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Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI): cos'è, mappa delle zone, obiettivi

Il nuovo piano (PiTESAI) del MITE, pubblicato sul sito ufficiale del Ministero e in Gazzetta Ufficiale, individua le aree in cui è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale.


Dopo anni di attesa, il Piano della transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI) è realtà.

Lo ha reso noto il Ministero della Transizione Ecologica al termine del lungo iter, conclusosi con la pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale del 11 febbraio 2022, dell'Avviso relativo al decreto del 28 dicembre 2021 che approva, appunto, il PiTESAI, ai sensi dell'art. 11-ter del decreto-legge 135/2018, convertito, con modificazioni, dalla legge 12/2019.

 

Piano per la transizione energetica sostenibile: cos'è

Il Piano individua le aree in cui è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale.

L’iter ha visto un complesso lavoro iniziale di mappatura, portata avanti insieme ad istituti di ricerca specializzati (Ispra, Rse), in seguito al quale il Ministero della Transizione Ecologica ha proposto il Piano che è stato così sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), processo che prevede una fase di consultazione interamente pubblica.

Il 29 settembre 2021, in linea con l’impegno preso, il Piano è stato consegnato dal MiTE avviando così la fase di interlocuzione con la Conferenza Unificata che a dicembre 2021 si è pronunciata positivamente, proponendo il vincolo di valutazione di possibili attività connesse a permessi di ricerca limitandole esclusivamente al gas.

Il PiTESAI ha l’obiettivo di fornire regole certe agli operatori e di accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale definendo le priorità sia in un’ottica di decarbonizzazione - in linea con gli accordi internazionali di tutela dell’ambiente e della biodiversità - che del fabbisogno energetico.

Nella realizzazione del Piano, si è tenuto conto dei criteri di sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale ed economica.

Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee: obiettivi, analisi e mappe aggiornate

PiTESAI: tra energia rinnovabile e criteri ambientali

Il Piano è quindi finalizzato a individuare un quadro di riferimento delle aree, a terra e a mare, ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, stabilendo quindi le “aree potenzialmente idonee” per dette eventuali attività future e definendo altresì la “compatibilità” delle attività esistenti con il territorio interessato, secondo valutazioni di sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle stesse.

Nella formulazione del PiTESAI, la parte principale dell’attività è stata rivolta all’individuazione dei criteri ambientali, sociali ed economici, in base ai quali stabilire se una determinata area sia potenzialmente o meno “idonea” all’effettuazione delle attività di ricerca e di successiva coltivazione di giacimenti di idrocarburi e/o “compatibile” alla prosecuzione delle attività minerarie già in essere.

L’applicazione dei criteri ambientali, sociali ed economici avrà pertanto ad oggetto da un lato le nuove istanze per lo svolgimento potenziale delle attività upstream e dall’altro la prosecuzione dei procedimenti amministrativi e delle attività minerarie che sono già in essere

NB - I criteri ambientali sono stati definiti sulla base delle caratteristiche territoriali e ambientali delle aree di studio individuate in base alla presenza di vincoli normativi, regimi di protezione e di tutela a vario titolo e di particolari sensibilità/vulnerabilità alle attività oggetto del PiTESAI.

Il Piano si compone di 4 capitoli e 3 allegati, più un’Appendice sull’attività di studio e ricerca effettuata.

 

La definizione delle aree idonee e l'aggiornamento del piano

Per la definizione delle “aree potenzialmente idonee”, ossia di quelle aree attualmente non interessate da attività upstrem ma da considerare potenzialmente destinabili a nuove attività, sono stati valutati come prevalenti i criteri ambientali.

Sono stati quindi considerati e descritti in dettaglio i vincoli ambientali assoluti, quali vincoli normativi che già prevedono restrizioni di vario tipo per le attività upstream, nonché i vincoli aggiuntivi di esclusione, quali vincoli di salvaguardia, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale, territoriale ed economico, che precludono di fatto le specifiche attività operative di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle aree interessate ed infine i vincoli di attenzione/approfondimento da considerare nelle successive fasi valutative sito-specifiche, quali elementi che non determinano a priori la non idoneità dell’area, ma che per le loro caratteristiche ambientali dovranno essere adeguatamente considerati nelle successive fasi valutative sito-specifiche (tra cui le VINCA e le VIA del progetto nel sito specifico) che si renderanno necessarie prima di approvare l’effettuazione delle specifiche attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi.

Tali vincoli individuati per l’elaborazione del PiTESAI saranno considerati, ove applicabile, dinamici e adattativi (a tal fine, il Mite aggiornerà tali categorie sulla base delle comunicazioni di aggiornamento che le Regioni/Enti/Ministeri saranno tenuti ad effettuare all’ufficio competente della DGISSEG).

Il Piano sarà soggetto inoltre ad una frequenza di revisione quinquennale.

 

PiTESAI: chiusura delle attività non idonee e livelli di analisi

In sintesi, il PiTESAI determina:

  1. in primo luogo la chiusura alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di tutte le aree marine e terrestri non comprese nell’ambito territoriale di riferimento della pianificazione e valutazione del Piano, corrispondenti all’applicazione dei criteri illustrati al cap. III, mediante Decreto del Ministro della Transizione Ecologica da emanare entro tre mesi dall’adozione del PITESAI;
  2. in secondo luogo, l’individuazione di due livelli di analisi differenti delle aree idonee per la valorizzazione della sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle attività di ricerca ancora da avviare, e di quelle di ricerca o coltivazione già in essere, con conseguente necessità per l’Amministrazione di adottare conseguenti e opportuni provvedimenti (di riperimetrazione delle aree interessate da titoli minerari vigenti, revoche di titoli in essere qualora ricadenti in aree non idonee, etc.) per dare concreta attuazione alle risultanze del PiTESAI.

La pianificazione vera e propria di cui al primo livello definisce pertanto le aree dove potranno essere in futuro presentate nuove istanze per lo svolgimento potenziale di attività di prospezione/ricerca/coltivazione.

Le future istanze che concerneranno tali aree seguiranno l’iter amministrativo (compreso quello di verifica ambientale) di conferimento previsto dalla normativa vigente in materia.

La valutazione di cui al secondo livello definisce invece le aree idonee alla prosecuzione dei procedimenti amministrativi e di quelle, già oggi occupate da titoli minerari, che saranno dichiarate compatibili secondo l’art. 11-ter, comma 8, della legge 12/2019, intesa come sostenibilità ambientale, sociale ed economica, alla prosecuzione delle attività di ricerca o di coltivazione già in essere, la cui individuazione discende dalle impostazioni decisionali descritte nel Piano.

 

Le mappe con le aree idonee e non idonee

Altre informazioni su strati informativi di base, vincoli assoluti, vincoli aggiuntivi di esclusione e vincoli relativi di attenzione/approfondimento sono resi disponibili da ISPRA al seguente link: https://sinacloud.isprambiente.it/portal/apps/webappviewer/index.html?id=44b6c75b5e994703b9bd6adf51561a7d


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