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“Catturato” al CERN il primo fascio di antimateria: un successo anche italiano

Per la prima volta, infatti, un team di ricerca internazionale è riuscito a produrre e a “intrappolare” un fascio di antimateria, costituita da particelle di massa identica a quella della materia comune ma con carica elettrica opposta.

Dopo la scoperta del Bosone di Higgs avvenuta nel 2012, un ulteriore passo avanti nella conoscenza delle particelle che compongono l’Universo è stato compiuto presso i laboratori del Centro Europeo di Ricerca Nucleare (CERN). Per la prima volta, infatti, un team di ricerca internazionale è riuscito a produrre e a “intrappolare” un fascio di antimateria, costituita da particelle di massa identica a quella della materia comune ma con carica elettrica opposta.
Pubblicato sulla rivista Nature Communications, il risultato è stato ottenuto nel corso dell’esperimento ASACUSA (Atomic Spectroscopy And Collisions Using Slow Antiprotons) portato avanti da un gruppo di ricerca internazionale, con la partecipazione italiana dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) sotto il coordinamento di Luca Venturelli dell'Università degli Studi di Brescia.
Nel corso delle analisi, gli scienziati hanno prodotto e fatto scorrere un fascio di antiparticelle all’interno di un cilindro lungo circa 3 metri, dopodiché sono riusciti a “catturare in volo” 80 atomi di anti-idrogeno a 2,7 metri di distanza dalla sorgente. Un risultato mai ottenuto prima, a causa del fatto che le particelle di antimateria tendono a distruggersi quando vengono in contatto con le comuni particelle di materia, in base a un fenomeno chiamato “annichilazione”.
Questo traguardo potrebbe consentire di studiare più in dettaglio le caratteristiche dell’antimateria e aiutare a risolvere uno dei grandi quesiti della fisica moderna: la prevalenza di materia nell’Universo visibile rispetto all’antimateria. Il prossimo passo dei ricercatori, quindi, sarà quello di produrre e analizzare fasci di antimateria sempre più ricchi e stabili, indagando le caratteristiche e le potenzialità di queste particelle anche sul piano energetico.

Fonte INFN