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Se l'Agenzia delle Entrate scrive al professionista: ecco la lettera per regolarizzare gli errori col Fisco

Professionisti, imprese, contribuenti: l’Agenzia ti scrive è la nuova guida del Fisco per sapere cosa fare se si ricevono lettere o comunicazioni

L'Agenzia ti scrive: ecco come fare se si riceve una lettera dal Fisco

Una vera e propria linea diretta tra fisco e contribuenti per favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari: è questo l'obiettivo della nuovissima guida dell'Agenzia delle Entrate "L'Agenzia ti scrive", che focalizza l'attenzione sulla comunicazione destinata alle persone fisiche per invitarle a verificare se nella dichiarazione annuale dei redditi hanno indicato correttamente tutti i dati reddituali.

Di fatto, quindi, si tratta di un vero e proprio canale comunicativo su cui viaggiano avvertimenti di diversa natura, da quelli per ricordare gli adempimenti dichiarativi a quelli indirizzati ai contribuenti titolari di partiva Iva.

In questo modo, prima che l’Agenzia notifichi un avviso di accertamento, il destinatario della comunicazione potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso. Questo istituto è stato modificato (legge di stabilità 2015) proprio per garantire al contribuente la possibilità di effettuare le opportune correzioni e i conseguenti versamenti delle somme dovute, beneficiando della riduzione delle sanzioni, anche a seguito di segnalazione da parte dell’Agenzia.

Se, invece, il contribuente ritiene corretti i dati che ha indicato nella sua dichiarazione dei redditi, basterà che lo comunichi, indicando eventuali elementi, fatti e circostanze non conosciuti dall’Agenzia. L’obiettivo di queste “comunicazioni di invito alla compliance”, insomma, è modificare il rapporto con i contribuenti, che deve essere sempre più fondato sulla trasparenza e sulla collaborazione.

Lettera del Fisco: a chi arriva

La lettera viene inviata ai contribuenti che, secondo quanto risulta all’Agenzia delle Entrate, non avrebbero dichiarato, o lo avrebbero fatto in modo parziale, un reddito derivante da un contratto di locazione di un immobile, un reddito da lavoro dipendente, un reddito di partecipazione in società (modello Redditi Persone fisiche o 730). In particolare, si tratta di contribuenti persone fisiche che risultano aver percepito e non dichiarato (o dichiarato solo in parte) uno o più dei seguenti redditi:

  • redditi dei fabbricati derivanti da contratti di locazione di immobili (compresi quelli per i quali si è scelto il regime della “cedolare secca”);
  • redditi di lavoro dipendente o di pensione;
  • assegni periodici corrisposti dal coniuge, a seguito di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio ;
  • redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese familiari, aziende coniugali;
  • redditi di capitale relativi agli utili e agli altri proventi equiparati corrisposti da società di capitale o enti commerciali e altri redditi di capitale • altri;
  • redditi (redditi di lavoro autonomo non derivanti da attività professionali, redditi diversi) ;
  • redditi di lavoro autonomo derivanti dall’esercizio di arte o professione abituale, compresi quelli in regime di vantaggio (imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità) e quelli in regime forfetario. Le possibili irregolarità sono state riscontrate dall’Agenzia delle Entrate attraverso il confronto dei dati in suo possesso con quelli dichiarati dai contribuenti nel modello 730 o nel modello Unico persone fisiche (ora denominato Redditi Persone fisiche).

Cosa contiene la lettera del Fisco

Con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 15 febbraio 2019 sono state individuate fonti informative e tipologie di informazioni da fornire al contribuente, oltre alle modalità di comunicazione tra quest’ultimo e l’Agenzia. Il contenuto della comunicazione è rappresentato da un documento principale in cui è specificata la presunta anomalia tra i dati dichiarati dal destinatario e quelli attesi sulla base dei dati incrociati.

Il documento riporta:

  • l’identificativo della comunicazione;
  • i redditi che dai dati presenti in Anagrafe tributaria non risultano dichiarati;
  • una tabella di dettaglio delle categorie reddituali alle quali si riferiscono i redditi segnalati.

Se ricevo la lettera cosa devo fare? Istruzioni per l'uso

Chi riceve la lettera dell’Agenzia deve attivarsi per evitare che le irregolarità riscontrate nella dichiarazione dei redditi diventino, successivamente, il motivo dell’emissione di un avviso di accertamento.

Mettendosi in contatto con l’Agenzia è possibile chiarire subito la propria posizione, sia se non sono state commesse violazioni sia nel caso in cui si vogliano ottenere informazioni sulle modalità da seguire per regolarizzare in maniera agevolata errori e omissioni, sfruttando la possibilità di pagare sanzioni ridotte.

La prima cosa da fare quando arriva la lettera è quella di verificare che i rilievi fatti dall’Agenzia siano corretti. Occorre controllare, quindi, i dati presenti nel prospetto informativo e confrontarli con quelli riportati nella dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta oggetto della comunicazione.

Dopo questa verifica, il contribuente potrà fornire elementi utili a giustificare, in tutto o in parte, l’anomalia riscontrata ovvero presentare una dichiarazione integrativa nella quale indicare i redditi non dichiarati per correggere le irregolarità evidenziate nella comunicazione.

Come chiedere informazioni

Qualora si abbia la necessità di richiedere ulteriori informazioni in merito al contenuto della comunicazione ricevuta è possibile rivolgersi:

  • al numero verde 800.909.696 da telefono fisso oppure allo 06.96668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, selezionando l’opzione “servizi con operatore > comunicazioni per l’adempimento spontaneo”;
  • alla Direzione Provinciale di competenza;
  • a uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Come regolarizzare la propria posizione col Fisco

Caso per caso, gli addetti guideranno i contribuenti sui passi necessari per eliminare le incongruenze.

Oltre alle modalità indicate dal personale dell’Agenzia delle Entrate, si può procedere a trasmettere i dati che non risultano in prima battuta anche rivolgendosi a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica delle dichiarazioni o tramite CIVIS, uno dei canali di assistenza telematica dell’Agenzia delle Entrate accessibile tramite Entratel o Fisconline.

In ogni caso, come si legge nella guida, per evitare l’avviso di accertamento, se si riconosce di aver commesso gli errori indicati nella lettera ricevuta dall’Agenzia delle Entrate, è possibile correggerli ricorrendo al ravvedimento operoso.

Tre sono le operazioni da compiere:

  1. presentare una dichiarazione integrativa;
  2. versare le maggiori imposte dovute e gli interessi, calcolati al tasso legale annuo dal giorno in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato a quello in cui viene effettivamente eseguito;
  3. versare, in misura ridotta, le sanzioni specifiche delle violazioni oggetto di comunicazione e in essa contenute.

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