La conversione in BIM per le PMI
Nelle brevi note di questo articolo si vuole dare un contributo alla problematica riguardante il lavoro di riorganizzazione che l’implementazione del “sistema BIM” richiede e richiederà all’interno degli studi professionali italiani, caratterizzati per la maggior parte da dimensioni medio/piccole.
Nelle brevi note di questo articolo si vuole dare un contributo alla problematica riguardante il lavoro di riorganizzazione che l’implementazione del “sistema BIM” richiede e richiederà all’interno degli studi professionali italiani, caratterizzati per la maggior parte da dimensioni medio/piccole.
E’ significativa la scelta di molti professionisti di seguire on line il corso di Master CFU “BIM Manager“al Politecnico di Milano, proprio con l’intento di formarsi una visione sistematica dell’intero processo e trasferirne il know-how per lo sviluppo in ambito BIM di propri progetti, attraverso anche l’aggiornamento consapevole del personale interno. Per tale finalità ci si avvale anche spesso del coinvolgimento di allievi del Master stesso, che, durante il periodo di internship, vengono affiancati agli operatori dello studio. La conoscenza delle trasformazioni intraprese e/o che stanno avvenendo sia all’estero sia in importanti realtà nazionali, e che, all’interno del percorso del Master viene messo a disposizione dei fruitori del corso, è divenuto un importante bacino di esperienze concrete, utili come linee guida per la positiva evoluzione degli studi professionali.
E’ realtà comprensibile che i percorsi per l’implementazione BIM negli studi di progettazione, che comportano, ad esempio, la variazione dei processi, la scelta degli strumenti adatti, la proliferazione di nuove figure professionali, i gradi di maturità BIM raggiungibili, sono alla base di giustificabile clima di riluttanza. Questo articolo vuole aiutare a superare, almeno in parte, gli inevitabili attriti di inizio percorso.
Prima di descrivere e prender spunto sinteticamente dal panorama internazionale, ci piace citare la testimonianza scritta nelle premesse della tesi di Master dell’ing. Bagagli:
“La scelta di iscriversi al Master “BIM Manager” è arrivata dopo aver considerato le difficoltà quotidiane che si incontrano durante l’attività professionale e nella ferma volontà di rendere la concezione progettuale meglio organizzata ed efficiente con il fine primario di avere una migliore gestione del tempo a propria disposizione.
Sin dall’inizio dell’attività di singolo professionista in ambito edile civile in Italia mi sono sempre meravigliato di come settori dell’ingegneria meccanica (aerospaziale e automotive in primis) facessero utilizzo consueto di sistemi di simulazione e digitalizzazione dei processi costruttivi estremamente evoluti rispetto a quelli normalmente utilizzati nel settore delle costruzioni.
La spiegazione ritengo sia davvero complessa da esporre, ma penso che possa riassumersi, anche se in maniera semplicistica, nel concetto di “assenza di sistema”
Il BIM mira a demolire tale assenza si sistema per creare un nuovo paradigma di industrializzazione del processo edilizio.
Il Master, seppur seguito in modalità online, è riuscito, a mio avviso, a fornire un quadro esaustivo di ciò che il BIM rappresenta fornendo preziose informazioni non solo sull’ambito più propriamente operativo di gestione dei software di largo impiego e del loro potenziale utilizzo ma, soprattutto, sulla normativa, il trattamento dei dati, le responsabilità ed il project management.”
Di seguito, come accennato, vediamo, sinteticamente, i due percorsi fondamentali per l’implementazione della “Metodologia BIM”:
A) Esperienze e tendenze generali nel panorama internazionale
B) Esperienza locale per scalabilità dei“BIM levels”-caso studio VGA and Partners
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