La chiesa di Santa Caterina a Lucca, nata dal progetto dell’architetto Francesco Pini alla metà del XVIII secolo, rappresenta un singolare esempio di edificio a pianta centrale, ispirato al Barocco Romano.
L’intervento è volto al consolidamento statico e al miglioramento sismico comprendendo interventi sulle murature, sui solai, sulle capriate lignee e sulla cupola. Nel consolidamento si è privilegiato l’utilizzo di materiali quali il legno, la muratura e l’acciaio inox per soddisfare le esigenze di compatibilità con la materia storica, con l’intenzione che i nuovi materiali avessero una vita utile pari a quella dei materiali in sito, facilitandone, per altro, la manutenzione programmata.
Conservazione dell’edificio significa anche conservazione dello schema strutturale: in tale ottica sono stati preferiti interventi in affiancamento alle strutture esistenti, volti a favorire il mutuo collegamento tra le parti, nel tentativo di dare luogo ad una “scatola strutturale” dove le parti più deboli potessero appoggiarsi alle più forti.
Particolare cura si è dedicata alla accessibilità dei luoghi, aprendo nuovi percorsi ai visitatori che potranno così fruire dei dettagli costruttivi, quelli antichi e quelli nuovi, che caratterizzano la preziosa cupola e le strutture lignee del sottotetto. Rendere visitabile questo luogo significa invitare gli operatori ad una costante manutenzione che preserverà l’ambiente da ulteriori danneggiamenti.
STORIA E STATO DI FATTO
La chiesa di Santa Caterina si trova lungo uno dei principali percorsi turistici della città Lucca, vicino a Porta Sant’Anna e piazzale Verdi. Si affaccia sull’angolo formato tra la via del Crocifisso e via Vittorio Emanuele II, di fronte all’ex Manifattura Tabacchi, ed è situata all'interno del complesso di edifici che corrispondono all' originario convento delle Monache di Santa Caterina da Siena del terzo Ordine di San Domenico.
All'inizio del XVIII secolo il Monastero di Santa Caterina, sebbene ben definito nel suo spazio urbano, risulta composto da più case disomogenee, è "piccolo ed angusto, e che neppure ha forma di convento per essere composto di più casette unite assieme colli solari, alcuni più alti, altri più bassi". Iniziano dunque a partire dal 1663 i lavori di demolizione ed innalzamento del nuovo monastero che prevedono la costruzione di un unico edificio a forma di “L” con quattro piani in elevazione e, nell'angolo sud-ovest dell’isolato della fabbrica, di una nuova chiesa. Quest'ultima viene progettata dall'architetto lucchese Francesco Pini, allievo e collaboratore di Filippo Juvarra, che introduce nella tradizione lucchese e toscana una nuova geometria flessibile, orientata verso il barocco romano, e con influssi, soprattutto per le soluzioni esterne di facciata, dell'opera dello Juvarra. I lavori di costruzione, iniziati già nel 1738, terminano nel 1743 e la chiesa viene
consacrata nel 1748.
Figura 1. Veduta assonometrica della città, attribuita a George Hoefnagel, 1588
Figura 2. La Chiesa di Santa Caterina a Lucca prima dell’inizio del cantiere
La facciata, che è la sola parte esternamente visibile della chiesa costruita all'interno della struttura conventuale, si innesta sull'angolo con un portale timpanato in pietra arenaria, impostato su colonne di ordine composito. La soluzione progettuale dell'ingresso angolare risolve in maniera dinamica la dialettica con la strada e con la compagine monasteriale.
Figura 3. Planimetria della Chiesa di Santa Caterina a Lucca. Piano terreno
Figura 4. Sezione A-A della Chiesa di Santa Caterina a Lucca
Lo spazio interno, su pianta ellittica, è scandito da sottili membrature architettoniche ornate da stucchi che schermano le pareti dipinte con motivi di false architetture, innescando l'artificio tra realtà e illusione. I dipinti parietali e la decorazione illusionistica della cupola sono di Bartolomeo De Santi e del figurista Lorenzo Castellotti, pittori con i quali l'architetto Pini instaura una collaborazione artistica in diversi suoi cantieri.
Figura 5. Gli affreschi di Bartolomeo De Santi Chiesa di Santa Caterina a Lucca prima dell’inizio del cantiere
La cupola mette in scena, attraverso un’elaborata decorazione pittorica, una straordinaria scenografia teatrale: la zona inferiore è decorata con una “quadratura” di finte architetture. L'architettura illusoria, che dilata e apre lo spazio, culmina nella visione oltre l’oculo, aperto alla sommità della cupola, dell'affresco della Gloria di Santa Caterina, dipinto su supporto di incannicciato inchiodato ad una struttura di legno solidale alla struttura di copertura. Si tratta di una geniale invenzione di meraviglia barocca, che con i mezzi dell’arte e dell’artificio (l’illuminazione applica a una scena dipinta l’idea borrominiana della “camera di luce”) realizza la suggestione di un’apparizione, in un cielo vertiginoso e trascendente.
Figura 6. Affresco della Gloria di Santa Caterina, fissato su supporto incannicciato, di Lorenzo Castellotti al termine degli interventi di restauro
Con la soppressione dei monasteri nel 1806, durante il principato napoleonico dei Baiocchi (1805-1814), il Convento viene trasformato in “Conservatorio, o sia Ospizio (…) di Santa Caterina per gli invalidi diviso in due parti per gli uomini e per le donne”.
Alla metà del XX secolo la porzione dell’ex convento delle suore di S. Caterina, con affaccio su via del Crocifisso, viene demolito e la restante parte dell’ex convento su Via Vittorio Emanuele II viene trasformata in appartamenti.
La chiesa, soprannominata a Lucca la “chiesa delle sigaraie”, per le operaie che andavano lì a pregare prima di iniziare il lavoro nella vicina Manifattura Tabacchi, è rimasta chiusa per circa quarant’anni, fino al 2013. La copertura si trovava in pessimo stato di conservazione e in precario equilibrio statico: gli elementi dell’orditura primaria e secondaria erano in fase avanzata di degrado e in parte risultavano già compromessi strutturalmente.
Il manto di copertura risultava sconnesso e non garantiva più la protezione dalle acque meteoriche alla struttura lignea di copertura.
L’interessamento del FAI (Fondo Ambiente Italiano) con l’iniziativa “I Luoghi del Cuore”, ha portato un rinnovato interesse per la chiesa ed il Ministero BBCC ha attivato il processo di conservazione del monumento, stanziando un fondo per le opere, iniziate a metà del 2013.
L’affresco della Gloria di Santa Caterina, sull’incannicciato collegato all’orditura di copertura, aveva già subito un distacco e risultava in più parti fessurato. Il canniccio era marcescente a causa delle infiltrazioni di acqua.
Figura 7. Affresco della Gloria di Santa Caterina, di Lorenzo Castellotti, fissato su supporto incannicciato alla struttura lignea di copertura, prima degli interventi di restauro
ALL'INTERNO DELL'ARTICOLO INTEGRLAE LA DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI