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I fattori che determinano il comfort acustico di un ambiente confinato

I fattori che determinano il comfort acustico di un ambiente confinato

Mai come in questo periodo, la parola “confinati” ci risulta così familiare e opprimente. Confinati tra le mura domestiche, questo è il primo pensiero. Confinati tra suoni sconosciuti.

Che strano il silenzio della sera.

Siamo quasi in soggezione davanti all’assenza di suoni provenienti da negozi, ristoranti e strade gremite di persone. Un silenzio assordante che ci ricorda ogni istante il momento storico che stiamo tutti vivendo con forte apprensione, paura, ma allo stesso tempo speranza.

Quanto sono importanti i suoni negli spazi che viviamo.

Solo ora, forse, ci rendiamo davvero conto di quanto uno dei nostri sensi, l’udito, ci permetta di vivere in modo così profondo e coinvolgente.

Eppure, nella progettazione e in molti altri aspetti della nostra vita è forse l’aspetto più trascurato. Ci piace tantissimo guardare quell’ambiente ricco di elementi di design e di personalità, toccare tessuti e materiali innovativi e materici, gustare piatti gourmet in ristoranti stellati e sentire profumi e odori che spingono la nostra mente a ricordi lontani.

Ma perché non soffermarci anche su ciò che sentiamo, su come lo percepiamo?

Perché continuiamo a sforzarci di ascoltare, quando sentiamo senza aver compreso a fondo?

Non sono solo pigrizia o disattenzione. Il problema sono l’arrivo e la percezione dei messaggi sonori, essendo costantemente “assordati” dai suoni che ci circondano.

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Isolamento e assorbimento acustico: attenzione a non confonderli

Molteplici sono i fattori che determinano il comfort acustico di un ambiente confinato. Tra questi, l’attenzione andrebbe posta su fonoisolamento e fonoassorbimento, come elementi caratterizzanti principali.

Il suono è un’onda che, come tale, quando incontra una superficie, si scompone nei suoi fattori, trasmessa, assorbita e riflessa.

Il fonoisolamento (o isolamento acustico) è necessario per eliminare la trasmissione di suoni tra interno ed esterno, o la propagazione di questi tra ambienti; il fonoassorbimento, invece, è utile per tenere sotto controllo il riverbero generato dalle riflessioni delle superfici costituenti lo spazio fisico.

Che sia questo adibito a ristorante, aula, mensa, ufficio, auditorium o simile, il comune denominatore riguarda l’intelligibilità del parlato e il modo in cui giunge alle nostre orecchie il messaggio sonoro.

Pertanto isolamento e assorbimento acustico risultano essere le basi da cui partire per una buona progettazione. Fattori da non confondere uno con l’altro: se con un buon isolamento acustico tra ambienti si impedisce all’onda sonora di trasmettersi attraverso le superfici confinanti, così facendo tutta l’energia sonora emessa rimane all’interno dello spazio chiuso, generando molteplici riflessioni, da smorzare attraverso l’utilizzo di materiali e prodotti fonoassorbenti.

L’aspetto normativo è più chiaro in materia di isolamento acustico, più labile per quel che riguarda il controllo del tempo di riverbero.

Infatti, la norma UNI EN ISO 16283/2014 definisce come misurare in opera l’isolamento acustico, attraverso i valori di pressione sonora. Ulteriori norme restituiscono indicazioni costruttive, valutazioni di prestazione e valori limite di controllo su cui confrontare situazioni in opera con previsioni di progetto.

Diversi possono essere i materiali da utilizzare. Tappetini acustici per smorzare rumori generati dal calpestio, contropareti isolanti per incrementare l’assenza di trasmissione tra ambienti o materiali fonoimpedenti da inserire all’interno della muratura. Sono tutti interventi che dovrebbero essere studiati in fase progettuale, in quanto una corretta posa in opera è fondamentale per ottenere risultati ottimali.

Il suono, come l’acqua, si “insinua” e si propaga ovunque trovi uno spazio o un interstizio libero, pertanto lo studio e la risoluzione dei cosiddetti ponti acustici è ottenibile esclusivamente con una corretta installazione di materiali debitamente performanti. Risvolti, ancoraggi, vuoti d’aria e così via non si possono improvvisare o gestire a lavori ultimati, ma sono necessari durante la costruzione dello spazio.

L’intervento post-operam può limitare la propagazione dell’energia sonora solo in parte, con tutte le limitazioni architettoniche e fisiche di uno spazio già completato.

Tali indicazioni valgono sia per ambienti residenziali (pensiamo alle continue discussioni tra vicini per il rumore troppo alto di un televisore o lo spostamento di mobili e sedie) sia per ambienti commerciali comuni (disturbo tra uffici, musica troppo alta di locali e discoteche, ecc).

Il controllo delle riflessioni, al contrario, avviene attraverso il calcolo del tempo di riverbero, T60, definito come il tempo necessario affinché un rumore impulsivo, interrotto bruscamente, decada di 60 dB. In poche parole si parla della coda sonora generata quando si spegne una sorgente, in quanto tempo essa cessi la sua propagazione nella stanza.

Tutti noi almeno una volta nella vita ci siamo ritrovati a vivere “esperienze acustiche” disastrose, dando per scontato che nulla si potesse fare per migliorarne la condizione. Pensiamo a quel ristorante dove l’ottimo cibo è venuto meno a causa delle difficoltà di interlocuzione con la persona seduta davanti a noi. Oppure quella lezione in aula dove il brusio circostante sovrastava le parole dell’insegnante, che a sua volta cercava di comunicare al meglio alzando la voce, ma dove la percezione effettiva risultava di una parola su tre. O, ancora, quegli spazi che ti costringono a una attenzione continua ed estenuante.

Una cattiva acustica è la diretta conseguenza di stress, stanchezza, fatica mentale, mal di testa, ecc. fino a sfociare in una vera e propria malattia professionale.

Il progetto acustico di un ambiente confortevole ha come obiettivo il raggiungimento di condizioni ambientali ottimali per la comunicazione verbale i cui requisiti essenziali sono l’assenza di disturbo e la buona ricezione. La rumorosità di fondo elevata e l’eccessiva riverberazione sonora, in un ambiente chiuso, rendono difficoltosa la conversazione, riducendo l’intelligibilità della parola e avendo, come conseguenza, un’influenza negativa sulla comunicazione.

La norma UNI EN ISO 3382-2/2008 ci indica come misurare tale condizione in ambienti ordinari, mentre solo le scuole possono usufruire di una normativa specifica per la tipologia di ambiente come la UNI 11532-2014 o il DM 18/12/75, con relativi parametri ottimali di controllo.

PER APPROFONDIRE LEGGI L'ARTICOLO

Acustica nelle scuole: i criteri per una corretta progettazione

Il progetto acustico degli edifici scolastici ha tre fondamentali obiettivi: isolare l’edificio dai rumori provenienti dall’esterno, limitare l’inquinamento acustico generato dalla scuola stessa verso l’esterno e garantire la comprensione e l’intelligibilità durante le attività svolte all’interno della scuola.

Al fine di garantire questi tre aspetti, è necessario partire da una corretta scelta del sito su cui far sorgere la scuola, per poi progettare adeguatamente fonoisolamento e fonoassorbimento dei diversi ambienti componenti l’edificio.

Vista la varietà di funzioni svolte all’interno di un edificio scolastico è molto importante ragionare per singolo ambiente, per meglio rispondere alle esigenze specifiche. Nel 2017 l’Associazione Italiana di Acustica – AIA ha redatto le “Linee guida per una corretta progettazione acustica di ambienti scolastici”, in cui è possibile approfondire tutte le tematiche di seguito trattate. Leggi l'approfondimento

Il valore ottimale del tempo di riverberazione rappresenta il giusto compromesso tra il raggiungimento di un livello sonoro sufficiente per un’audizione senza sforzo, in tutti i punti dell’ambiente, e la riduzione degli effetti dannosi provocati da un eccesso di riverberazione. La determinazione di tale valore è stata ottenuta in seguito a numerose valutazioni soggettive sulla qualità dell’audizione in ambienti con diverse destinazioni d’uso.

In letteratura sono riportati diagrammi che consentono la determinazione del tempo di riverberazione ottimale in funzione del volume dell’ambiente e della sua destinazione d’uso in base alla frequenza.

In linea generale, per ambienti destinati all’ascolto della parola, dove il suono diretto viene privilegiato rispetto a quello riverberato, si indicano valori di tempo di riverberazione brevi. Materiali e prodotti da utilizzare, per controllare suddetti valori, possono essere pannelli fonoassorbenti, tendaggi, intonaci, tesature ecc, ma anche in questo caso la progettazione preliminare risulterebbe la più indicata, così da integrare tali materiali con l’ambiente circostante senza ritrovarsi a eseguire interventi non completamente risolutivi, lavorando su una superficie utile “rimanente”, senza possibilità di scelta. 

Tutti i nostri sensi sono ugualmente importanti e questo periodo ci ha proprio fatto comprendere quanto suono e rumori siano determinanti per le nostre percezioni.

Torneremo a vivere la quotidianità degli spazi comuni, pertanto adoperiamoci per renderli confortevoli sotto tutti i punti di vista.

Torneremo a far sentire la nostra voce e le nostre risate in maniera chiara ed efficace.

Si ringrazia l'ORDINE DEGLI INGEGNERI DI TORINO per la gentile collaborazione

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