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Ancora col segno meno i dati sul consumo di cemento

Lo rivelano i dati dell’Ufficio Studi AITEC sull’ultimo trimestre 2011

 

Lo scenario macroeconomico risulta ancora particolarmente complesso e caratterizzato dal permanere di forti timori legati ai rischi di una pesante recessione nel corso del 2012. Dai dati elaborati dal Ufficio Studi AITEC si registra ancora una volta una contrazione nel settore del cemento che, nel corso del IV trimestre 2011, ha evidenziato una diminuzione dell’1,3% dei consumi (tabella 1).


Per capire meglio come si è sviluppato il fenomeno nel corso degli anni e quale evoluzione ci aspetti in futuro, l’Ufficio Studi ha inoltre condotto una nuova analisi sul trend di lungo periodo e sulle fasi cicliche dei consumi di cemento.

I consumi di cemento in Italia attualmente stanno attraversando una fase di grave difficoltà. L’analisi del trend di lungo periodo (figura 1) mette in luce un andamento pressoché ininterrotto di crescita protrattosi fino alla metà degli anni ’80, quando sembrava che i consumi si fossero stabilizzati su un livello di maturità. Questo andamento è stato bruscamente interrotto da un primo break strutturale nei primi anni ’90, in corrispondenza degli eventi legati a Tangentopoli, che ha causato un calo del trend fino al livello minimo di 37,4 milioni di tonnellate raggiunto nel 1996. Da tale momento il trend dei consumi ha iniziato un’importante fase di ripresa che ha condotto al più lungo ciclo espansivo dal dopoguerra, con consumi in crescita per un decennio fino al picco massimo del 2006, quando il trend dei consumi annui ha raggiunto un livello pari a circa 42 milioni di tonnellate.


In corrispondenza della crisi finanziaria, innescata dal crack della Lehman Brothers a settembre del 2008, si è verificato un secondo break strutturale che ha fatto posizionare il trend dei consumi di lungo periodo su un livello più basso (36,4 milioni di tonnellate) rispetto a quello della precedente crisi, ritornando ai valori registrati a metà degli anni ’70.


È difficile attendersi che il livello del trend possa tornare su valori prossimi a quelli raggiunti nel 2006, saranno piuttosto le fasi cicliche, legate a fenomeni congiunturali quali ad esempio politiche di investimento, a influenzare l’andamento dei consumi di cemento nei prossimi anni. La componente ciclica può, infatti, incidere fino a circa 6 milioni di tonnellate sul livello totale annuo dei consumi, determinando fasi espansive e recessive di durata pari a circa 5 anni. L’ultima fase espansiva, tuttavia, ha mostrato una durata più ampia, quasi doppia, rispetto alle precedenti protraendosi per ben nove anni. Occorrerà pertanto comprendere se la fase recessiva che stiamo attualmente vivendo subirà anch’essa, e in che misura, un ampliamento rispetto ai cicli precedenti.


Fonte: UFFICIO STUDI AITEC