L'industrializzazione edilizia si consoliderà e diventerà uno standard
La professione si basa su un importante valore, quello della competenza, che richiede, a sua volta, conoscenza, aggiornamento, esperienza. Il CTE da sempre è un riferimento per chi vuole aggiornarsi e trovare uno scambio di esperienze nell'ambito dell'edilizia industrializzata. Abbiamo intervistato il nuovo presidente, l'ing. Enrico Nusiner.
Il mondo delle costruzioni sta vivendo una trasformazione radicale
Andrea Dari
Caro Enrico, innanzitutto congratulazioni per il prestigioso incarico.
CTE è stata la prima associazione tecnico culturale a occuparsi di industrializzazione edilizia, un tema quanto mai attuale in un momento come quello attuale in cui la corsa ai Bonus sembra aver fatto perdere l’attenzione per la qualità nel settore delle costruzioni. Quanto l’industrializzazione, e aggiungo la digitalizzazione, delle costruzioni potrebbe oggi essere uno strumento per un nuovo ciclo virtuoso delle costruzioni?
Enrico Nusiner
Grazie Andrea per questa opportunità.
Una considerazione preliminare in merito all’incarico di Presidente CTE: lo considero prima di tutto un servizio e un onore.
È la possibilità di lavorare per la formazione e per la cultura tecnica nell’ambito dell’ingegneria e delle costruzioni in calcestruzzo, unitamente a tanti amici e a tante persone di grande competenza e professionalità. Incontro davvero persone straordinarie e questa è una ricchezza incredibile.
Certamente il mondo delle costruzioni sta vivendo una trasformazione radicale: tutto il processo sta cambiando sotto la spinta di trend molto definiti.
Digitalizzazione, mancanza di mano d’opera specializzata, urbanizzazione, richiesta di sostenibilità, necessità di ridurre i costi e i tempi del costruire. Chi investe, sia soggetti pubblici che privati, vuole avere un “prodotto” di qualità, sostenibile e che sia in grado di garantire il valore dell’investimento lungo tutta la vita utile della costruzione.
La soluzione a tutte queste richieste è un cambio radicale di tutto il processo: valutazione dell’investimento, progettazione, costruzione, gestione della vita utile dell’edificio devono essere inquadrati in un’unica logica, che non può che essere quella dell’industrializzazione edilizia. L’edificio diventerà sempre più come un assemblaggio di componenti, regolato da un processo digitale di progettazione, verifica, controllo e gestione. Gli strumenti ci sono, e la mentalità sta pian piano cambiando, anche perché non ci sono alternative. In alcuni paesi questo nuovo modo di costruire è già una realtà consolidata, e sono convinto che questa tendenza sia inarrestabile.
In Italia stiamo vivendo in una “bolla” creata dagli incentivi: un fenomeno peraltro non nuovo se ricordiamo le varie leggi Tremonti di qualche anno fa. Iniziative che danno al settore una spinta notevole nel breve periodo e che possono comunque avere in questo caso un impatto positivo sulla conservazione e sull’adeguamento del patrimonio edilizio esistente.
Sono comunque fermamente convinto che sul lungo periodo l’approccio legato alla industrializzazione edilizia si consoliderà decisamente e diventerà uno standard. In questo senso il lavoro del CTE è quello di proporre argomenti che supportino questo cambiamento. Dalla sua nascita la nostra associazione ha contribuito in modo significativo ad aiutare progettisti e aziende ad evolvere tecnicamente sulla strada della prefabbricazione: ora la nuova sfida è quella di allargare il campo di azione a tutte le componenti del processo di industrializzazione edilizia.
Riteniamo che questa sia una grande opportunità sia per CTE che per tutti quei soggetti del mondo delle costruzioni che intendono essere protagonisti innovativi del nostro settore.
Come valorizzare l'innovazione tecnica
Andrea Dari
L’innovazione tecnica rappresenta sicuramente la svolta necessaria per arrivare a costruzioni più sostenibili. Ma l’innovazione va supportata da un punto di vista della normativa e degli strumenti di Calcolo. Quale è il contributo del CTE su questo tema?
Enrico Nusiner
L’innovazione tecnica si sviluppa ovviamente su scala internazionale, e la normativa italiana segue le linee guida Europee. In questo senso CTE si muove su vari fronti. Innanzi tutto propone seminari ed eventi che prendono spunto da vari bollettini fib (Federation International du Beton).
L’idea è quella di partire da documenti che presentano lo stato dell’arte internazionale della ricerca e della pratica progettuale su argomenti specifici, per poi attualizzare al nostro contesto questi argomenti grazie ai contributi di professionisti del settore, di ricercatori e di aziende specializzate.
Per il 2022 abbiamo in programma seminari che tratteranno altri temi, sempre con lo stesso format:
- Calcestruzzi con aggregati riciclati per l’edilizia sostenibile.
- Tecniche tradizionali e innovative per la riqualificazione di strutture esistenti
- Rivestimenti in anelli di conci prefabbricati di gallerie realizzate con TBM
- Progetto e analisi di sistemi di controvento per strutture prefabbricate
- Rinnovo e potenziamento sostenibile delle infrastrutture
- Valutazione della sicurezza, monitoraggio e rinforzo di infrastrutture con soluzioni industrializzate
Come vedete, molti argomenti con riferimento alla sostenibilità e alle nuove tecnologie.
La modalità dei nostri seminari è ora quasi sempre on-line: questo per facilitare la partecipazione del maggior numero di persone ottimizzando tempi e costi.
È una nuova opportunità sia per CTE che per chi ci segue.
Un ulteriore fondamentale contributo viene certamente dall’ Italian Concrete Conference: due giorni di presentazioni di memorie e relazioni su invito che rappresentano il meglio della ricerca e dell’esperienza in merito alla tecnologia, ai materiali, alle realizzazioni e al calcolo delle strutture in calcestruzzo.
Come vedete l’offerta formativa è molto ampia: lo sforzo che CTE si propone è quello di mantenere sempre molto alto e indipendente il livello qualitativo e scientifico delle proprie attività: solo in questo modo possiamo pensare di mantenere e accrescere la nostra credibilità.
Il dialogo tra industria, università e professioni
Andrea Dari
In CTE sono sempre state attive le tre componenti del settore: industria, professione e università. Quanto è importante che queste tre componenti dialoghino e collaborino oggi, e come il CTE può supportare questo processo?
Enrico Nusiner
Lo scambio tecnico e professionale tra queste tre componenti è ovviamente cruciale per tutti. CTE, come hai giustamente ricordato, per statuto prevede che i soci appartengano alle tre categorie, e nel Consiglio Direttivo sono tutte rappresentate proprio per favorire il dialogo e l’interazione reciproca.
Come accennavo prima, ritengo sia sufficiente guardare ai programmi delle nostre attività per comprendere come lo scopo del CTE sia proprio promuovere la cultura della industrializzazione edilizia. In questo senso abbiamo bisogno sia della ricerca scientifica teorica ed applicata che apre la strada all’innovazione, sia dell’esperienza progettuale dei professionisti che, collaborando con le aziende, creano i progetti e le realizzazioni.
In tutte le nostre attività il panel dei relatori comprende docenti universitari, professionisti ed esperti dell’industria: è davvero interessante e stimolante fare incontrare questi punti di vista così complementari. L’invito è quello di partecipare ad uno dei nostri seminari per rendersene conto.
Una convergenza per una grande e unica associazione sul calcestruzzo ?
Andrea Dari
Da alcuni anni CTE organizza le proprie giornate insieme ad aicap, altra storica associazione del settore.
E’ giunto il momento a tuo parere di avviare una ulteriore azione di collaborazione nella direzione di un unico soggetto tecnico culturale sul calcestruzzo a livello nazionale?
Enrico Nusiner
Con Aicap condividiamo sia i temi, sia le metodologie e gli obiettivi, e la collaborazione è ottima a tutti i livelli. Abbiamo iniziato nel 2016 con il riunire in un unico evento (Italian Concrete Days) il Congresso CTE e le Giornate Aicap. Roma 2016, Milano - Lecco 2018, on line nel 2021 e quest’anno di nuovo (Italian Concrete Conference) in presenza a Napoli in ottobre sono stati appuntamenti importanti che abbiamo organizzato insieme. La risposta delle persone che ci seguono è stata positiva. CTE ed Aicap sono anche due dei quattro soci italiani di fib-Italia: anche questo ci accomuna, con lo sforzo di seguire le tendenze tecnico-culturali su scala internazionale.
Siamo ancora due organizzazioni distinte, ma stiamo lavorando ad un progetto concreto di convergenza verso un unico soggetto. Certamente l’unione genera forza e vantaggi, soprattutto al fine di creare un’offerta formativa sempre più efficace e mirata.
Perchè iscriversi al CTE
Andrea Dari
Ultima domanda. Perchè un professionista oggi dovrebbe iscriversi al CTE?
Enrico Nusiner
Perché partecipare e, aggiungo, contribuire al lavoro del CTE permette di ricevere formazione ad alto valore aggiunto che ha un positivo e pratico riscontro nella pratica professionale.
Non solo: in termini di relazioni personali è una occasione per incontrare colleghi, scambiare esperienze, conoscere nuove persone e nuove aziende, farsi conoscere e allargare i propri orizzonti. Oggi più che mai chiaramente essere in rete (quella vera, fatta di persone e di idee) consente di restare aggiornati e di percorrere insieme le strade dell’innovazione.
Oltre che un accrescimento culturale e tecnico professionale, e lo dico per esperienza diretta, è anche una grande occasione dal punto di vista della vita personale.