I depositi di mobili per la ristrutturazione rientrano nell'edilizia libera
Tar Liguria: due strutture per deposito temporaneo di mobili non sono nuove costruzioni e non necessitano del permesso di costruire
Un capanno in legno (delle dimensioni di 4 x 5 x 2,5 mt.) appoggiato sul terreno e una seconda struttura in legno scoperta, adiacente alla prima (delle dimensioni di 4 x 4 mt.), utilizzati quali depositi di mobili in occasione di un intervento di ristrutturazione dell’immobile al quale afferiscono, non sono interventi di nuova costruzione ma appartengono all'edilizi libera, per la quale non serve il permesso di costruire.
Lo ha chiarito il Tar Liguria nella recente sentenza 879/2020 dello scorso 1° dicembre, confermando che due strutture di questo tipo sono volumi «diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee»; infatti, da un lato, sono agevolmente rimuovibili e vengono utilizzati come deposito di mobili; dall’altro, i lavori di ristrutturazione dell’immobile principale sono stati assentiti e non risultano ancora finiti, non essendo stata inviata alcuna comunicazione in merito; è quindi credibile che i due depositi siano effettivamente utilizzati per soddisfare l’esigenza “meramente temporanea” di contenere i mobili della ricorrente nelle more della ristrutturazione dell’abitazione principale e che gli stessi verranno rimossi una volta che questa si sia conclusa.
Del resto - chiude il Tar - si tratta di due volumi di dimensioni limitate e privi di un’autonoma destinazione rispetto all’immobile principale nonché di un proprio valore di mercato, che dunque non comportano un’alterazione del territorio che possa dirsi «stabile, non irrilevante e non meramente occasionale».
L'ordinanza comunale di demolizione è pertanto illegittima e va annullata.
LA SENTENZA INTEGRALE E' SCARICABILE IN FORMATO PDF
LEGISLAZIONE e TECNICA URBANISTICA ed EDILIZIA

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