Direttiva Case Green, il CNI chiede di attivarsi immediatamente per definire il Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici
La recente Direttiva EPBD del Parlamento europeo definisce principi per l'efficienza energetica degli edifici, con una progressiva eliminazione dei combustibili fossili e obiettivi di riduzione dei consumi. Tuttavia, emergono sfide nella definizione di interventi mirati, dati dettagliati sul patrimonio edilizio, finanziamenti e tempi stringenti, richiedendo un'immediata azione coordinata tra istituzioni e professionisti per affrontare questa complessa sfida. In una nota, il CNI analizza la situazione.
Consumi energetici degli edifici: la Direttiva EPBD prevede una diminuzione del 20-22% entro il 2035
La Direttiva EPBD, approvata di recente dal Parlamento europeo fissa con chiarezza alcuni essenziali principi ed indirizzi finalizzati all’efficientamento energetico degli edifici residenziali e commerciali, “ammorbidendo” in modo considerevole la versione inziale del testo normativo. "È stato compiuto un passo importante, pur con soluzioni di compromesso. Ora arriva però la parte più complessa e sfidante, che richiederà al Paese capacità tecnica, visione e volontà politica in eguale misura" scrive il CNI in una nota.
Secondo quanto riportato dal Consiglio Nazionale Ingegneri, la Direttiva ha delineato con chiarezza una serie di principi e obiettivi mirati a promuovere l'efficientamento energetico degli edifici, rappresentando un passo avanti significativo rispetto alla versione iniziale del testo normativo. Tuttavia, se da un lato si celebra il progresso compiuto, dall'altro emergono sfide considerevoli che richiederanno un impegno congiunto e sinergico da parte del Paese, delle istituzioni e delle famiglie proprietarie di immobili.
Tra gli obiettivi chiave della Direttiva, si evidenzia il divieto progressivo sull'utilizzo delle caldaie a combustibili fossili, con il culmine nel 2040, e l'introduzione di incentivi per i sistemi di riscaldamento ibridi. Inoltre, ogni Paese membro è chiamato a ridurre i consumi energetici degli edifici del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, intervenendo sia sulle nuove costruzioni che sulla ristrutturazione degli edifici esistenti, con un'attenzione particolare ai più energivori.
Direttiva case green, fumata bianca: le nuove regole sui requisiti di prestazione energetica degli edifici
Il Parlamento UE ha approvato in via definitiva la direttiva Case Green sulle prestazioni energetiche degli edifici, nello stesso testo varato a gennaio. Caldaie a gas e a metano ok fino al 2040, misure più personalizzabili da parte dei singoli Stati membri, edifici residenziali nuovi a emissioni zero dal 2030. Per diventare legge, dovrà essere approvata formalmente dal Consiglio dei Ministri.
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Tuttavia, di fronte a queste ambiziose linee guida, emergono alcune criticità da affrontare con tempestività e lungimiranza. Innanzitutto, la necessità di un quadro dettagliato delle condizioni degli edifici su cui intervenire, al fine di pianificare interventi efficaci ed efficienti. Attualmente, la mancanza di dati precisi rappresenta un ostacolo significativo nella progettazione di interventi mirati.
Un altro punto cruciale riguarda il finanziamento di tali interventi. Se da un lato si auspica un coinvolgimento attivo delle risorse pubbliche e private, dall'altro è essenziale definire strumenti finanziari adeguati e sostenibili nel tempo. La Direttiva EPBD fornisce indicazioni generali, ma è necessario che ogni Paese membro si adoperi sin da ora per elaborare soluzioni concrete e collaborare con il settore bancario e finanziario.
Il Centro Studi stima che la prima parte di interventi ritenuti più urgenti, relativa, secondo le indicazioni della Direttiva, al 43% degli edifici più energivori coinvolgerebbe 11,8 milioni di alloggi utilizzati da residenti (sono quindi escluse le seconde case) e quindi altrettante famiglie.
Infine, la questione dei tempi è di fondamentale importanza. Con scadenze ravvicinate e obiettivi ambiziosi, è essenziale avviare sin da ora un'azione concertata per raccogliere dati, definire strategie di intervento e coinvolgere attivamente le parti interessate, comprese le categorie professionali tecniche.
I vertici del CNI hanno commentato così l'approvazione della Direttiva: "Rappresenta un passo in avanti rispetto al testo originario e crea le premesse per affrontare in modo più credibile la questione dell’efficientamento energetico di un patrimonio edilizio ormai vetusto, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa - afferma il Presidente Angelo Domenico Perrini - Non possiamo negare che siano in atto cambiamenti climatici poco favorevoli e che dobbiamo provare a contrastare il fenomeno anche agendo sul parco edilizio.
Occorre ovviamente intervenire in modo graduale ed essere anche realisti: tutto subito è materialmente e economicamente impossibile. Crediamo che i principi stabiliti nella Direttiva siano un buon punto di partenza soprattutto perché si consente ai singoli Stati di trovare la combinazione di strumenti e tecnologie per raggiungere degli obiettivi comuni. Occorre da subito iniziare a definire un metodo di lavoro che porti al Piano nazionale di ristrutturazione. Il Consiglio Nazionale intende mettere a disposizione le proprie competenze tecniche per contribuire ad una sfida così importante e chiediamo da subito una interlocuzione con il Governo”.
“Abbiamo di fronte una sfida importante – afferma Remo Giulio Vaudano, Vice Presidente Vicario del CNI - e siamo convinti di quanto sia importante il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici legati al patrimonio edilizio nei tempi stabiliti. Perché questo avvenga occorre individuare con esattezza il campo di azione e poi definire un mix di interventi di ristrutturazione profonda e di efficientamento energetico a seconda dello stato degli edifici. Serve un quadro chiaro del patrimonio edilizio esistente e per quanto si disponga di alcune informazioni di dettaglio queste non sono assolutamente sufficienti per mettere in piedi un piano così complesso come l’Europa chiede. Non possiamo permetterci di sbagliare.
Un secondo aspetto che intendiamo sottolineare è che non potremo procedere all’efficientamento energetico disgiuntamente da quello strutturale e antisismico. Inoltre, il messaggio che il Consiglio Nazionale degli Ingegneri intende lanciare con forza è che il Governo non dovrebbe attendere l’approvazione della Direttiva EPBD da parte del Consiglio UE, ma dovrebbe sin da ora iniziare ad attivare una sorta di “cantiere” che porti alla predisposizione del Piano nazionale di ristrutturazione.
Se pensiamo che si tratti di un piano di massima, questa volta abbiamo proprio sbagliato. Sarà una prova estremamente difficile ma il nostro Paese ha le competenze per elaborarlo. Infine, come CNI, auspichiamo che le Istituzioni predispongano un piano finanziario che renda fattibile uno sforzo così consistente, prevedendo certamente l’impegno anche dei proprietari di immobili, evitando però cambi continui delle regole di finanziamento che avrebbero, in questo caso, effetti rovinosi."
IN ALLEGATO LA NOTA INTEGRALE DEL CNI.
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