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Il Deep Mixing per il contenimento di aree contaminate

L’incapsulamento dei siti contaminati mediante cinturazione con diaframmi impermeabili verticali rappresenta uno degli interventi più efficaci ed economicamente vantaggiosi per la messa in sicurezza temporanea e permanente di siti inquinati. Tra le diverse tecniche disponibili, si dimostra particolarmente vantaggioso il cosiddetto “Deep Mixing” che consente, attraverso una miscelazione meccanica senza asportazione di terreno, di eseguire una barriera impermeabile di ottima qualità e di basso impatto ambientale, riducendo notevolmente il problema della asportazione e ricollocazione del terreno scavato.

L’incapsulamento dei siti contaminati mediante cinturazione con diaframmi impermeabili verticali rappresenta uno degli interventi più efficaci ed economicamente vantaggiosi per la messa in sicurezza temporanea e permanente di siti inquinati.
Tra le diverse tecniche disponibili, si dimostra particolarmente vantaggioso il cosiddetto “Deep Mixing” che consente, attraverso una miscelazione meccanica senza asportazione di terreno, di eseguire una barriera impermeabile di ottima qualità e di basso impatto ambientale, riducendo notevolmente il problema della asportazione e ricollocazione del terreno scavato.
Tale tecnica consente la realizzazione di barriere impermeabili attraverso la miscelazione meccanica del terreno in sito con miscele leganti e quindi senza movimentazione e trasporto di materiale inquinato. Le attrezzature impiegate permettono la costruzione di colonne di terreno trattato di diametro controllato e la loro parziale sovrapposizione per la creazione di una barriera continua caratterizzata da una bassa conducibilità idraulica.
La efficacia di tale lavorazione, in termini di resistenza e tenuta idraulica del diaframma costruito, dipende dalla scelta della miscela e dalla tecnica di miscelazione, che debbono essere commisurate alle caratteristiche geotecniche dei terreni da trattare.
Particolarmente complesso può pertanto risultare l’ottenimento di prestazioni affidabili e costanti per tutto lo sviluppo della barriera in presenza di terreni stratificati e nelle formazioni strutturalmente complesse, costituite dall’alternanza di strati con caratteristiche intrinseche geotecniche variabili da quelle di una roccia lapidea a quelle di una terra.
In questi casi la tecnica del trattamento in sito è associata alla possibilità di demolire preventivamente ed inglobare nella miscelazione gli strati consistenti, mediante specifici macchinari, quali il Cutter Soil Mixing (CSM).
L’efficacia del trattamento deve necessariamente essere supportata da uno studio preliminare in laboratorio per ottimizzare i dosaggi dei materiali, tenendo conto della differenza di qualità nei risultati individuati in laboratorio, sotto condizioni controllate, rispetto a quelli ottenibili in sito, caratterizzati da una maggiore incertezza.
Esperienze dirette in laboratorio su terreni reali ha permesso di analizzare gli effetti di alcune variabili del processo costruttivo del CSM, sulle proprietà meccaniche e idrauliche di diversi tipi di terreno sottoposti a trattamento di miscelazione e cementazione, confermando la possibilità di ottenere risultati soddisfacenti regolando opportunamente i parametri del trattamento sulla base di una significativa ricostruzione stratigrafica e geotecnica e preliminari prove di laboratorio.
Appare inoltre indispensabile ai fini della riuscita del trattamento l’esecuzione di un campo prova a grandezza reale.