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Criteri e strategie per progettare un condominio NZEB

Poco più di un decennio fa viene introdotto il concetto di NZEB, come sinonimo di una rinascita del settore edile, che mira a raggiungere gli ambiziosi obiettivi della decarbonizzazione e della transizione ecologica nell’ottica del “Fit for 55”. Ma cosa vuol dire esattamente NZEB? Dopo una breve panoramica sull’origine e sulle implicazioni che ha, oggi, tale connotazione sugli edifici, vediamo quali sono le possibili strategie di progettazione di un condominio ad energia quasi zero.


Cosa sono gli edifici NZEB e perché realizzarli

Il termine NZEB, acronimo di Nearly Zero Energy Building, viene utilizzato per definire un edificio il cui consumo energetico è quasi pari a zero. Si tratta, quindi, di edifici ad elevatissima prestazione che riducono il più possibile i consumi per il loro funzionamento e l’impatto nocivo sull’ambiente. Questo vuol dire che la domanda energetica per riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, produzione di acqua calda sanitaria ed elettricità è davvero molto bassa. 

Le Direttive Europee EPBD del 2010 (2010/31/UE) hanno introdotto per la prima volta questo concetto:

Edificio ad altissima prestazione energetica, determinata conformemente all’allegato I. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze

L’obiettivo primario è quello, dunque, di ridurre al minimo i consumi dell’edificio. Sebbene la definizione risulti chiara, non è altrettanto esplicito come raggiungere tale obiettivo, poiché non esiste una regola univoca, bensì alcuni principi guida cui prestare attenzione. 

L’edificio è un sistema complesso, con diversi flussi energetici e in cui possiamo operare delle misure sui fabbisogni energetici, che variano da caso a caso e non sono operazioni definite di un sistema specifico.

 

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In base al contesto ambientale e climatico, il primo passo è sempre quello di ricercare soluzioni passive che minimizzino la domanda energetica e quindi la necessità di intervento degli impianti meccanici. Per questo motivo è fondamentale studiare aspetti quali la forma, l’orientamento e le strutture dell’edificio, prendendo in considerazione fattori quali l’irraggiamento, i venti prevalenti, le temperature e gli ombreggiamenti. Il calore deve essere captato il più possibile in inverno e fermato in estate; è importante garantire un buon livello di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo; si deve avere un ottimo livello di illuminazione naturale e fare in modo che le dispersioni siano minime, con le giuste caratteristiche di isolamento degli elementi opachi e trasparenti. 

È chiaro che la casa ad energia quasi zero deve considerare le stagioni: in inverno dovrà sfruttare al massimo il calore del sole, massimizzare l’accumulo e garantire l’isolamento termico. Per assicurare un clima fresco in estate occorre schermare bene l’edificio, studiare la tecnica di isolamento termico più performante e i sistemi di ombreggiamento.

Fatto ciò, l’energia che rimane necessaria per il funzionamento dell’edificio può essere fornita da fonti rinnovabili. Ne consegue che un edificio NZEB in un clima molto caldo sarà diverso rispetto ad uno costruito in un clima freddo. 

Infine, il costante monitoraggio dei consumi e l’introduzione di un sistema domotico permettono di raggiungere livelli di efficienza – e consapevolezza degli abitanti dell’edificio – molto elevati, integrando l’architettura con l’impiantistica e l’ingegneria.

 

Volendo riassumere, in linea generale le scelte progettuali dovranno orientarsi su:

  • Ottimizzazione del rapporto di forma, dell’orientamento e delle superfici trasparenti;
  • Isolamento termico dei componenti di involucro;
  • Impiego di schermature solari;
  • Efficienza di tutti i componenti degli impianti meccanici, nonché dei generatori di calore;
  • Ottimizzazione dei consumi per la ventilazione e la deumidificazione;
  • Efficienza dell’impianto di illuminazione;
  • Riduzione dei consumi elettrici;
  • Impiego di sistemi efficienti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
  • Utilizzo di sistemi di gestione e controllo;
  • Sensibilizzazione sui tempi e modi di utilizzo dell’edificio, degli impianti e delle apparecchiature.

 

Per quanto concerne l’ultimo punto, esso fa diretto riferimento al comportamento dell’utente finale. Si può ottimizzare l’impatto che egli ha sui consumi, ma una parte rilevante dipenderà sempre da lui.

Ma perché realizzare edifici NZEB? Basta guardarsi intorno per rispondere esaustivamente alla domanda. L’aumento della CO2 in atmosfera, l’aumento della temperatura, l’aumento dei danni che gli eventi atmosferici provocano, avendo aumentato la loro potenza a causa dei cambiamenti climatici, sono solo alcuni degli effetti disastrosi ai quali stiamo assistendo da ormai troppo tempo. Siamo ben oltre l’emergenza climatica e il campo dell’edilizia, in quanto produttore di più del 40% dei rifiuti e consumatore del 50% di energia (in gran parte non rinnovabile), è chiamato a rispondere attivamente. Costruire edifici NZEB rappresenta una parte significativa della soluzione al problema.

 

La normativa di riferimento e i requisiti per i nuovi edifici

La Direttiva 2010/31/UE viene recepita in Italia con il D.M. 26/06/2015 cd. “Requisiti Minimi” che, al paragrafo 3.4 dell’Allegato 1, definisce come edifici a energia quasi zero tutti gli edifici, siano essi di nuova costruzione o esistenti, per cui sono contemporaneamente rispettati:

a) tutti i requisiti previsti dalla lettera b), del comma 2, del paragrafo 3.3, determinati con i valori vigenti dal 1° gennaio 2019 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2021 per tutti gli altri edifici;

 

b) gli obblighi di integrazione delle fonti rinnovabili nel rispetto dei principi minimi di cui all’Allegato 3, paragrafo 1, lettera c), del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.

 

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