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Geologo e Geotecnico sono la stessa professione ? Lettera aperta di alcuni Ingegneri

Alcune considerazioni sulla distinzione tra Geotecnica, Ingegneria geotecnica e Geologia

L’articolo pubblicato su Ingenio a firma del dott. geol. Francesco Peduto in qualità di presidente del CNG, induce a riflettere con attenzione su quello che è l’attuale ordinamento delle professioni tecniche. Tema oltremodo complesso, anche in considerazione della necessità di riuscire ad operare nel modo più responsabile, razionale ed efficace possibile nei confronti delle tante criticità derivanti dalla vulnerabilità e dalla sempre più diffusa instabilità del territorio nazionale. 

Geotecnica, Ingegneria geotecnica e Geologia: tra presunte affinità, sostanziali differenze e pericolose sovrapposizioni

Il GNIG (Gruppo Nazionale Ingegneria Geotecnica) ha molto opportunamente e puntualmente precisato, su queste stesse pagine, quale sia l’ambito disciplinare della ingegneria geotecnica, soffermandosi - tra l’altro - sulla mancanza di qualsivoglia fondamento della presunta distinzione, sostenuta dal dott. geol. Peduto, tra “geotecnica” e “ingegneria geotecnica”. 

Corsi di laurea e competenze professionali

A valle di tale precisazione, appare del tutto evidente che la figura del geologo-geotecnico evocata dallo stesso dott. geol. Peduto è in realtà priva di qualsivoglia riscontro oggettivo nell’ordinamento delle professioni. Né può certo valere, in questo senso, l’osservazione che nei corsi di laurea in geologia sono presenti corsi che hanno per oggetto argomenti che afferiscono più propriamente all’ingegneria geotecnica. Se bastasse inserire nei corsi di laurea in geologia esami dove vengono affrontate alcune problematiche di carattere geotecnico, o, più in generale, ingegneristico, per “fare” di un geologo un ingegnere, o un geologo-geotecnico, è del tutto evidente, applicando la stessa logica, che la presenza di esami di geologia applicata nei corsi di laurea in ingegneria, che pure esistono da sempre, sarebbe sufficiente a “fare” di un ingegnere un geologo, o, per analogia, un ingegnere-geologo. 

L’aspetto dell’ordinamento dei corsi di laurea è quanto mai delicato, almeno quanto quello delle competenze professionali, e merita sicuramente ulteriori approfondimenti che vanno ben al di là dell’ambito della presente discussione, oltre che delle nostre competenze. Ci limitiamo ad osservare che, a nostro sommesso avviso, l’introduzione in alcuni corsi di laurea di insegnamenti che sono in realtà propri di altre discipline e facoltà, senza il supporto dei relativi corsi propedeutici, non può produrre altro che confusione dei ruoli, e, in ultimo, condurre alla formazione di tecnici privi di solide basi teoriche. Soprattutto, riteniamo che in nessun caso si possa dare anche la semplice impressione che per acquisire una qualsivoglia competenza professionale sia possibile seguire scorciatoie, rappresentate magari da percorsi alternativi più semplici e veloci rispetto a quello “classico”. 

Dall’articolo del dott. geol. Francesco Peduto non risulta chiaro se questo sia l'indirizzo che, in qualche modo, intende perseguire anche il CNG, soprattutto quando l’Autore dichiara -a parole- di voler fare chiarezza, ma di fatto non fornisce alcun contributo serio al corretto svolgimento e ordinamento delle professioni tecniche.

Per quanto ci riguarda, in quanto ingegneri, riteniamo fermamente che la sovrapposizione dei ruoli e delle responsabilità, perseguita anche procedendo alla mistificazione di dati concreti e oggettivi, non possa e non debba essere mai intrapresa, e pertanto ci dissociamo completamente da un siffatto modo di “ragionare”. Che, nel concreto, porta a non affrontare, e quindi tanto meno a risolvere, i problemi reali, che meritano invece ben altra attenzione e lungimiranza in quanto attengono, in primo luogo, a questioni che si ripercuotono direttamente sulla sicurezza delle opere e l’incolumità delle persone.

La strada maestra, a nostro avviso, non può che essere quella del rispetto reciproco, sia sotto il profilo umano che nell’ambito professionale, e della leale e fattiva collaborazione fra i rappresentanti di tutte le discipline e i saperi, nella consapevolezza che nessuno è in grado di risolvere, da solo, i molteplici e complessi problemi che la realtà che ci circonda ci sottopone quotidianamente. In questo contesto, è a tutti ben chiaro che gli studi geologici rivestono sicuramente un ruolo di grande rilevanza, sancito e definito, del resto, anche dalle NTC.

In questa direzione siamo, e saremo, sempre pronti al dialogo costruttivo, con la massima convinzione e disponibilità, e senza pregiudizi di sorta. Ci auguriamo vivamente che questa posizione possa essere serenamente condivisa da tutte le categorie.

Questa discussione virtuale attraverso le pagine di Ingenio, che ringraziamo per la cortese ospitalità, impone anche una considerazione sull’organismo che, almeno sulla carta,  dovrebbe rappresentare, al più alto livello, la categoria degli ingegneri. Se da un lato, infatti, il CNG interviene ripetutamente e in modo autorevole nel dibattito, anche attraverso il suo Presidente, dall’altro il CNI si distingue per il rumorosissimo silenzio. 

Non si comprende, in particolare, per quale motivo il CNI non si occupi, con energia almeno pari a quella profusa dal CNG, di questioni quali la difesa del ruolo e delle competenze degli ingegneri e, più in generale, di quelle dei rapporti tra le professioni. Delle due l’una: o il CNG svolge un ruolo che travalica i suoi compiti e i suoi limiti istituzionali -e, con tutta franchezza, non riteniamo proprio che sia questo il caso-, o il CNI non considera rilevanti le questioni che attengono le competenze nell’ambito dell’ingegneria geotecnica.

Rete Ingegneria Geotecnica. Giovanni Bosco – Palermo; Roberto Castaldini – Verona; Daniele Cazzuffi – Milano; Mauro De Gennaro – Como; Fabio De Polo – Bolzano; Efisio Erbi – Cagliari; Dario Fedrigo – Udine; Marco Franceschini – Bologna; Sergio Gobbi – Napoli; Luigi Mongiovì – Trento; Massimo Perini – Firenze; Lucia Simeoni – Trento; Riccardo Zoppellaro – Rovigo