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Il Credito e la Digitalizzazione delle Imprese di Costruzione

Il Credito e la Digitalizzazione delle Imprese di Costruzione

Merito di Credito - Kreditfähigkeit, Credit Worthiness, Cote de Crédit - e Digitalizzazione delle Imprese di Costruzione

Il quadro macroeconomico potrebbe, per il Settore delle Costruzioni, in parte evolversi a livello europeo, come dimostrano le intenzioni del Ministro Schäuble di prevedere 10 miliardi di Euro di investimenti o le risultanze del Rapporto Annuale sulla situazione economica in Germania presentato alla Bundeskanzlerin da parte del Sachverständigenrat zur Begutachtung der gesamtwirtschaftlichen Entwicklung.
Al di là di ciò, fondamentale per la ripresa di un Programma di Investimenti in conto capitale, anche con riferimento specifico al cosiddetto Piano Juncker, le altre Determinanti che connotano le difficoltà del Settore delle Costruzioni restano il differimento del pagamento dei debiti da parte delle Committenze Pubbliche e Private, solo parzialmente risolto, e la complicazione delle procedure amministrative, affrontate dal controverso Decreto cosiddetto Sblocca Italia.
Certamente, però, la contrazione creditizia gioca un ruolo decisivo, quale fattore risolutivo della congiuntura.
Come vedremo, tuttavia, questo passaggio, che è relativo a una forte tecnicalità intrinseca inerente anche a sofisticati modelli finanziari di valutazione della solvibilità dei prenditori, non può trascurare l'esigenza imperiosa di rivisitare le Identità degli Attori dei Processi Edilizi e Infrastrutturali e il Senso medesimo dei Prodotti Infrastrutturali e Immobiliari: le cause strutturali devono prevalere, infatti, su letture contingenti.
Tra l'altro, la prospettiva evolutiva potrebbe non tanto consistere in un ulteriore Ridimensionamento del Mercato, quanto in una sua Riconfigurazione, in cui il protagonismo sia assunto da Gestori di Flussi e di Dati (Utility e ICT Company), in presenza, oltre tutto, dalla scomparsa di un gran numero di Imprese storicamente dotate di valori reputazionali.
La decelerazione dei prestiti bancari alle Imprese di Costruzioni, e in particolar modo, alle Piccole e Medie, prive di ulteriori canali di finanziamento, è stata assai rilevante a partire dal 2008, sia pure in maniera variabile.
La percentuale delle Imprese razionate è considerevole, in virtù delle sofferenze generate dal Settore, con profonde ripercussioni sulla redditività bancaria, colpendo, in ispecie, quelle Imprese che non posseggono, appunto, modalità alternative di accesso al credito (a meno di un apporto da parte della Cassa Depositi e Prestiti, come per l'erogazione dei mutui alle famiglie grazie ai covered bond e al plafond o da parte del Fondo di Garanzia per le PMI) e che ormai presentano esigue capacità di autofinanziamento.
Ancora una volta, però, per molto tempo si è ovviato, anche con un over funding, alle criticità intrinseche al rapporto Banca-Impresa di Costruzioni trascurando la condizione, dannosa, di eccessiva frammentazione del Mercato delle Costruzioni e di scadente credibilità industriale del Comparto.
La redditività operativa insoddisfacente e gli indici di indebitamento elevati hanno, perciò, consigliato al Sistema Bancario, anche su raccomandazione della Banca Centrale Europea, una speciale prudenza nei confronti del Settore delle Costruzioni e, tanto più, di quello dell'Immobiliare che, pure, paradossalmente, avrebbero notevole incidenza sul Prodotto Interno Lordo e sulla Economia Nazionale.
È evidente, una volta di più, che l'assenza di una Politica Industriale e di una Strategia di Re- Branding condannano il Settore al perdurare della crisi in cui versa ormai da poco meno di un decennio.
È stato rilevato, comunque, come "le banche di minore dimensione hanno mostrato continuamente una maggiore capacita?, rispetto alle banche maggiori, di rispondere alle esigenze delle imprese, in particolare quando ha operato una simmetria dimensionale nel rapporto banca-impresa. Nelle banche di minore dimensione la prossimita? del cliente dai centri decisionali riduce la distanza funzionale, e? minore la complessita? dell’iter valutativo, e? piu? agevole l’apprezzamento delle prospettive future a medio-lungo termine dell’impresa...(La) correlazione tra crisi del debito sovrano, recessione e crisi bancaria ha ridotto la liquidita? bancaria e accresciuto le sofferenze. Le banche relativamente piu? efficienti sotto il profilo dei costi sono state le BCC...Si potrebbe quindi ritenere che le grandi banche organizzate sotto forma di societa? per azioni, in certa misura, tendano a scaricare le inefficienze gestionali sulla clientela attraverso l’applicazione di piu? alti tassi di interesse sui prestiti erogati, in virtu? di un maggior potere di mercato, a discapito di componenti minoritarie del sistema in termini di quote di mercato, quali le piccole banche e quelle di credito cooperativo, che, essendo piu? efficienti, conseguono differenziali di spread piu? bassi che sono compensati da una piu? oculata gestione dei costi".
Di conseguenza, "le banche minori e le BCC si rivolgono prevalentemente alla clientela medio-piccola dei mercati locali nelle quali operano, valorizzando le relationship banking e riducendo le asimmetrie informative, ottimizzando quell’informazione soft che le banche maggiori non sono in grado di raggiungere. In particolare le BCC, in quanto banche locali, sono piu? vicine ai propri soci ed alle esigenze economiche dei clienti, offrendo tutta una serie di vantaggi che le grandi banche nazionali non sono in grado di garantire; cio? garantisce alle BCC un ritorno in termini di rendimento dei prestiti concessi, che le permettono di fronteggiare adeguatamente il costo sulla raccolta e di mantenere i propri standard di liquidita?, sebbene l’aggravarsi della crisi abbia necessariamente comportato un aumento dei crediti deteriorati".
A proposito della contrazione del credito, ANCE rilevava nel 2013 come "il credito per gli investimenti si e? drammaticamente ridotto negli ultimi sei anni: -66% nel non residenziale, -50% circa nell’abitativo. Nel 2007 venivano erogati 31 miliardi all’anno per la costruzione di abitazioni; sei anni dopo, i finanziamenti bancari sono stati poco piu? di 16 miliardi. Nel settore non residenziale, si e? passati dai 21 miliardi di prima della crisi ai 7 dello scorso anno".
È, altresì, evidente che il Settore delle Costruzioni e, specificamente le Imprese, abbiano forte riluttanza a misurare le ragioni del razionamento del credito alla luce dei vincoli posti alle Banche a livello internazionale, preferendo limitarsi a una interpretazione, per così dire, unilaterale.
Come è noto, gli Istituti di Credito ricorrono all'analisi fondamentale, ma anche a quella andamentale, per valutare il merito di credito nei confronti del prenditore.
Del resto, il Weight of Risk, in funzione del Risk of Default e del Risk of Recovery (quindi della probabilità di insolvenza, del tasso di perdita in caso di insolvenza, dell'esposizione in caso di insolvenza), appare oggi determinante.
All'interno dei modelli, tradizionali o strutturali, per la valutazione del Rischio di Credito, o a complemento di essi, occorre chiedersi se sia possibile utilizzare parametri differenti, ad esempio, dalla storia creditizia, per valutare l’affidabilità creditizia, specie delle Piccole e Medie Imprese di Costruzioni, ma non esclusivamente, e quale ruolo l'Information Modelling rivesta in essi.
Con Basilea 2, peraltro, il Capitale di Vigilanza degli Istituti di Credito è connesso alla Valutazione effettuata sulla singola Impresa e a una strutturazione più flessibile delle ponderazioni, maggiormente sensibile alle differenze.
Naturalmente occorre avere presente come, affinché si possa parlare a pieno titolo di Credit Risk, occorra che la variazione del merito creditizio sia inattesa, vale a dire rappresenti la volatilità delle perdite intorno al valore medio della distribuzione delle perdite.
In ogni caso, non si hanno in questa sede le competenze per approfondire la tematica, che, in parte, verte anche sulla stabilità dei tassi di migrazione con riferimento alle classi di rating.
Occorre, dunque, domandarsi, specie nella logica del deterioramento, e, comunque, al di fuori di una logica binomiale per il processo istruttorio e decisionale di affidamento, non solo dell'insolvenza, se un indicatore indiretto (specie per la perdita inattesa) possa essere costituito dalle Data Analytics and Metrics riferite a una specifica Commessa o a una pluralità di Commesse, tenendo conto della natura di molti affidamenti che non sono relativi a specifici Interventi.
Si ricorda, ad esempio, che per le Piccole Imprese Nomisma e CRIF hanno proposto metodologie di Scoring alternative basate, ad esempio, sul pagamento delle bollette dell'acqua.
In altri termini, occorre chiedersi se agli Intermediari possa interessare una condizione per cui la Commessa sia gestita attraverso una Piattaforma in cui gli Operatori siano tenuti a interagire tramite l'Information Modelling (BIM o IIM) e il Product Life Cycle Management (PLM), partendo da BIM Library e Rule Set condivisi e approvati come Conformi.
Ovviamente, però, la Mitigazione del Rischio non dovrebbe consistere specificamente nel semplice Model Checking o in altre forme concettualmente analoghe di Monitoraggio dello Stato di Avanzamento della Commessa, quanto proprio nell'utilizzare speciali Analitiche e Metriche che consentano all'Intermediario, oltre che al Committente, di svolgere Business Intelligence, al fine di trarre dalle Transazioni di Dati e dai Flussi di Informazioni elementi comportamentali sulle relazioni che intercorrono tra i Soggetti operanti lungo la Catena di Fornitura.
Si tratta di spostare la focalizzazione da obiettivi di intrinseco efficientamento del Sistema, che coinvolge Committenti, Progettisti, Produttori, Distributori, Costruttori, Gestori a un ambito addizionale: il Discernimento dei rapporti negoziali tra Operatori entro la Filiera in cui si muovono, non solo per verificarne direttamente la correttezza tecnica dell'operato o la conformità temporale alle scadenze di consegna previste, ma, soprattutto, per accertare indirettamente la loro disposizione a conseguire le finalità relative alla Funzionalità (Operability) del Manufatto da gestire e, in particolar modo, l'attitudine a onorare reciprocamente gli impegni contrattuali presi.
Chiaramente per l'allentamento del Credit Crunch valgono i gradi diretti di solvibilità del prenditore, ma, oltre alla consultazione dei bilanci o degli stati patrimoniali e delle Centrali Rischi (pubbliche e private), per gli Intermediari Finanziari potrebbe essere utile, anziché ricorrere a un tradizionale Auditing, vigilare in tempo quasi reale su una Piattaforma i contenuti o le relazioni offerti dagli Operatori che sono oggetto degli affidamenti.
Serve, pertanto, che il Settore delle Costruzioni adotti un forte atteggiamento proattivo nei confronti del Settore del Credito, per cui le valide ragioni di critica rivolte agli Intermediari da parte dei Costruttori siano avvalorate da una immagine di maggiore innovatività e, in definitiva, giusto di credibilità.