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Architettura e Protocolli di Certificazione: Massimo Roj racconta il complesso ad uso ufficio Spark One di Milano

Un nuovo complesso di uffici sta sorgendo a Milano. Si tratta di Spark One firmato dallo studio Progetto CMR. Un edificio che mira ad ottenere la certificazione LEED CS v4 Platinum e si appresta ad ottenere la prima certificazione WELL in Italia. Massimo Roj racconta a Ingenio il progetto..

In una precedente videointervista dedicata agli edifici sostenibili, realizzata in occasione della Settimana delle Energie Sostenibili grazie al contributo di MCE e GBC Italia, Ingenio aveva approfondito con all'architetto Massimo Roj (Progetto CMR) i temi dell'efficienza energetica e del comfort abitativo.

Nel corso dell'intervista l'architetto ha citato il progetto Spark One, un edificio per uffici oggi in cantiere, localizzato in prossimità della stazione ferroviaria di Rogoredo in quartiere Santa Giulia a Milano. Un complesso di uffici che mira ad ottenere la certificazione LEED CS v4 Platinum e si appresta a diventare il primo esempio italiano di edificio progettato e realizzato secondo le linee guida della certificazione WELL

Con una nuova intervista, abbiamo chiesto a Massimo Roj di raccontare questo interessante progetto, un complesso di uffici non solo sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico ma che rappresenta anche un chiaro esempio di approccio in termini di rigenerazione urbana.

spark-one_progetto-cmr-03.jpg Il complesso ad uso ufficio Spark One, quartiere Santa Giulia a Milano - Courtesy Progetto CMR


Massimo Roj (Progetto CMR) racconta il complesso di uffici Spark One in quartiere Santa Giulia a Milano

Architetto Roj, Progetto CMR vanta una lunga esperienza progettuale in termini di Rigenerazione Urbana e Architettura Sostenibile. In una nostra precedente intervista dedicata ai temi della sostenibilità ha accennato del progetto SPARK ONE, il nuovo complesso di uffici in quartiere Santa Giulia a Milano. Può descriverci il progetto?

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Spark One è uno dei tanti progetti di riqualificazione che stiamo sviluppando in Italia e a mio avviso si presta bene come esempio del nostro approccio al tema della rigenerazione urbana

L’obiettivo principale di Spark One, edificio per uffici di nove piani fuori terra attualmente in cantiere, è quello di promuovere la rinascita del quartiere in cui sta sorgendo, ossia quello di Milano Santa Giulia: ci troviamo a ridosso della stazione ferroviaria di Milano Rogoredo, una posizione strategica che rafforza la valenza del progetto quale futuro portale d’ingresso alla città di Milano. L’impostazione progettuale di Spark One è frutto di un lavoro integrato tra urbanistica, analisi dei flussi, disegno degli spazi esterni e architettura, mirando a ridefinire una nuova identità dell’area stessa ispirata ai concetti di comunità, sostenibilità, efficienza e partecipazione. 

La volontà di dar vita a nuovi modi di vivere gli spazi, aprendoli alla comunità e trasformandoli quindi in nuovi luoghi di socialità e di incontri, è tra i principi ispiratori del progetto. Il progetto prevede infatti un piano terra aperto e accessibile dall’esterno che ospiterà attività di tipo commerciale, dando vita ad un nuovo luogo di aggregazione ed un nuovo polo attrattivo per l’intera area. Grande attenzione è dedicata anche alle aree verdi e ai collegamenti pedonali, disegnando un sistema di spazi accoglienti e stimolanti.

Dal punto di vista architettonico, la facciata è caratterizzata da una particolare trama di elementi verticali ed orizzontali in grado di offrire una protezione solare, che sottolineano la dinamicità del complesso e determinano al tempo stesso giochi di luce e riflessi sempre diversi durante l’arco della giornata.
Sui lati nord e sud dell’edificio si affacciano degli spazi aperti, totalmente accessibili ed utilizzabili, di dimensioni tra loro diverse, contribuendo quindi al senso di “movimento” e di dinamicità del complesso.

Spark One mira ad ottenere la certificazione LEED CS v4 Platinum e si appresta a diventare un chiaro esempio di edificio altamente efficiente e sostenibile. Quale è stato quindi il vostro approccio progettuale per raggiungere i requisiti richiesti per la certificazione?

L’elemento comune di tutte le nostre realizzazioni, a prescindere dalle dimensioni, è quella di concepire soluzioni progettuali che non si limitino a rispondere solo a criteri puramente estetici, ma che abbiano come principi cardine la sostenibilità e l’efficienza energetica e distributiva.
Spark One incarna in pieno questo approccio, essendo stato progettato per raggiungere il livello più alto di certificazione LEED attualmente conseguibile.

In tal senso, fin dalle primissime fasi del concept sono state sviluppate idee e soluzioni che tenessero in dovuta considerazione le necessità di efficienza e di performance richieste per il raggiungimento della certificazione LEED CS v4 Platinum.

E’ stata massimizzata la produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso un impianto fotovoltaico da circa 400 Kw in copertura, un sistema di recupero delle acque meteoriche e pozzi di emungimento e remissione che sfruttano l’acqua di falda presente nel terreno. In aggiunta, sarà predisposto un impianto di irrigazione che utilizza sensori di umidità e pioggia per evitare sprechi di acqua. L’illuminazione dell’edificio, che beneficerà dell’illuminazione naturale per gran parte della giornata grazie all’orientamento opportunamente studiato, sarà interamente a LED e sarà installato un sistema avanzato di BMS che ottimizzerà i consumi per la produzione di energia.

spark-one_progetto-cmr-04.jpg Complesso Spark One, Milano - Courtesy Progetto CMR

Spark One: la prima architettura italiana progettata e misurata secondo il protocollo WELL

Il complesso Spark One sarà anche tra i primissimi esempi in Italia di progetti di architettura progettati e misurati in base alle linee guida sulla certificazione WELL. Cosa significa?

Il WELL rivoluziona il concetto di certificazione di sostenibilità di un progetto, in quanto si pone l’obiettivo di misurare un parametro finora giudicato non quantificabile, ossia il livello di benessere e di salute delle persone che utilizzano l’edificio. Il WELL certifica quindi la capacità di fornire spazi e servizi che massimizzino la vivibilità dell’edificio in un’ottica puramente “umanocentrica”, che valorizza cioè la centralità dell’individuo nel progetto.

La certificazione si articola intorno a undici punti focali che determinano il grado di vivibilità degli ambienti di lavoro: aria, acqua, illuminazione, movimento fisico, nutrizione, comfort termico, suono, materiali utilizzati, benessere mentale, senso di comunità e innovazione.

Nel caso di Spark One, le soluzioni adottate implementano le linee guida del WELL e ruotano intorno ai principi ispiratori appena elencati. Ad esempio, la salubrità degli ambienti interni è garantita da una massima attenzione alla qualità dell’aria, all’accesso all’illuminazione naturale e al controllo della riflessione della luce, nonché dagli alti livelli di comfort termico e acustico ottenuti con soluzioni tecnologiche ad hoc. Inoltre, il movimento fisico sarà incentivato dalla presenza di scale interne poste in evidenza rispetto agli ascensori, di una palestra interna ad uso esclusivo, di spogliatoi con docce e di rastrelliere per le biciclette.  

Gli spazi interni saranno resi più gradevoli grazie all’inserimento di elementi vegetali e di opere d’arte, rendendo l’ambiente maggiormente stimolante e piacevole per la mente.

spark-one_progetto-cmr-reception-03.jpg La hall di ingresso del complesso Spark One, Milano - Courtesy Progetto CMR

Progetto CMR sviluppa già da diversi anni i suoi progetti interamente in BIM. In termini di sostenibilità ed efficienza energetica, quali sono stati e quali saranno i vantaggi ottenuti dall’applicazione del Building Information Modeling?

In Progetto CMR abbiamo implementato la metodologia BIM in tutte le fasi della progettazione, dal concept alla gestione del cantiere. Strutturare i modelli BIM in funzione della fase di progetto e del tipo di analisi energetiche da effettuare è una prassi ormai consolidata e in continuo sviluppo.

Nella parte di concept, il modello BIM viene collegato a molteplici strumenti e software che consentono di effettuare diversi tipi di analisi, dalle analisi solari e degli ombreggiamenti sull'involucro fino ad analisi più dettagliate sul comfort interno. In funzione dei risultati ottenuti dalle analisi il modello BIM viene aggiornato con tempi molto ridotti.

Nella fase di progettazione definitiva il modello viene collegato a dei software che consentono il calcolo dei fabbisogni energetici sia in regime statico che in regime dinamico. Anche in questo caso modificare le caratteristiche degli elementi è un'operazione che riduce drasticamente i tempi di lavorazione rispetto al metodo tradizionale. Il poter cambiare le caratteristiche degli elementi in modo rapido consente di effettuare più analisi e metterle a confronto per poi poter scegliere quella più performante.

spark-one_progetto-cmr-05.jpg Vista del complesso Spark One, Milano - Courtesy Progetto CMR

Come vede il futuro delle nostre città in termini di sostenibilità ambientale?

La sostenibilità ambientale è diventata un’emergenza globale che sta ri-definendo le agende mondiali in maniera sempre più forte. E’ sotto gli occhi di tutti noi come la situazione in cui ci troviamo sia ormai al limite: stando alle stime del WWF, al ritmo attuale avremmo bisogno di 1,7 Terre per soddisfare le nostre esigenze e noi italiani di 4,3 Italie. 

Siamo quasi ad un punto di non ritorno e chi ne pagherà le conseguenze saranno soprattutto i nostri figli, le nuove generazioni che si ritroveranno a dover fare i conti con un’eredità di problemi e danni ambientali lasciata proprio da noi e che in questi mesi stanno affollando le strade di tutto il mondo per manifestare il loro diritto ad un pianeta più vivibile.

In questo quadro, grande attenzione meritano le nostre città, a cui si attribuisce una quota che va dal 60% all’80% del consumo energetico complessivo.

Noi architetti non possiamo considerarci estranei a questo necessario cambiamento di rotta: oggi più che mai l’architettura è chiamata a svolgere un ruolo sociale, nel senso di partecipazione attiva alle tematiche e ai problemi delle comunità e dei cittadini dei nostri tempi.

Secondo me, l’architetto deve avere il compito e l’abilità di coniugare l’aspetto emozionale dell’architettura con i bisogni della comunità a cui è chiamato a rispondere, per ricucire la relazione tra costruito, società e ambiente, per dar vita a qualcosa che sia realmente e intrinsecamente sostenibile.

Sicuramente stiamo vedendo compiere degli importanti passi in avanti in molte città in giro per il mondo, dove vengono implementate misure e azioni virtuose per limitare quanto più possibile l’impatto sull’ambiente, ma molto resta ancora da fare.

Andy Wharol diceva: “Credo che avere un pezzo di terra e non rovinarlo sia la forma d’arte più bella che si possa desiderare”…una riflessione che non dovremmo dimenticare!

www.progettocmr.com