Infrastrutture di trasporto sostenibili: il caso delle barriere antirumore
La luce è essenziale in un dipinto fiammingo, come lo è per gli amici intenti al gioco, disposti a pagarla pur sapendo che la vincita al tavolo potrebbe non bastare per coprirne il costo. Di qui l’espressione “il gioco non vale la candela”. Con la stessa espressione un sindaco ha concluso una conferenza dei servizi finalizzata all’approvazione di un progetto di barriere antirumore che avrebbero dovuto interessare il suo piccolo comune sulla costiera adriatica: le criticità connesse al progetto gli risultavano tali da compensare superandolo il beneficio eventualmente prodotto dall’intervento in termini di abbattimento del rumore dovuto al transito dei convogli. Le immagini seguenti sono a supporto della tesi dell’amministratore. Per giungere a questa conclusione, sintetica ed efficace, il sindaco ha effettuato, più o meno consapevolmente, una valutazione della “sostenibilità” dell’opera: su un piatto della bilancia la riduzione del disagio rappresentato dal rumore dell’infrastruttura; sull’altro tutte le conseguenze indirette dell’opera, l’impatto paesaggistico, la separazione di comunità, il consumo di spazio e risorse ambientali e, non ultimo, il costo (dal progetto allo smaltimento a fine vita dei prodotti utilizzati). L’esperienza del mercato europeo dimostra anche una evoluzione dei criteri alla base delle scelte progettuali nella realizzazione del-le opere antirumore; la funzionalità tecnica ed il costo sono stati per molto tempo gli unici criteri considerati. In periodi più recenti ed in aeree di maggior sensibilità sociale si è venuto affermando il problema dell’accettazione dell’opera dalla popolazione residente. È prevedibile che in un prossimo futuro politiche ambientali più attente debbano essere adottate nella progettazione delle opere e nella scelta dei materiali. Oggi per i sistemi antirumore come per altri settori delle costruzioni, nella fase di scelta tra soluzioni progettuali alternative o nella stessa valutazione sull’opportunità di procedere alla realizzazione dell’opera, si rende indispensabile una metodologia di analisi e di ponderazione di tutte le variabili in gioco (tecniche, economiche, sociali ed ambientali). È inoltre auspicabile che la stessa metodologia sia in futuro codificata all’interno di un sistema di certificazione, considerata la natura per lo più pubblica dei finanziamenti e la necessità di introdurre criteri di sostenibilità negli acquisti effettuati dalle Amministrazioni (Green Public Procurement). Una metodologia condivisa per la “misura“ della sostenibilità è infine una esigenza posta dalla legislazione europea sulle costruzioni. L’avvento del Regolamento Prodotti da Costruzione (CPR EU/305/2011) chiarisce, semplifica e rafforza le richieste in materia di certificazione dei prodotti come previsto dalla precedente Direttiva (CPD 89/106/EEC) ed introduce la sostenibilità tra i requisiti essenziali che un prodotto deve avere per essere ritenuto idoneo all’impiego. Il progetto europeo QUIESST (QUIetening the Environment for a Sustainable Surface Transport) co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro (FP7/2007-2013) si è posto come obiettivo lo sviluppo di una procedura di analisi della sostenibilità dei sistemi antirumore impiegati per le infrastrutture di trasporto. Due sono le motivazioni che hanno indirizzato la scelta di questa tipologia di prodotto per testare criteri di per sé applicabili in tutti i settori delle costruzioni. La barriera antirumore è un sistema realizzato per esigenze ambientali, a volte contestato con motivazioni dello stesso tipo. È importante risolvere questo conflitto contribuendo all’individuazione di soluzioni sostenibili. Tra i prodotti impiegati nell’ambito delle infrastrutture di trasporto, la barriera antirumore coinvolge tutti i quattro aspetti cardine della sostenibilità (ambientali, sociali, tecnici ed economici). Mettere a punto un protocollo di valutazione in questo settore comporta un esercizio di una certa complessità i cui risultati possono essere estesi in futuro ad altri settori nell’ambito delle infrastrutture di trasporto. ACAI ha partecipato attivamente al progetto in collaborazione con importanti partner europei e sotto il coordinamento dell’Università di Bradford (UK). I risultati sono accessibili sul sito www.quiesst.eu. Nell’articolo viene fornita una sintesi.
Articolo tratto da Costruzioni metalliche n. 6 – 2012.