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Macchine sostenibili, sempre più impellente un sistema premiante per gli acquirenti

Da ASCOMAC la richiesta di emendamenti per la defiscalizzazione ambientale.
 
Si è tenuto lo scorso 9 maggio al Samoter 2014 nell'area ASCOMAC -  Federazione  Nazionale Commercio Macchine - un interessante confronto tra i rappresentanti delle imprese del settore – sul tema "Macchine e impianti per le costruzioni: quale futuro sostenibile?" La sostenibilità conferma così di essere uno dei futuri driver di sviluppo del settore costruzioni, come emerso nello studio presentato già ieri dal  Cresme, commissionato dalla stessa Ascomac, unitamente a Ucomesa e FederUnacoma.
 
 
Elisa Cesaretti di Scai Spa, in veste di Presidente di Ascomac, dopo una prima generale e condivisa opinione su come il contenimento e la razionalizzazione dei costi di impresa sia una delle necessarie azioni da intraprendere per governare  la situazione di crisi del settore costruzioni,  ha avviato la discussione partendo dall'obbligatorio adeguamento delle macchine al protocollo di Kyoto cui si sono attenute le case madri. Cosa che ha comportato un rialzo dei prezzi dovuto alla ricerca, e di conseguenza, un problema per gli acquirenti non sempre disposti ad investire in macchine di nuova generazione a basso impatto ambientale, soprattutto in considerazione della totale assenza di un sistema premiante come potrebbero essere incentivi o sgravi fiscali per l'utente finale. Purtroppo la ricerca in sostenibilità non è riconosciuta dal sistema Paese per cui serve una cultura della salubrità del prodotto cui dovrebbero contribuire Stato, Regioni e Comuni, soprattutto nell'ambito delle stesse gare di appalto dove il valore è richiesto ma non è considerato determinante, e a vincere è sempre il prezzo.
 
 
Martino Dettori del Gruppo Mirandola ha insistito sul fatto che deve cambiare la "governance" delle gare che devono diventare più trasparenti e tenere conto della qualità, e che la stessa libertà dei commerci e dei traffici sia regolata da norme di carattere ecologico. Matteo Artioli di Vimatek ha evidenziato come, per esempio, in Turchia non è possibile vendere macchine di seconda mano provenienti dall'estero con conseguente aumento del mercato interno del nuovo, oppure, quale alternativa plausibile per partecipare agli appalti, che richiedono macchine sempre più specifiche,  possa essere il noleggio (in Francia la quota è del 50% mentre in Italia forse è al 20/25%, anche se in crescita), per cui costo variabile e mezzi in perfetto stato di manutenzione. Paolo Vanden Heuvel del Gruppo Sandwik, svedese, per cui particolarmente attivi sul fronte della sostenibilità, sottolinea l'assenza di una cultura di base nella fase di richiesta e mancato riconoscimento dei costi addizionali.
 
La conclusione del confronto ha visto un comune appello alla cooperazione tra le imprese per portare sul tavolo di governo la richiesta di ripresa delle grandi e piccole opere nelle infrastrutture così da creare un effetto a cascata sulla filiera e consentire la ripartenza.
 

Elisa Cesaretti conferma l'impegno di Ascomac che ha presentato emendamenti per la defiscalizzazione ambientale, ad esempio nell'assegnazione di punti gara per macchine correttamente manutenute e a basso impatto di rumorosità e emissioni gassose,  o nell'utilizzo di materiali ecocompatibili, soprattutto quando si opera in luoghi a contatto con la natura come i porti, i boschi o le montagne, creando una vera catena ecosolidale a livello di salubrità sociale e ambientale. Non da ultimo, un elenco riconosciuto che dia una classificazione premiante come già avviene per la classe energetica degli edifici.