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Equo compenso, che si fa? Il Lazio approva la legge, Di Maio conferma l'interesse del Governo

Lazio: approvata la legge regionale su equo compenso e tutela delle professioni. Ma Inarcassa chiede interesse nazionale. Di Maio "La esamineremo quanto prima"

 

Equo compenso: in Lazio è legge

Si continua a macchia di leopardo, sull'equo compenso, in attesa di una legge nazionale che chiarisca quanto prima se il Decretob Parametri BIS è tassativo, è una traccia oppure è proprio da rifare.

Nel frattempo, la Regione Lazio ha approvato all'unanimità, con 36 voti favorevoli, la proposta di legge n. 69 «Disposizioni in materia di equo compenso e di tutela delle prestazioni professionali». Si tratta di un provvedimento che ha come finalità la promozione e la valorizzazione delle attività professionali, attraverso il riconoscimento del diritto all'equo compenso per i professionisti. Tra questi, sono compresi anche coloro che non fanno parte di ordini o albi professionali. Secondo i proponenti, mettendo ordine nella disciplina dell'equo compenso, le nuove norme contribuiranno anche a contrastare l'evasione fiscale.

Il Lazio arriva quindi dopo Toscana, Calabria, Puglia e Sicilia, per la soddisfazione di Inarcassa. "Adesso ci aspettiamo che questo tema abbia la stessa attenzione da parte del governo anche a livello nazionale. L'affermazione del principio dell'equo compenso non è solo uno strumento a difesa dei liberi professionisti ma anche una garanzia di qualità delle opere e dei servizi erogati ai cittadini", ha detto in merito Egidio Comodo, presidente di Fondazione Inarcassa.

La risposta all'invito è arrivata direttamente dal Ministro dello Sviluppo economico nonché vicepremier Luigi Di Maio: "esamineremo quanto prima la norma dell’equo compenso, partendo dall’aggiornamento dei parametri giudiziali fino a un compenso dignitoso per tutti i professionisti".

Come funziona l'equo compenso della Regione Lazio

La legge contiene anche norme di particolare rilevanza soprattutto con riferimento a incarichi o appalti affidati dalle pubbliche amministrazioni. Le prestazioni dei professionisti, infatti, verranno tutelate sulla base di istanze autorizzative presentate per conto di privati cittadini o di imprese alla pubblica amministrazione o rese su incarico affidato dalla stessa.

Quindi, la Giunta regionale entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge prevederà che:

  • negli atti relativi alle procedure di affidamento i compensi professionali siano determinati sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali adottati per le specifiche professionalità e che gli stessi siano utilizzati quale criterio di riferimento per determinare l'importo a base di gara;
  • nel caso in cui i compensi professionali non siano individuabili da specifici parametri ovvero se le professioni non siano organizzate in albi o ordini, tali importi devono essere proporzionati alla quantità, alla qualità e al contenuto delle caratteristiche delle prestazioni, tenendo conto, ove possibile, di omologhe attività svolte da altre categorie professionali;
  • divieto assoluto di inserimento di clausole vessatorie nella predisposizione dei contratti di incarico professionale.