Data Pubblicazione:

L’evoluzione degli strumenti digitali nella progettazione complessa

L’evoluzione degli strumenti digitali nella progettazione complessa

Articolo pubblicato: 11/09/2015

L’esperienza australiana del Lady Cilento Children’s Hospital

La realizzazione del complesso ospedaliero Lady Cilento Children’s Hospital (LCCH) a Brisbane, in Australia, ha rappresentato un momento di transizione importante nell'applicazione dei processi di digitalizzazione legati alle attività progettuali dello studio australiano Conrad Gargett, incaricato insieme al partner Lyons della progettazione architettonica, dell'assetto strutturale, dell'inserimento urbano e della pianificazione di tutti gli interni della grande struttura.

Il complesso consiste in una serie di fabbricati, molto ampi, per una superficie complessiva di oltre 95.000 metri quadrati, destinati ad ospitare le attività del Royal Children Hospital e del Mater Children Hospital di Brisbane. Queste strutture costituiscono un riferimento consolidato dell'attività ospedaliera australiana, essendo uno dei maggiori centri di accoglienza pediatrica del Queensland, in grado di fornire assistenza ai pazienti dalla nascita fino ai 16 anni.

Il progetto, dalle prime implementazioni concettuali alla realizzazione finale in cantiere, è durato sette anni e, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata al termine dei lavori il coordinatore e sistemista di Conrad Gargett, Scott Savage, il numero esorbitante di elaborati tecnici, di tavole, di computi e di documenti da produrre all'inizio delle attività progettuali è stato da subito talmente ampio da non permettere di essere trattato con strumenti BIM, all'epoca non ancora completamente maturi e dei quali i 54 architetti coinvolti nella progettazione non avevano pressoché esperienza.

Infatti la produzione dettagliata dei circa 1700 disegni normati e degli schemi necessari per descrivere le oltre 2900 stanze per i pazienti hanno costretto il team di progettazione all'utilizzo di tecniche CAD tradizionali, più “sicure” dal punto di vista operativo, ma molto meno versatili nella gestione delle informazioni che gli elaborati tecnici dovevano contenere.

A distanza di tempo Scott Savage ammette che questa pratica di progettazione ha chiaramente evidenziato i limiti di un modo di intendere il progetto edilizio ormai superato. I continui controlli delle varianti da replicare negli innumerevoli disegni bidimensionali, gli aggiornamenti degli elaborati grafici che dovevano trovare un nuovo equivalente nella documentazione dei computi e le difficoltà di trasmissione delle informazioni in tempi ragionevoli e in maniera coordinata e controllata, sono stati solo alcuni dei molti problemi che un cantiere di queste dimensioni ha implicato.

CONTINUA LA LETTURA >>> SCARICA L'ARTICOLO INTEGRALE