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Le giornate della prevenzione incendi: opportunità, responsabilità e nuovi traguardi del "Codice"

Si è svolta a Monza, lo scorso 28 e 29 maggio, la terza edizione de «Le giornate della prevenzione incendi», la convention nazionale per la formazione e l’informazione degli operatori che combattono i roghi in Italia. Qui le video interviste ai relatori

Terza edizione de «Le giornate della prevenzione incendi», il report

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Si è svolta a Monza, lo scorso 28 e 29 maggio, la terza edizione de «Le giornate della prevenzione incendi», la convention nazionale per la formazione e l’informazione degli operatori che combattono i roghi in Italia - nata da un’intuizione dell’Associazione Firepro e dell’Associazione Prevenzione Incendi Italia - che quest’anno è stata organizzata dall’Ordine degli Ingegneri di Monza e della Brianza. Al centro del dibattito della due giorni è stato posto il tema: «La prevenzione incendi: i benefici di un modello collaborativo e di una gestione consapevole». Si è discusso anche di prevenzione a 360 gradi: sia per quanto riguarda le aziende sia gli enti pubblici e privati che operano sul territorio. Per questo motivo, si sono alternati relatori provenienti dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, professionisti del settore ed esperti chiamati a collaborare nella stesura delle norme di settore. 

«Abbiamo scelto un approccio partecipativo e collaborativo - ha spiegato Pierpaolo Cicchiello, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Monza e della Brianza - affinché tutti gli operatori possano dire la loro sulla formulazione dei metodi e degli strumenti operativi, inoltre i tempi e la tensione di natura economica dell’attuale momento professionale, impongono sia un’ottimizzazione delle risorse che l’integrazione di diverse specializzazioni. L’approcio integrato a mezzo di una piattaforma BIM è l’unico che consente di affrontare un tema così complesso mettendo a sistema tutte le specifiche competenze in modo che il processo edilizio sia coordinato, funzionale, efficiente e ovviamente in grado di garantire la sicurezza».

Si è discusso ampiamente anche degli obiettivi che pone il nuovo approccio al Codice

«Il Codice è un importantissimo strumento a dispozione dei professionisti per l’analisi dei progetti di prevenzione incendi - ha commentato Claudio Giacalone, neo comandante provinciale dei VV.FF. di Monza - e dal 2015 a oggi si è reso necessario un approfondimento soprattutto su alcune tematiche come quella dell’esodo, per questo un apposito gruppo di lavoro è all’opera per la revisione del Codice, per adeguarlo maggiormente alla realtà. Personalmente faccio parte del gruppo di lavoro che sta progettando la nuova norma di sicurezza antincendio per i locali di pubblico spettacolo, così come sono in corso di produzione normative sulle strutture sanitarie, gli edifici alti e le folle. La cooperazione è insita nella natura stessa del Codice prevenzione incendi - ha concluso Giacalone - da una parte c’è il progettista che deve costruire il progetto di prevenzione incendi, dall’altra i Vigili del Fuoco, l’ente di controllo che lo assiste durante la progettazione e valuta la congruità dell’operato».

Durante il seminario si è parlato anche del contributo che tutti i soggetti interessati stanno dando alla stesura e all’applicazione del Codice.

«In ottobre, diventerà obbligatorio per tutte le attività che non hanno una regola tecnica verticale - ha detto Giulio De Palma, dirigente addetto alla Direzione regionale VV.FF. della Lombardia - e i temi sui quali gli stakeholders sono chiamati a contribuire sono davvero importanti e a vari livelli: il primo è quello della certezza del diritto, quindi la certezza di avere compreso cosa dice esattamente il Codice, soprattutto nella parte delle strategie dove si definisce lo stato dell’arte delle singole misure antincendio. Poi il Codice va oltre, fornisce una strada per individuare “le idonee misure”, cioè il pacchetto delle misure per ogni attività. In questo ci sono ampi margini di discrezionalità anche perché l’approccio non è più deterministico, ma è prestazionale, per cui è chiaro che il professionista valuta anche personalmente qual è la soluzione più idonea, oppure anziché ricorrere, alle soluzioni conformi, può ricorrere alle soluzioni alternative. È veramente urgente che si faccia l’esperienza dell’applicazione e si raccolgano osservazioni sui vari fronti». 

>>> Guarda il video completo con le interviste a Pierpaolo Cicchiello (Presidente O.I.M.B), Gianni La Cagnina (presidente Firepro), Ivan Montanari (Consiglio direttivo di Prevenzione Incendi Italia), Giuseppe Giuffrida (Associazione Zenital), Giulio De Palma (Direzione regionale VV.FF. Lombardia), Claudio Giacalone (Comandante provinciale VV.F Monza), Adarosa Ruffini (Presidente Centro Studi UNI) e Francesco Burrelli (Presidente di ANACI)