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Appalti pubblici: il percorso di adozione del BIM della Provincia di Macerata

Tra le Pubbliche amministrazioni del Paese che stanno affrontando il momento di transizione verso il BIM, vi è anche la Provincia di Macerata impegnata nel progetto del nuovo Polo Scolastico delle Scuole Superiori nel Comune di Tolentino, del valore complessivo di 23,5 milioni di euro da ricostruire a seguito degli eventi sismici del Centro Italia 2016.

Trattandosi di lavori pubblici, si è reso necessario ricorrere alla metodologia BIM, così come previsto dal Decreto Baratono (modificato con il Decreto 312 del 02/08/2021), che da quest’anno impone l’uso del Building Information Modeling per le opere i cui importi a base di gara sono pari o superiori ai 15 milioni di euro.

L’architetto Giordano Pierucci, Responsabile Unico del Procedimento del nuovo Polo, racconta come si è organizzato l’ente marchigiano per adempiere a quanto previsto dalla normativa.

 

La digitalizzazione nella gestione degli appalti pubblici

Arch. Pierucci, il progetto del nuovo campus scolastico vi ha portato ad avviare il percorso di adozione del BIM all’interno degli uffici tecnici della Provincia. Quando avete iniziato e come vi siete organizzati? 

«Il percorso formativo è iniziato nel 2020 proprio in vista della realizzazione del nuovo Polo scolastico, un progetto necessario in quanto, a causa del terremoto del 2016, gran parte del nostro patrimonio edilizio scolastico è stato danneggiato. A suo tempo il Comune di Tolentino scelse di delocalizzare le scuole esistenti per concentrarle in un unico complesso da costruire in un’area in forte espansione della città. Il fatto stesso di raggruppare cinque istituti scolastici in un polo ha comportato un grande importo dell’opera che è così ricaduta nell’ambito dell’obbligatorietà prevista dal Decreto 560/2017. Come Ufficio Tecnico eravamo già venuti a conoscenza di questa metodologia nel 2010, ma nel progetto del Polo scolastico è stata determinante l'obbligatorietà. Dovendo avviare la progettazione interna del Definitivo e non possedendo nessuna preparazione specifica abbiamo scelto di affidarci a un BIM Manager dal momento che occorrono conoscenze opportune per la progettazione mediante metodologia BIM. Inoltre, dal momento che il Decreto Baratono prevede il processo di implementazione del BIM dell’Ente rendendo necessari l’adozione di un Atto Organizzativo, di un piano di formazione e dell’acquisizione di programmi e computer dedicati, in qualità di responsabile del processo di implementazione, mi sono confrontato con altri colleghi di enti locali per conoscere lo stato di attuazione dei processi BIM e la migliore strada da percorrere».

Vi siete rivolti a qualche società di consulenza?

««Sì, ci siamo affidati ad una società esterna esperta del settore e insieme al Bim Manager stiamo mettendo a punto il Capitolato Informativo e l’Atto Organizzativo. Inoltre abbiamo attivato con loro un primo percorso di formazione sul Legal BIM visto che era necessario adeguare il Capitolato Speciale, lo Schema di Contratto e il bando. La formazione si è rivolta in particolare al Rup, al responsabile della stazione appaltante, al responsabile amministrativo dell’Ufficio Tecnico e ai loro collaboratori».

Quanti dipendenti sono coinvolti?

«Tra tecnici e amministrativi siamo circa una decina. Mi auguro che a breve, subito dopo l’approvazione dell’Atto Organizzativo, si possa avviare un piano di formazione e apprendimento finalizzato alla formazione di BIM Specialist, BIM Coordinator e BIM Manager, anche perché a breve partirà il progetto di un secondo Polo. Il nostro obiettivo è arrivare a un’attività interna di progettazione con il BIM senza dover necessariamente ricorrere a studi esterni, coscienti che il percorso sarà lungo e difficile».

Com’è stato accolto questo cambiamento da lei e i suoi colleghi? 

«Bene, anche perché siamo consapevoli dei benefici che apporta il BIM sia nell’organizzazione del lavoro di gruppo sia nell’ integrazione tra le componenti del progetto. Comunque credo che, oltre alla componente dell’obbligatorietà, occorra una forte motivazione sia personale sia dell’Amministrazione stessa per avere il giusto approccio a questo cambiamento. Penso anche che servirebbero più risorse statali per aiutare le Pubbliche Amministrazioni a far fronte all’attività di formazione del loro personale e in generale a essere supportate in questo processo innovativo».


Per approfondire:

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>>> Cosa prevede il nuovo Decreto BIM

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