termica, riscaldamenti a focolare centrale.
A fine 300 il castello viene conquistato dal capitano di ventura inglese Giovanni Acuto Servadio stravolge l'antico borgo medievale, interrando gli edifici per creare una grande scenografia teatrale. Da quel momento la natura prende il sopravvento Invadendo ogni spazio. A fine anni '70, il nuovo proprietario comincia il restauro di mura ed edifici.
Nel 2006 un gruppo di archeologi inizia gli scavi che porteranno alla luce parte dell'antico borgo nascosto. Nel 2009 Montecchio, nel recupero dei ruderi, diventa un esempio di progetto sostenibile. La proprietà Dott.ssa Orietta Floridi Floridi Viterbini ha sostenuto personalmente tutte le spese dell'intervento sia per la parte degli scavi che per il restauro.
 
Il restauro del Castello
Quando arrivai a Montecchio la prima volta, ebbi la sensazione di entrare non in un semplice romantico giardino cintato da alte mura ma in un borgo invisibile addormentato. E gli scavi che ne seguirono negli anni hanno confermato quella sensazione.... sotto il grande prato sono stati ritrovati i vecchi ambienti medievali sepolti dalla storia. Le campagne di scavi archeologici durate ben cinque anni hanno portato alla luce le vecchie strutture abitative sepolte, i fondi delle abitazioni, i loro ingressi, la chiesa con le sue sepolture e numerosi reperti oggetto di studio.
Il sistema di raccolta delle acque meteoriche mediante canalette e cisterne rinvenuto all'interno di alcune abitazioni dimostra quanto la storia debba ancora insegnare alla nostra società dello spreco. Quale scelta progettuale nell'intervento di conservazione del manufatto?
Ricostruire un finto borgo con strette strade e perdere il romantico giardino ottocentesco? Ogni epoca della storia di questo castello vuole raccontarci qualcosa e Giacomo Servadio e la moglie Adelaide Cortesi, quando intervennero costruendo un giardino-teatro nell'ottocento sopra le vecchie case e piazzando merli sull'alta cinta muraria, trasformarono uno spazio angusto medievale in un palcoscenico romantico a cielo aperto , con un progetto innovativo per l'epoca di realizzazione.
L'intervento di oggi vuole dunque conservare in superficie l'immagine ottocentesca (tutta ancora da studiare e comprendere) e riscoprire l'edilizia medievale sepolta dalla storia.
Il lavoro ha dunque previsto di mantenere le strutture emerse, integrarle ove mancavano le porzioni di tessitura muraria e ricoprire gli ambienti con un solaio antisismico piano di tipo Latercompound finito a giardino pensile.
 
 
 
La scelta del tipo di solaio con travetti e voltine in laterizio superiore ai carichi di legge soddisfa non solo al requisito del rispetto della normativa in materia antisismica di edifici vincolati ma anche alla necessità di un utilizzo pedonabile della copertura che, con il giardino pensile, ritorna ad essere utilizzata per eventi e manifestazioni.
 
 
L'immagine finale aerea resterà la Montecchio romantica arrivata ai giorni nostri, ma un sistema di scale ci farà scendere sottoterra ritrovando gli ambienti originali del castello con le vecchie canalizzazioni delle acque recuperate come teche espositive dei reperti restaurati e catalogati.
Le integrazioni murarie saranno intonacate per distinguerle dagli antichi muri in pietra restaurati.
Questo intervento di conservazione legge la storia per imparare a rendere più sostenibile il nostro futuro anche nel restauro di edifici vincolati.
L'acqua meteorica del giardino viene recuperata come allora in cisterne di raccolta per l'irrigazione del castello, la copertura verde isola termicamente come un cappotto la struttura interrata mediante un pacchetto di tetto giardino semintensivo.
Così la verde Montecchio apparirà come l'ho trovata la prima volta, ma potrà in più svelare al visitatore il suo antico borgo segreto interrato scendendo qualche vecchio gradino in pietra ...

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