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174 anni fa nasceva l'inventore della vasca sismica

Nelle mie googlolate dedicate agli argomenti che trattiamo con Ingenio ho trovato questa interessante intervista a Graziano Ferrari, già Dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, realizzata da Gennaro Savio e pubblicata su Isolaverdetv.it.

L'intervista ricorda il 174° anniversario della nascita di Giulio Grablovitz, lo scienziato e sismologo e italiano che ha ideato la famosa vasca sismica.

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Giulio Grablovitz e la sismica

Giulio Grablovitz nacque a Trieste nel 1846 (quando questa era ancora parte dell'Austria) e divenne cittadino italiano all'età di trent'anni.

Pochi anni dopo il cambio di cittadinanza, dopo il terremoto di Casamicciola del 1883, fondò l'Osservatorio geodinamico di Casamicciola (Ischia).

"L'attività di Grablovitz affrontava vari rami della geofisica, ma più particolarmente la sismometria. Poiché a quei tempi gli strumenti sismici erano primitivi e per lo più avvistatori empirici, i risultati erano grafici confusi, indecifrabili e che scientificamente rappresentavano pressoché nulla. Fu lui allora ad indicare la giusta via per ottenere dei sismogrammi leggibili; sostenendo il principio del punto fermo e delle tre componenti: due orizzontali, la terza verticale. Divise gli apparecchi tra quelli per onde rapide e quelli per onde lente. Per determinare le onde rapide destinava i già esistenti pendoli verticali corti (modelli Cecchi e Brassart e alla registrazione delle onde lente destinava i livelli geodinamici ed un apparato da lui stesso ideato e cioè la vasca sismica. Adattò a registratori i pendoli orizzontali del Rebeur Paschwitz, riuscendo così a catturare con un solo apparecchio le onde sismiche di svariate lunghezze." (cit. Wikipedia)


Gli stava a cuore vedere confermata una sua giovanile teoria secondo la quale nelle maree entrano in modo preponderante le oscillazioni del suolo impresse nei punti più flessibili delle crosta terrestre dall'attrazione del sole e della luna. Studio anche le acque minero-termali dell'Isola d'Ischia, soffermandosi in particolare sulla relazione tra maree e temperatura delle acque a livello del mare.


I suoi pendoli orizzontali sono considerati gli antenati dei sismografi moderni.

Vasta è la produzione di scritti a carattere sismologico di Grablovitz, molti di questi interessano gli strumenti da lui ideati; alcuni prendono invece in esame l'idea di un'organizzazione di sorveglianza sismica distribuita sul territorio nazionale e coordinata da un Ufficio Centrale. Sul finire della sua carriera Grablovitz pensò ad un ampiamento della rete sismica e ad un conseguente aumento di fondi che gli permettesse la sistemazione del suo osservatorio e l'assunzione di nuovo personale.

Un decreto governativo di quei giorni decise un ridimensionamento della rete sul territorio e la soppressione di alcuni osservatori tra i quali quello di Ischia.

Venne deciso il traferimento della stazione e delle strumentazioni di Casamicciola a Trieste sotto la direzione dello stesso Grablovitz ma un decreto successivo lo collocò a riposo con il titolo di direttore onorario dell'osservatorio. Trascorse gli anni più fecondi della sua attività scientifica negli osservatori dell'Isola d'Ischia seguendone le vicissitudini e non sopravvivendone alla soppressione.

I suoi apparecchi simici furono premiati con medaglia d'oro all'Esposizione di Milano del 1906. Fece parte in qualità di consulente del Consiglio Direttivo di Meteorologia e Geodinamica, fu socio fondatore della Società Sismologica Italiana e membro della Società degli spettroscopisti. (fonte: INGV)


"Il prof. Grablovitz affermava che senza strumenti precisi e senza un tempo cronometrico, i diagrammi più perfetti perdessero nove decimi della loro utilità. Precisione che riuscì ad ottenere, prima dell'invenzione della radio, autocostruendosi degli orologi solari. Costruì planisferi, ossia carte geografiche mondiali per un uso geodinamico, le quali danno le distanze e le direzioni azimutali dei vari luoghi da servire alla determinazione della distanza epicentrale. Studiò anche la deformazione periodica della parte solida del globo terrestre dovuta all'attrazione luni-solare, e il problema non meno complicato dei bradisismi. Fu molto attivo anche nel campo della maree. Contribuì con numerose pubblicazioni e con l'impianto di un mareografo, tipo Thomson, a Porto d'Ischia. Correlò grazie anche a questi studi i movimenti dell'Isola d'Ischia con il bradisismo di Pozzuoli." (cit. Wikipedia)


E come ci ricorda l'intervista, Grablovitz dopo quella straordinaria esperienza professionale non lasciò più l’isola e, quando morì nel 1928, fu tumulato nel cimitero di Casamicciola.

Ad Ischia il vivo ricordo di Grablovitz

Ad Ischia, a distanza di quasi un secolo dalla morte, i nipoti continuano a tenere vivo il suo ricordo e a conservare documenti originali importantissimi. 

E l'intervista, oltra ad onorare la memoria di studiosi come Giulio Grablovitz, lancia l'appello per la ristrutturazione e la ripartenza dell’attività dell’Osservatorio della Sentinella - dove risulta vergognosamente illeggibile persino la lapide di marmo che ricorda Glabrovitz - e la nascita di un parco scientifico naturalistico internazionale così come proposto dal Professor Giuseppe Luongo, già Direttore dell’osservatorio Vesuviano di Napoli e personalità di caratura mondiale nella ricerca scientifica sui fenomeni tellurici.

Sull’opera di Grablovitz, il Dott. Graziano Ferrari, già Dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, evidenzia:

“Grablovitz ci ha lasciato una grande eredità di dati, riflessioni, invenzioni che, viste con uno sguardo sincronico, possono fare sorridere chi questa eredità l’ha acquisita senza avere partecipato a crearla. Ma come tutte le eredità, si porta dietro la responsabilità di non dissiparla, ma di continuare nella scia di quella eccellenza nella geofisica italiana di cui Grablovitz è stato un grandissimo protagonista. Difficile è delineare a pieno il contributo dello scienziato, perché da grande studioso sperimentale, ha prodotto una quantità enorme di dati di osservazione di quanto fosse osservabile dei fenomeni naturali, nella meteorologia, sismologia, astronomia, termalismo. E l’immensa quantità di documenti che ci ha lasciato in oltre 60 anni di attività è una straordinaria miniera di dati, per la gran parte inesplorata”.

E' possibile leggere l'intervista completa a questo LINK

 


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Letter from R.D. Oldham 1914 to Giulio Grablovitz on 18th September in which the British seismologist recognised without any doubt Grablovitz's priority in the identification of three different phases in seismograms.  (LINK)