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Fondazioni energetiche innovative: prototipi di micropali attivi per lo sfruttamento della risorsa geotermica a bassa entalpia
Recentemente, particolare attenzione è stata rivolta alla possibilità di utilizzare il calore del sottosuolo attraverso le strutture a diretto contatto con esso. Esempi di tecnologie sviluppate in questo ambito hanno riguardato: tunnel, muri di sostegno, paratie e, soprattutto, strutture di fondazione profonde ([1], [2]). Queste ultime, quando già previste in un edificio per motivi strutturali, se accoppiate con un tradizionale sistema geotermico a sonda verticale, consentono di ottenere vantaggi sia economici (riduzione dei costi di installazione dell'impianto) che energetici (scambio di calore da e verso il terreno favorito dalle ottime proprietà termiche del calcestruzzo). Una possibile alternativa molto promettente nello sfruttamento della risorsa geotermica a bassa entalpia è rappresentata dai micropali, dato il loro costo di installazione relativamente limitato e le loro procedure realizzative relativamente semplici e veloci. Il termine “micropalo” è usato nella terminologia geotecnica corrente per indicare pali con un diametro inferiore a 30 cm. Utilizzati per la prima volta in Italia nel 1952 come metodo innovativo per il recupero di edifici danneggiati in guerra [4], sono oggi ampiamente sfruttati in interventi di consolidamento di edifici esistenti o integrati in strutture multifunzionali per l’accumulo e produzione di energia rinnovabile [5]. Alla luce di ciò e allo scopo di studiare il comportamento di questo tipo di fondazioni energetiche (ancora poco noto e poco indagato), sono stati recentemente sviluppati e testati, presso il Polo di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia, due prototipi di micropali energetici.