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Bonus e dl Sostegni ter: la fine della libera circolazione dei crediti fiscali

La versione pubblicata in Gazzetta Ufficiale del DL Sostegni Ter ha sancito la fine della libera circolazione dei crediti fiscali, almeno sino alla conversione in legge del medesimo documento quando una mano attenta emenderà (si spera!) quello che pare essere un enorme freno alle attività edilizie di riqualificazione del patrimonio esistente.

Bonus e dl Sostegni ter: ecco cosa è accaduto

Per chi non avesse seguito la vicenda, è accaduto questo: il Consiglio dei Ministri (quindi il Governo) ha cambiato per l’ennesima volta la legislazione sui Bonus Fiscali e sulla cessione dei crediti derivati, eliminando la possibilità delle cessioni multiple indipendentemente da cedente e cessionario. 

Quindi, il fornitore che fa lo sconto in fattura può cedere il credito solo una volta, mentre il Committente che matura il diritto a detrarre può convertire la detrazione in un credito cedibile una sola volta.

Per capire cosa questo comporti, proviamo ad usare un paragone con un oggetto della nostra (o, perlomeno, mia) infanzia: le figurine dei calciatori. Da bambini c’era la “libera circolazione” delle figurine, scambiate per qualche lira o per una merendina, con l’intento di completare il prima possibile l’album. Più l’album era vuoto, più facevi incetta di figurine. Quando te ne mancavano poche, eri disposto a cedere i doppioni e ti affannavi alla ricerca dei pezzi mancanti.

I crediti fiscali non sono molto diversi dalle figurine dei calciatori, e gli album in questo caso sono i plafond delle banche, ovvero la quantità di crediti che le banche possono comprare da utilizzare in compensazione con le imposte dei prossimi 5-10 anni

Una volta che il plafond è esaurito, la banca cede i crediti a chi ha ancora “l’album vuoto”, e, esaurite le banche, si passa alle assicurazioni, alle grandi società energivore e alle grandi società finanziarie. 

In questo modo, tutti i crediti trovano un cessionario finale, e le “figurine” circolano liberamente.

Ora, immaginiamo che in questo scenario, qualcuno dica che le “figurine” possono essere cedute soltanto una volta. E, cosa peggiore, lo faccia mentre la “compravendita” era diffusa e stava funzionando (quasi) perfettamente.

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Ing. Luca Rollino, C2R

 

I primi effetti del Decreto TER sulla Cessione dei Crediti e il mercato

Quale è il primo effetto?  Il panico, senza ombra di dubbio, visto che non si tratta di figurine, in questo caso, ma di crediti fiscali del valore di centinaia di milioni di euro.

Committenti e attori del settore smettono di credere nel meccanismo, e decidono di non intraprendere nessuna attività di riqualificazione o di non proseguire nel reperimento di nuove commesse: decisamente troppo poco affidabile un sistema che mi cambia le regole costantemente in corso d’opera!

Perlomeno, questo pensano gli onesti, che hanno qualcosa da perdere: i disonesti, per i quali è stato introdotto il divieto delle cessioni multiple, si inventeranno sicuramente qualche altro sotterfugio (ad esempio cedendo crediti di imposta direttamente a un soggetto finanziario compiacente, o semplicemente non troppo attento a quanto acquista).

 

La perdita di fiducia è un danno enorme

La perdita di fiducia (secondo effetto) nel sistema è un danno enorme: l’economia, gli scambi, l’imprenditoria vivono di fiducia e di stabilità. Far perdere la fiducia significa togliere il carburante al motore dell’economia, che ha portato il PIL italiano nel 2021 a una crescita a tassi superiori a quelli cinesi.

Il 2022 avrebbe potuto essere analogo ma evidentemente a qualcuno nei vari ministeri questo non piaceva: meglio stroncare il tutto sul nascere!

 

Segue il rallentamento totale

Dopo il panico, e la perdita di fiducia, vi è il terzo effetto dannoso: il rallentamento totale. 

Chi compra crediti/figurine si interroga su quanti gliene servano effettivamente, e se ha l’album quasi pieno inizia a “fare l’altezzoso” (tradotto: compra solo cosa gli serve e da chi vuole).

Chi ha ancora spazio, può permettersi di spuntare prezzi per lui più convenienti: è l’unico che compra!

Ma, appena si sparge la voce, viene sommerso dalle richieste e “si blocca”: la domanda è così alta che, pur potendo soddisfarla, non riesce a farlo nei tempi ordinari e si creano code interminabili.

Rallentando il meccanismo di circolazione delle figurine, chi le produce si interroga sulla opportunità di investire per aumentare la propria capacità produttiva, concludendo che a breve potrebbero non essere più necessarie o dirottando altrove investimenti volti ad una maggior strutturazione della propria azienda.

Il rallentamento nella circolazione dei crediti genere un rallentamento della produzione di materiali e componenti edili ed impiantistici e la riduzione degli investimenti che erano stati pensati per incrementare e migliorare la capacità produttiva delle aziende manifatturiere connesse direttamente o indirettamente al settore edile. Questo è il quarto effetto dannoso, ma non è l’ultimo.

 

... e si fermano i cantieri

Vi è ancora un quinto effetto dannoso, più subdolo ma decisamente molto pericoloso.

Appena si interrompe la possibilità di cedere più volte le figurine, chi ha un album, ancorché vuoto, deve capire quali gli servono realmente.

La cosa non è immediata: richiede tempo.

Considerando che le banche sono sistemi molto complessi, questa analisi interna non può avvenire a stretto giro.  Si deve capire cosa comprare, quando, in che modo e se ci sono ulteriori rischi nascosti. Tutto questo viene fatto passando da tecnici, legali, tributaristi, fiscalisti, e poi viene ratificato da qualche top manager.

Risultato: le figurine non vengono più comprate, pur sussistendone la possibilità, neppure con quella prima cessione che la legge rende ancora possibile. Possono passare settimane, forse mesi, prima che il sistema riparta. Nel mentre, chi ha le figurine in mano, non le può monetizzare: le imprese non possono più pagare i fornitori, i dipendenti, i materiali. I cantieri si fermano.

I Committenti dovranno esporsi in prima persona per finire lavori in corso d’opera o, peggio ancora, in seguito a concordati e fallimenti, questi lavori non saranno mai terminati.

 

In una espressione, il lockdown economico del settore edile.

In cui riusciranno a sopravvivere solo quanti sono fortemente capitalizzati o fortemente liquidi e, quest’ultima, è una caratteristica delle imprese che attingono a capitali di provenienza molto dubbia. Basta leggere i report delle Forze dell’Ordine per capire che quando le imprese oneste restano senza liquidità, crescono enormemente quelle controllate dalla criminalità organizzata.

L’effetto esattamente opposto a quello cercato con il DL Sostegni Ter!

Riassumendo: panico, perdita di fiducia, rallentamento economico e imprenditoriale, crisi del settore edile, assist alla criminalità organizzata.

In un prossimo articolo con i miei collaboratori di C2R analizzeremo alcuni casi concreti cercando di dare delle soluzioni e delle indicazioni utili per il settore.

 

IN ALLEGATO IL DL SOSTEGNI TER

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