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Il "taglio" pratico della Circolare NTC18 nel capitolo 8: alcune riflessioni sulle novità

Scopri le novità sugli edifici in muratura e tanto altro

progettazione1.jpgCome da diversi anni a questa parte, anche nei tempi non sospetti del vecchio DM 16/01/1996, la Circolare applicativa, che ora affianca le Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 (NTC), riporta le istruzioni che facilitano il loro utilizzo, permettono la corretta applicazione e definiscono le principali innovazioni delle Norme Tecniche stesse.
Rispetto al superato DM 14/01/2008, quest’ultime presentano alcune modifiche la cui portata concettuale assume particolare importanza e di cui troviamo prova tra le righe della Circolare.

Il Capitolo 8 sugli edifici esistenti: più chiarezza e importanti novità

Nella fattispecie, il Capitolo 8, la sezione dedicata alla regolamentazione degli interventi su edifici esistenti, appare essere una delle parti con il rapporto testo-Circolare/testo-Norma più elevato, non solo per l’accorpamento delle precedenti Appendici, ma anche per via dell’introduzione di diverse novità sia “filosofiche” che di natura estremamente pratica. Nel seguito, citeremo un paio di esempi afferenti ad entrambe le categorie.

L'ordine delle tipologie di intervento

Il tema degli edifici esistenti è, come noto, molto sentito e pertanto siamo messi di fronte ad una razionalizzazione capillare delle procedure di verifica e di progettazione degli interventi sul costruito, a partire anche dal semplice ordine di presentazione delle stesse tipologie di intervento. Infatti, esse sono ora elencate dalla meno alla più impattante, dalla riparazione e rafforzamento locale al completo adeguamento, come per mettere in chiaro fin da subito che il goal dell’intervento non debba essere sempre per forza l’adeguamento sismico, ma la più pragmatica riduzione del rischio, anche a favore di una più efficiente distribuzione delle risorse disponibili.

Una conoscenza dell'opera più oculata

Dell'evoluzione in uno scritto più maturo si ha evidenza anche nei termini in cui è definito il concetto di conoscenza dell’opera. Dal testo traspare chiaramente la consapevolezza che la stessa conoscenza della costruzione dipenda dalla possibilità di effettuare le indagini necessarie per aumentare l’accuratezza delle verifiche di sicurezza e, con fare più istruttivo che prescrittivo, esso ricorda al progettista che il grado di approfondimento raggiunto dalle indagini debba essere commisurato alle criticità identificate nei confronti delle azioni da considerare ed alle stesse tipologie di verifiche da effettuare, come a ribadire di investire le risorse a disposizione in maniera più oculata possibile. 

A testimonianza dell’intima connessione tra conoscenza ed analisi dell’edificio, si segnala anche la possibilità di differenziare livelli di conoscenza e fattori di confidenza per alcune tipologie di verifiche di singoli componenti sui quali siano state condotte indagini maggiormente accurate, oppure sulla base di considerazioni statistiche piuttosto che metodi di comprovata validità.

In particolare, per le costruzioni in muratura viene illustrata un’articolata metodologia statistica per stimare in maniera più accurata i parametri di resistenza e deformabilità delle tipologie murarie a partire dai valori forniti dalle tabelle di riferimento e le stesse prove dirette effettuate, pesando i risultati ottenuti con un coefficiente funzione della distribuzione assunta e dal tipo di prova considerata.

Le verifiche dell'esistente: alcune novità

Il taglio nettamente pratico della nuova Circolare è invece esaltato dal paragrafo C8.7 in avanti, quando si iniziano a trattare temi come i modelli numerici per l’analisi strutturale e di capacità per le verifiche degli elementi resistenti e non. Le informazioni riportate, soprattutto per le costruzioni in muratura per le quali sembra sia illustrato il manuale del buon analista, risultano infatti molto più puntuali ed argomentate di quanto non fosse nella precedente versione, il che quasi lascia al progettista ben poche incertezze sul come proseguire nella procedura di valutazione dell’esistente. 

Il caso delle costruzioni in muratura

Sempre per le costruzioni in muratura assistiamo anche ad un aggiornamento degli spostamenti ultimi a collasso dei pannelli per ciascun meccanismo di rottura ed una più completa formulazione per la resistenza a taglio di pannelli con tessitura regolare (per le quali la fessurazione tende ad attraversare i giunti di malta), che va ad affiancare quella già introdotta nella precedente Circolare per i pannelli a tessitura irregolare (per i quali la rottura si manifesta per trazione diagonale). In sostanza, considerando anche la relazione proposta per la stima della forza attritiva rappresentante l’ammorsamento di pareti ortogonali nelle analisi dei cinematismi di collasso, si può dire che viene raggiunto un notevole livello di dettaglio tecnico che potrebbe far innamorare, o fuggire, il professionista incaricato.

Per le costruzioni in acciaio e c.a.

Volendo spendere una parola anche per le costruzioni in acciaio e cemento armato, assistiamo all’importante recepimento della formulazione della capacità a taglio di travi e pilastri soggetti ad azioni cicliche (sismiche), già annoverata dal Fib Model Code ed introdotta dall’Eurocodice 8-3, relativo alle procedure di verifica degli edifici esistenti. In particolare, la nuova Circolare propone esattamente la relazione che si trova in quest’ultimo riferimento, facendo dipendere la resistenza a taglio dell’elemento, tra i diversi fattori protagonisti, direttamente dalla domanda di rotazione plastica, leggasi duttilità, che insorge nello stesso a seguito della sollecitazione sismica. Ciò costituisce un passo di fondamentale importanza verso la necessaria accuratezza che merita la valutazione delle capacità dei meccanismi di collasso fragili degli elementi strutturali, non solo perché la relativa procedura appare precisa ed articolata, ma anche in relazione a quanto invece era proposto nella Circolare precedente, dove, tra riferimenti alle Norme Tecniche ed ambigui richiami a formulazioni passate, ne usciva un quadro pericolosamente fumoso. 

Sull'argomento dei "Valori da assumere per le proprietà dei materiali nel calcolo della capacità in strutture in c.a." leggi QUI.

Le verifiche degli elementi non strutturali ed impianti

Infine, ma non per ordine di importanza, si vuole sottolineare lo spazio conquistato dalle verifiche degli elementi non strutturali ed impianti, i quali possono subire significativi danni a seguito dello scuotimento sismico generando problemi al pari, se non superiori, a quelli causati dal danneggiamento degli elementi strutturali primari. La Circolare infatti rende giustizia a tali elementi introducendo in un paragrafo dedicato, che tra l’altro non ha corrispettivo all’interno delle NTC, i criteri di verifica e raccomandazioni per la valutazione e l’adeguamento di componenti non strutturali esistenti nonché per l’ancoraggio di elementi non strutturali di nuova installazione.

VAI AGLI APPROFONDIMENTI RELATIVI AL CAPITOLO 8 DELLA CIRCOLARE