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PREVINTO18: la sicurezza antincendio al centro di una riflessione sociale

Il nuovo Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino si sta muovendo proprio nella direzione di un nuovo modo di comunicare, in particolare di un nuovo modo di comunicare l’importanza di fare prevenzione, e ha deciso di farlo con l’organizzazione di un evento culturale rivolto ai propri Iscritti, ai funzionari dei Vigili del Fuoco, ai titolari delle attività e alla collettività.

previnto18: prevenzione antincendio

La prevenzione incendi è ormai diventata adulta: da quel lontano 1982 in cui, con il DPR 577/82, si posero le basi di una nuova regolamentazione delle procedure, degli obblighi del titolare dell’attività, dei doveri dei controllori, della partecipazione alla normazione di una pluralità di portatori di interesse, si è fatta tanta strada. Un lento ma continuo trasferimento di attribuzioni pubbliche alle professioni è uno dei tratti maggiormente distintivi del cambiamento che si unisce al passaggio da un sistema normativo prettamente prescrittivo ad uno più connotato da metodi ingegneristici di tipo prestazionale.

L’istituzione nel 1984 dell’elenco del Ministero dell’Interno al quale possono essere iscritti i professionisti antincendio ed ai quali sono state attribuite alcune competenze esclusive e la diffusione della cultura della prevenzione incendi che ha visto nel CNVF e negli Ordini professionali i maggiori artefici, completano il quadro del cambiamento. 

Quello appena delineato è un cambiamento che nasce all’interno dell’esigenza di semplificazione dell’attività della Pubblica Amministrazione. È uno dei temi da tempo presenti nell’agenda politica del Paese che ha due obbiettivi: migliorare la vita del cittadino e aiutare l’attività delle imprese. 

L’eccessiva produzione di leggi e regolamenti (regulatory inflation) e dei carichi regolatori (regulatory costs) che gravano sulla vita dei cittadini e sull’attività delle imprese, nonché la complessità degli adempimenti burocratici (compliance costs) imposti per assicurare e verificare il rispetto di tali regolazioni sono per i Paesi maggiormente industrializzati tra i fattori più rilevanti della crisi di competitività dei loro sistemi economici.

Sin dai primi anni ’90 l’obiettivo della semplificazione amministrativa è stato costantemente tenuto presente in interventi legislativi tra i quali assumono rilevanza: la legge n. 241/1990 sul procedimento amministrativo, la legge delega n. 537/1993 sulla semplificazione dell’organizzazione statale e sulla delegificazione di numerosi procedimenti amministrativi, la legge n. 59/1997 che estende la semplificazione anche ai rapporti tra i molteplici livelli di governo per arrivare all’attività normativa attraverso la periodica delegificazione di norme sui procedimenti amministrativi, la cosiddetta legge di semplificazione ed, infine, la legge 122/2010 che stabilisce che ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato, il cui rilascio dipenda esclusivamente dall'accertamento di requisiti e presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrativi a contenuto generale, è sostituito da una segnalazione del richiedente corredata da dichiarazioni sostitutive di certificazione (SCIA) e da attestazioni e asseverazioni di tecnici abilitati corredati da elaborati tecnici necessari 

La semplificazione amministrativa, nella specifica materia della prevenzione incendi, è stata perseguita in diverse fasi che hanno interessato, dapprima, l’assetto normativo sulle procedure di prevenzione incendi (riduzione oneri amministrativi), traguardato con il regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti emanato con il D.P.R.151/11, e, recentemente, la semplificazione ha interessato anche la riduzione degli oneri regolatori con l’emanazione del D.M. 03/08/2015.

Tutto bene allora? Come sempre i cambiamenti hanno sempre più di una prospettiva di lettura. Una è quella, appena accennata, della semplificazione e del conseguente trasferimento di attribuzioni pubbliche alle professioni private con lo scopo di liberare la creatività, l’ingegno, la conoscenza, la competenza del progettista; un’altra prospettiva riguarda il tema delle responsabilità professionali: responsabilità che afferiscono a comportamenti colposi e a comportamenti dolosi. Escludiamo dalle nostre riflessioni i comportamenti dolosi e affacciamoci ai comportamenti colposi, cioè quelli in cui manca la volontà di determinare un qualsiasi evento costituente reato, ma l'evento si verifica ugualmente per negligenza, imprudenza, imperizia o per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline (art. 43 c.p.). Questo articolo del codice penale letto in combinazione con l’art 15 del decreto legislativo 81/2008 che prevede “l'eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico” e con l’art. 2087 del Codice Civile, che stabilisce “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro” disegna un quadro di responsabilità non indifferente. In sintesi, la norma pone, a carico del datore di lavoro, l’obbligo di tutelare l’integrità psicofisica dei dipendenti mediante l’adozione ed il mantenimento in efficienza dei presidi antinfortunistici (nel nostro caso antincendio) atti a preservare i lavoratori dai rischi connessi alla loro attività, nonché di adeguare gli strumenti di protezione e prevenzione ai progressi tecnologici in modo da assicurare una costante sicurezza nel tempo ai dipendenti. Sono precetti che derivano dalla tutela che la Carta Costituzionale assegna alla sicurezza sul lavoro.

Le norme appena richiamate hanno come destinatario il datore di lavoro che è poi il committente del professionista al quale l’art. 22 del Dlgvo 81/2008 richiede di progettare i luoghi e i posti di lavoro e degli impianti rispettando i principi generali di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro al momento delle scelte progettuali e tecniche scegliendo attrezzature, componenti e dispositivi di protezione rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari in materia.

La sicurezza antincendio non è più la “presentazione della pratica in attesa che i Vigili del Fuoco dicano cosa vogliono”, bensì il saper progettare con diligenza, perizia, prudenza e conoscenza delle leggi e regolamenti, conoscendo anche le moderne tecnologie e le soluzioni che essa pone alle varie situazioni specifiche. Bisogna avere conoscenza delle leggi e dei regolamenti, ma anche conoscenza delle norme cosiddette volontarie quali UNI, CEI, ISO.

Altro aspetto che connota il cambiamento è il passaggio dalla norma prescrittiva a quella prestazionale. Mentre il pedissequo rispetto delle regole tecniche prescrittive assicurava la diligenza, la conoscenza di leggi e regolamenti, lasciando poi alla cultura del singolo professionista  la perizia e la conoscenza dello stato dell’arte, la norma prestazionale, invece (sicuramente più flessibile e che quasi sempre si serve di simulazioni attraverso l’uso di sistemi informatici), trova già nella scelta degli scenari di riferimento da simulare e nelle relative condizioni al contorno aspetti di discrezionalità suscettibili di contestazione.

Ciò che si vuole mettere in evidenza, in queste brevi considerazioni è che, a norme primarie immutate, al passo indietro della Pubblica Amministrazione deve corrispondere un passo in avanti da parte degli organismi privati e, soprattutto, degli Ordini che devono sostenere sempre di più l’attività professionale, offrendo possibilità di un aggiornamento continuo, conoscenza delle tecnologie riguardanti la sicurezza che possano in qualche modo integrare le previsioni dell’art. 2087 cc. Un lavoro di ricerca statistica sugli incidenti e sulle loro cause, una diffusione dei vari standard presenti nella normazione volontaria (UNI e CEI), una collaborazione con le Amministrazioni Pubbliche (università e organi di controllo) per migliorare la cultura prevenzionistica ed individuare i livelli di rischio comunemente accettati.

In questa prospettiva l’iniziativa dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino PREVINTO18, che si terrà nel capoluogo sabaudo l’8 e il 9 giugno prossimi, nell’ambito della quale sarà possibile riflettere sullo stato dell’arte della prevenzione degli incendi, appare del tutto tempestiva ed opportuna.

Altro obbiettivo, non meno importante, che l’evento di giugno intende raggiungere è quello di un avvicinamento del mondo delle professioni tecniche alla cittadinanza, per contrastare il crescente scetticismo sulla neutralità delle scelte tecniche. 

C’è la necessità di fare una “operazione verità” su alcuni aspetti essenziali della sicurezza:

a) non esiste il rischio zero;

b) l’applicazione delle comuni misure di sicurezza prevede comunque la presenza di un certo livello di rischio;

c) oltre un certo livello l’aumento delle misure di sicurezza abbassa il rischio molto lentamente, ma a costi fortemente crescenti;

d) la sicurezza ha tre componenti: la prevenzione, la protezione, la gestione. Su quest’ultimo aspetto bisogna investire di più perché è il migliore contrasto ai rischi incerti.

In conclusione, l’idea è che la scienza, l’ingegneria e anche la tecnologia non possono svilupparsi senza una continua osmosi con la società e le sue percezioni del rischio, società alla quale devono offrire scelte plurime nella consapevolezza che ognuna di queste ha un costo economico e sociale.


PREVINTO18

Il nuovo Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino si sta muovendo proprio nella direzione di un nuovo modo di comunicare, in particolare di un nuovo modo di comunicare l’importanza di fare prevenzione, e ha deciso di farlo con l’organizzazione di un evento culturale rivolto ai propri Iscritti, ai funzionari dei Vigili del Fuoco, ai titolari delle attività e alla collettività.   

PREVINTO18 sarà un’occasione per mettere a confronto tutte le figure coinvolte nella Prevenzione Incendi, dal professionista al titolare dell’attività al semplice cittadino, in una serie di seminari che metteranno in risalto l’importanza della progettazione integrata e coordinata.

La vera novità è rappresentata dal fatto che in questa circostanza l’ingegnere si metterà “in piazza” per incontrare la cittadinanza con l’intento di far capire che fare Prevenzione è compito di TUTTI; per far capire quanto sia importante fare prevenzione anche con i piccoli gesti quotidiani.

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE DI PREVINTO18

 

Cosimo Pulito

Ingegnere,già Direttore Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica presso il CNVVF

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