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Recupero statico funzionale di un edificio di archeologia industriale

La memoria presenta il progetto di recupero statico funzionale di un edificio industriale costruito agli inizi del 1900 a Napoli, oggi dismesso

La memoria presenta il progetto di recupero statico funzionale di un edificio industriale costruito agli inizi del 1900 a Napoli, oggi dismesso. Il progetto di riabilitazione è orientato da un lato al recupero della struttura di acciaio esistente, dall’altro lato al suo adeguamento alla nuova destinazione d’uso quale centro sportivo multivalente.

INTRODUZIONE
L'edificio oggetto dell’intervento è stato costruito nei primi anni del 1900 nel sito industriale di Bagnoli (figura 1), nella zona occidentale della città di Napoli, dove sorgeva il complesso siderurgico Italsider dell’ILVA, oggi in dismissione. Attualmente il piano urbanistico esecutivo dell’area, gestito dalla Società Bagnolifutura, mira a valorizzare le eccezionali potenzialità ambientali e a rilanciare la vocazione turistico-culturale dell’area. Per conseguire tale obiettivo, si intende realizzare un insediamento urbano dove le nuove residenze, le attrezzature per il turismo, lo svago e il divertimento, nonché le imprese produttive ad alto contenuto tecnologico siano inserite nel contesto ambientale, conservando la memoria delle funzioni sviluppate nel corso del XX secolo nel centro siderurgico.
La costruzione era originariamente adibita a centrale termo-elettrica, per la produzione di elettricità dal gas generato dall’altoforno.



Fig. 1 – L’ex sito industriale Italsider di Bagnoli (Napoli)

Essa era interamente realizzata con struttura di acciaio, tipica degli edifici industriali dell’epoca. E’ stata sottoposta a diverse modifiche nel corso degli anni sia a causa dei danni subiti durante la seconda guerra mondiale sia per i cambiamenti di destinazione d’uso. Allo stato attuale l’edificio è profondamente degradato poiché inutilizzato e abbandonato da lungo tempo: mancano alcune membrature, estese zone degli elementi in acciaio sono deteriorate per la corrosione, alcuni collegamenti sono completamente dissestati e numerose pareti di facciata presentano crolli parziali.
La riabilitazione è finalizzata da un lato al recupero della struttura di acciaio esistente, preservandone la tipologia originaria, dall’altro lato all’integrazione della stessa con una nuova costruzione realizzata in parte di acciaio in parte di calcestruzzo armato, per adeguarla al cambiamento di destinazione d’uso, quale centro polisportivo.
La memoria illustra lo stato attuale della costruzione, evidenziandone il degrado, la nuova concezione statico-funzionale e i corrispondenti interventi di recupero.

L’EDIFICIO ORIGINARIO E LE SUE SUCCESSIVE TRASFORMAZIONI
L’edificio rappresenta la più antica testimonianza di costruzione industriale appartenente al sito di Bagnoli. Esso fu costruito nel primo insediamento dello stabilimento, tra il 1909 e il 1911 (figura 2).



Fig. 2 – L’edificio originario (1)

L’edificio nella sua configurazione originaria aveva una superficie coperta di circa 3.300 m2, con una struttura monopiano ad unica navata, tipica delle costruzioni industriali di acciaio (figura. 3). La copertura, a doppia falda, è costituita da lamiere metalliche sostenute da un ordito longitudinale di arcarecci, che scaricano sulle capriate reticolari. Il controventamento di piano è garantito da aste diagonali, disposte sia superiormente nel piano di falda a collegamento degli arcarecci e delle capriate, sia inferiormente a collegamento dei correnti inferiori delle capriate stesse. Le capriate scaricano su pilastri tralicciati, alternati a colonne a profilo singolo, disposti sugli allineamenti strutturali longitudinali nord e sud. In particolare i pilastri tralicciati presentano un graduale allargamento della sezione al di sotto della quota del piano campagna fino al piano di fondazione.



Fig. 3 – Dettagli strutturali: a) Viste interne; b) Capriate reticolari e controventi di copertura; c)
Travatura reticolare orizzontale e trave carroponte; d) Base del pilastro tralicciato; e) collegamento
chiodato.


Le strutture verticali sono collegate superiormente da una travatura reticolare orizzontale posta alla quota d’imposta della trave del carroponte, nonché da due allineamenti orizzontali di arcarecci di facciata e controventi diagonali. Il carroponte, avente in origine una portata di 20 t, è costituito da una trave reticolare spaziale.
Le facciate ovest ed est, presentavano dei contrafforti verticali a traliccio emergenti dal piano di facciata. Gli elementi di tamponatura sono costituiti da pannelli di muratura in blocchi di cemento mescolato con scorie d’altoforno inseriti all’interno dei campi individuati dalle membrature metalliche di facciata. I collegamenti sono realizzati con chiodi e bulloni.
Durante il secolo scorso la struttura ha subito molte variazioni, in parte dovute ai danni prodotti durante la seconda guerra mondiale, in parte causate dagli ampliamenti, dalle riduzioni e dai cambiamenti di destinazione d’uso secondo le esigenze dello stabilimento siderurgico. Nella prima metà del secolo, sul lato sud è stata costruita una navata laterale, avente struttura in acciaio analoga a quella della navata principale. Negli anni ‘60 la navata laterale è stata estesa lungo tutto lo sviluppo longitudinale dell’edificio, con la realizzazione di una nuova struttura in calcestruzzo armato. Inoltre sono state demolite alcune campate longitudinali sul lato ovest ed è stato realizzato un piano interrato in calcestruzzo armato, destinato ad accogliere i bacini idrici di raffreddamento e a supportare nuovi impianti di rilevante peso (figura 4).



Fig. 4 – Principali variazioni dell’edificio: a) Facciata ovest; b) Particolare della copertura della navata laterale.

Tali modifiche hanno comportato una variazione del sistema strutturale in corrispondenza dell’allineamento strutturale sud. In particolare, nella parte di acciaio della navata laterale le colonne a profilo singolo sono state sostituite da una travatura reticolare verticale collegata al corrente esterno della travatura orizzontale, allo scopo di sostenere dal lato della navata principale le capriate di copertura e dal lato della navata laterale le travature reticolari, ad altezza variabile, che costituiscono la struttura portante delle falde inclinate di copertura della navata laterale stessa. Inoltre, nella parte in calcestruzzo armato della navata laterale, in prosecuzione della travatura reticolare orizzontale della parte di acciaio è stata realizzata una trave longitudinale prefabbricata in calcestruzzo armato, che supporta le travi inclinate della falda di copertura della navata laterale.
In definitiva, la configurazione attuale dell’edificio (figura 5) si presenta con una navata principale monopiano ed una navata laterale a due piani, con pianta rettangolare di superficie 35×48 m e altezza massima al colmo di 20 m.

Fig. 5 – L’edificio nella sua configurazione attuale.

Estratto da Costruzioni Metalliche n.4/2012

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