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Cambiamento climatico ed edilizia sostenibile: una sfida possibile?

Quale impatto ha il cambiamento climatico sull’edilizia? Come costruire per il futuro? Due sfide centrali per il futuro del Pianeta protagonista insieme all’edilizia e al clima che cambia della 7^ Conferenza Nazionale Passivhaus

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Quale impatto ha il cambiamento climatico sull’edilizia? Come costruire per il futuro?  Due sfide centrali per il futuro del Pianeta protagonista insieme all’edilizia e al clima che cambia della 7^ Conferenza Nazionale Passivhaus

Nella Cornice di RESTRUCTURA (Lingotto Fiere - Torino) ZEPHIR illustra le buone pratiche in edilizia, dove Passivhaus è il protocollo di riferimento e l’approccio vincente. 

7^ Conferenza Nazionale Passivhaus

Il cambiamento climatico nel suo rapporto con l’edilizia sostenibile è una delle più grandi sfide di questo secolo ed è il filo conduttore della 7^ Conferenza Nazionale Passivhaus. L’evento di punta è stato organizzato dall’Istituto di ricerca ZEPHIR Passivhaus Italia, in partnership con l’Ordine degli Ingegneri di Torino, all’interno della 32^ Restructura, vetrina della riqualificazione e della ristrutturazione.

La fiera ha ospitato il dibattito di ZEPHIR sugli edifici resilienti, con il contributo di docenti, ricercatori e progettisti impegnati in prima linea nella diffusione di un nuovo modo di abitare e costruire che sono entrambi espressione di efficienza energetica e di massimo comfort abitativo. 

Le costruzioni del futuro

La conferenza si conferma attrattore culturale per oltre 300 professionisti. L’evento è promosso da ZEPHIR Passivhaus Italia, istituto fondato a Pergine Valsugana (TN) dal direttore Dr. Phys Francesco Nesi per applicare in Italia la “rivoluzione sostenibile” attraverso Passivhaus, un protocollo capace di coniugare le buone pratiche in edilizia con la salute ed il benessere delle persone, partecipando in modo attivo alla sfida climatica globale che stiamo vivendo. Di spicco i relatori che arricchiscono il programma di questa edizione. Tra questi il Prof. Emanuele Naboni dell’Istituto di Architettura e Tecnologia di Copenaghen che in 4 punti riassume “come costruire per il futuro”:

  • Gli edifici dovranno essere carbon-positive privilegiando sia l’efficienza architettonica che gli approcci sistemici all’energia.
  • Gli edifici dovranno essere concepiti per proteggere chi li occupa dai cambiamenti climatici, dentro e fuori casa. 
  • Sarà necessario l’utilizzo di intelligenza artificiale per l’individuazione di co-benefit tra la progettazione dell’edificio, il benessere e il microclima.
  • Una collaborazione tra edifici e sistemi naturali (Nature Based Solutions) per generare significativi benefit in termini di adattamento climatico e assorbimento di emissioni e benefici di wellbeing.

Maurizio Pallante, autore e saggista in tema di edilizia e cambiamenti climatici sviluppa invece il concetto della riconversione economica dell’ecologia

“In Italia gli edifici soltanto con il riscaldamento invernale contribuiscono per un terzo alle emissioni di CO2; a questo contributo occorre aggiungere i consumi elettrici che stanno aumentando con la diffusione dei condizionatori; poiché il 70% dei consumi per il riscaldamento e il condizionamento sono dovuti alle dispersioni termiche, edifici ad alta efficienza energetica che riducano questi sprechi possono dare un contributo determinante alla riduzione delle emissioni di CO2 e, quindi, ai cambiamenti climatici”.

Costruire edifici sempre più resilienti ai futuri cambiamenti climatici

Partendo dalla sfida fondamentale dell’efficienza energetica, con esempi concreti di edifici sostenibili, la maggior parte certificati Passivhaus, la Conferenza apre una riflessione sul futuro e sulle azioni da intraprendere, rapide e concrete, in coerenza con gli obiettivi di Agenda 2030. In primo piano il ruolo degli edifici che rappresentano la prima causa di CO², seconda anche ai trasporti. Importante è non consumare ma anche risparmiare, entrambi possibili e combinati nella scelta, costruttiva e abitativa, di un edificio Passivhaus:

“Il migliore chilowattora – spiega il Direttore ZEPHIR Dr. Phys Francesco Nesi - è quello risparmiato, appunto quello non consumato. Questa è la logica che sta alla base del protocollo Passivhaus nato 30 anni fa in Europa centrale a cura del prof. Wolfgang Feist, fisico edile primo nel mondo a realizzare un protocollo e un approccio progettuale che prendessero in considerazione il comfort abitativo, elevandolo ai massimi livelli in edilizia. 

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Il prof. Feist decise di creare un protocollo Passivhaus (EnerPHit per le ristrutturazioni), che si potesse applicare non solo in Europa centrale ma in tutto il mondo. Quel protocollo è utilizzato tutt’oggi con grande interesse e si contano oltre 60 mila edifici certificati Passivhaus. ZEPHIR, che da 7 anni organizza la Conferenza Nazionale Passivhaus, è l’Istituto di ricerca che da oltre 12 anni diffonde in Italia il concetto di efficienza energetica e di comfort abitativo, in una logica di convenienza economica. 
Più in generale siamo attivi nei Paesi del Mediterraneo e negli ultimi anni abbiamo portato l’innovazione e la flessibilità del protocollo Passivhaus in altri Paesi del mondo (ad esempio Canada, India, Camerun, Bhutan) andando a toccare climi estremamente freddi o viceversa estremamente caldi e umidi. In Italia, paese del sole, applicare il protocollo Passivhaus è ideale.
Bisogna avvicinarsi a Passivhaus con la consapevolezza che non sia una semplice certificazione, ma che si tratti di un approccio progettuale e di una nuova filosofia per progettare e realizzare progetti innovativi e di assoluta convenienza economica, anche più delle case in classe A”.

Passivhaus minimizza il dispendio energetico: una scelta per il futuro

Fiore all’occhiello della conferenza ZEPHIR è stata la presenza di Luca Mercalli - climatologo e divulgatore scientifico - che ha aperto i lavori mostrando anche con esempi pratici di aver modificato il proprio stile di vita in chiave sostenibile. Dall’auto elettrica alla costruzione di una casa passiva, alle scelte ecologiche nei consumi. 

“Occorre cercare di garantire comfort e sicurezza delle costruzioni in risposta ai cambiamenti del clima e di quelli previsti in uno scenario futuro - spiega lo scienziato del clima Mercalli. Bisogna progettare edifici sempre più resilienti nei confronti dei futuri eventi estremi e delle ondate di calore. Resilienza è adattamento, occorre progettare e costruire edifici che risentano sempre meno dei cambiamenti climatici e di temperatura sempre più estremi. Le nuove abitazioni dovranno essere capaci di rinfrescare con il minimo dispendio energetico”.

ZEPHIR alimenta la rivoluzione sostenibile portando a Torino due attività formative teorico-pratiche rivolte a tecnici e progettisti:

Il Workshop pratico tenuto nelle sale di RESTRUCTURA dal direttore di ZEPHIR Dr. Phys Francesco Nesi sui principi fondamentali del protocollo internazionale, con una panoramica sui 5 pilastri della casa Passiva e focus dedicati agli impianti e le tecnologie innovative. 

Il Passivhaus Tour: un viaggio attraverso l’efficienza energetica, il comfort e l’innovazione degli edifici Passivhaus costruiti a Chieri, Chiaverano e Ciriè. Le tre case Passivhaus sono state illustrate dai progettisti e dai tecnici che ne hanno seguito i lavori ma anche dai committenti. 

La Conferenza Nazionale Passivhaus rappresenta un’occasione per fare network tra professionisti e imprese di settore e per approfondire best practices in edilizia come il “Polo scolastico di Collecchio (Parma)” e la “Prima Passivhaus Plus di Italia a Chiaverano (To)”, entrambi vincitori della Call For Papers. I progetti, selezionati da una qualificata giuria di esperti come “campioni dell’efficienza energetica” sono stati riportati a RESTRUCTURA dell’Arch. Silvia Dondi (promotrice della riqualificazione scolastica nel parmense), e dagli architetti Simone Gea e Davide Guerra per il residenziale insieme a Silvano e Pierangela, committenti soddisfatti della Passivhaus Plus torinese.

La Conferenza Nazionale Passivhaus è organizzata con il patrocinio dell’International Passive House Association, del Comune di Torino, dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Torino e di Forte Chance.