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Decreto Liquidità e credito alle imprese: proposte e osservazioni dell'ANCE alla Camera

L'ANCE ha illustrato la sua posizione evidenziando alcune considerazioni generali sul settore delle costruzioni, che dall’inizio dell’emergenza sanitaria, resta in attesa di provvedimenti che siano in grado di offrire soluzioni rapide e concrete alle esigenze di moltissime imprese

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Nell'audizione del 28 aprile 2020 presso le Commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame, in prima lettura, in sede referente, del decreto-legge 23 del 2020 (cd. DL Liquidità), l'ANCE - nella persona dell'Ing. Rodolfo Girardi, Vice Presidente Centro Studi - ha illustrato la posizione associativa, evidenziando, in premessa, alcune considerazioni generali sul settore delle costruzioni, che dall’inizio dell’emergenza sanitaria, resta in attesa di provvedimenti che siano in grado di offrire soluzioni rapide e concrete alle esigenze di moltissime imprese che sono già state vessate, tartassate e penalizzate "durante una crisi durata più di 10 anni e che rischiano ora di scomparire definitivamente, con conseguenze drammatiche per il lavoro e per l’economia".

La premessa

Secondo l'Associazione dei Costruttori, il DL Liquidità è una nuova occasione persa, in quanto:

  • è il secondo provvedimento a carattere economico dall’inizio dell’emergenza, dopo il “Cura Italia”, ma non contiene nessuna delle misure prioritarie che le imprese di costruzioni aspettano in questo momento;
  • non contempla trasferimenti diretti alle imprese da parte dello Stato, in proporzione alla riduzione di fatturati che le stesse hanno dovuto fronteggiare a causa del blocco delle attività;
  • c’è un aspetto che preoccupa molto le imprese, che ritengono rischioso acquisire ulteriori debiti con una scadenza del rimborso limitata a soli 6 anni: in assenza di un periodo di maggiore respiro - comunque superiore ai 10 anni - la loro paura è quella di appesantire oltremodo il proprio bilancio finanziario, con conseguenze potenzialmente devastanti per la loro attività futura.

Per rilanciare il lavoro, l’Ance ha proposto l’immediata adozione di un Piano Marshall per l’Italia che prevede, tra le altre misure, un’accelerazione dei pagamenti alle imprese insieme ad una forte iniezione di risorse nelle casse degli enti locali e alla possibilità di spenderle in tempi rapidi e in assoluta trasparenza per infrastrutture sostenibili, senza dover ricorrere a procedure straordinarie.

Strumenti di garanzia: valutazione positiva

Con riferimento agli strumenti di garanzia disposti dal provvedimento, la valutazione è positiva: sia, infatti, il potenziamento dello strumento del Fondo di garanzia per le PMI (art. 13), gestito dal Mediocredito Centrale, sia l’introduzione del un nuovo meccanismo “Garanzia Italia”, gestito da SACE (art. 1), sono mossi dal condivisibile obiettivo di allargamento della platea dei beneficiari finali e di velocizzazione delle procedure di concessione delle garanzie.

Ma tra le condizioni imprescindibili, si sottolinea "l’indispensabile rifinanziamento del Fondo di garanzia e di SACE, al momento non in grado di sostenere gli obiettivi di nuovi finanziamenti alle imprese indicati dal Governo, e il necessario contributo delle banche italiane, in termini di tempestività nei processi di valutazione del merito creditizio, le cui procedure sono state marginalmente semplificate solo per la misura fino a 25 mila euro. Sembra opportuno, a tale proposito, incentivare la collaborazione tra imprese e banche, attraverso l’utilizzo di autocertificazioni, sostenute da valutazioni terze di soggetti altamente professionali, nella determinazione del rating. Sarà, poi, necessario vigilare affinché la garanzia dello Stato sia usata per garantire nuovo credito a costi contenuti, piuttosto che per la mera rinegoziazione di posizioni debitorie chirografarie".

I correttivi

Tra le possibili migliorie, nell'audizione è stato sottolineato che:

  • il riferimento al fatturato dell’anno precedente quale riferimento per determinare il limite alla garanzia prestata risulta penalizzante per le attività caratterizzate da cicli produttivi ultrannuali, per i quali lo stesso Mediocredito Centrale, prima delle modifiche introdotte, considerava come elemento qualificante il valore della produzione;
  • è opportuno prevedere nel Decreto una modifica al Fondo di garanzia per la prima casa, innalzando la percentuale garantita in caso di mutui con un più elevato rapporto tra l’importo del finanziamento e il prezzo d’acquisto dell’immobile;
  • andrebbe modificato il meccanismo di verifica di mancata liquidità, previsto dall’art.18 del DL 23/2020, in base al quale sono sospesi i termini dei versamenti tributari e contributivi in autoliquidazione in scadenza nei mesi di aprile e maggio 2020. ANCE propone di inserire come indicatore di mancata liquidità il confronto fra il fatturato registrato nel periodo 2020 di blocco totale o parziale delle attività, stimato mese per mese, confrontato con un valore corrispondente al fatturato medio mensile registrato nel 2019. Laddove questa diminuzione sia almeno pari al 33% (o al 50%, a seconda che i ricavi dell’impresa siano entro o oltre i 50 milioni di euro), sarà riconosciuta all’impresa la sospensione dei versamenti;
  • occorre sospendere per 6 mesi la verifica sulla “Regolarità Fiscale” dei beneficiari di pagamenti della P.A. (art.48-bis DPR 600/1973), nonché, sempre nel periodo 8 marzo-31 maggio, i termini connessi ai cd “Avvisi Bonari”.

IL DOCUMENTO INTEGRALE DI AUDIZIONE (29 PAGINE) E' SCARICABILE IN FORMATO PDF


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