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Proroga split payment al 30 giugno 2023: la protesta di tutto il settore Costruzioni

In una lettera congiunta, indirizzata al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’economia, le associazioni del settore lanciano l’allarme sugli effetti devastanti del meccanismo di scissione dell’Iva che mettono a repentaglio la tenuta dell’intero sistema produttivo

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E’ unanime la protesta delle associazioni datoriali della filiera delle costruzioni (Ance, Alleanza delle Cooperative Produzione e Lavoro, Anaepa Confartigianato, Cna costruzioni, Casartigiani, Claai e Confapi Aniem) contro la proroga triennale dello split payment, chiesta dal Governo italiano e recentemente autorizzata dall’Ue.

In una lettera congiunta, indirizzata al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’economia, le associazioni del settore lanciano l’allarme sugli effetti devastanti del meccanismo di scissione dell’Iva che mettono a repentaglio la tenuta dell’intero sistema produttivo.

Nella lettera si evidenzia che lo split payment, che drena 2,5 miliardi di liquidità l’anno dalle casse solo all’edilizia, era stato introdotto per contrastare l’evasione Iva, ma con la messa a regime della fatturazione elettronica lo Stato ha già potuto beneficiare di un aumento del gettito Iva pari a 3,6 miliardi, facendo quindi venir meno i presupposti che ne motivavano l’adozione.

Soprattutto alla luce del fatto che, diversamente da quanto comunicato dal Governo italiano alla Ue, i tempi di rimborso Iva vanno ben oltre i 74 giorni: per il 60% delle imprese, infatti, superano i 270 giorni. Tempi che, uniti ai ritardi dei pagamenti della Pa, finiscono per compromettere del tutto il già delicato equilibrio finanziario delle imprese.

La filiera delle costruzioni chiede, quindi, di annullare la proroga di un meccanismo iniquo e dannoso che mette a repentaglio la sopravvivenza delle imprese.