Geologia e Geotecnica
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Messa in sicurezza della diga GLETSCHERSSE in alta val Martello (BZ): l’INDAGINE GEOTECNICA

l’INDAGINE GEOTECNICA fatta pe la messa in sicurezza della diga GLETSCHERSSE in alta val Martello (BZ)

Premessa
Questo lavoro si prefigge come obiettivo principale quello di impostare la campagna di Indagine Geotecnica a supporto della progettazione per la messa in sicurezza della diga “Gletschersee” in alta val Martello (Bz).
L’opera fu realizzata nel periodo 1890-1893 allo scopo di contenere le onde di piena che si generavano a monte di essa per la tracimazione del “lago dei detriti” (volume pari a ca. 630.000 m³) formatosi lungo i ghiacciai del monte Cevedale e della Vedretta Lunga durante la piccola Età Glaciale. Le improvvise piene si manifestavano anche in giornate primaverili di pieno sole con conseguenze catastrofiche per gli abitati lungo la valle fino a Laces in Val Venosta (1887,1888,1889,1891).

Figura 1 - La diga vista da monte da due posizioni (sullo sfondo il rifugio Nino Corsi – 2.265 m s.l.m.)

Storia dell’opera
Già nei secoli addietro la val Martello è stata oggetto di catastrofi causate dal torrente Plima. Nella cronistoria del sig. Franz Eberhöfer dell’anno 1789, vengono descritte inondazioni devastanti negli anni 1877 e 1879. Alla fine del IX° secolo si aggiunge un altro fenomeno, e cioè quello della tracimazione dei laghi glaciali. Senza nessun preavviso in una bella giornata di sole, la val Martello e la Val Venosta fino a Laces, furono investite e distrutte da una violenta ondata di tracimazione che si ripeté annualmente (1887,1888,1889,1891).

Ma quali furono i motivi della formazione e poi della tracimazione dei laghi glaciali della Val Martello?:
• Il ghiacciaio del Cevedale con le sue morene laterali, alla fine del 19° secolo, si estese fino ai piedi della vallata, creando così una diga naturale larga fino a 500 m;
• Nella restante valle pianeggiante, alle spalle del ghiacciaio del Cevedale, il progressivo scioglimento del ghiacciaio della Vedretta Lunga e l’apporto idrico del Rio del Pozzo fecero si che si creò un lago glaciale lungo 350 m, largo 150 m e profondo 12 metri con un volume pari a ca. 630.000 m³;
• D’estate parte della portata in ingresso veniva scaricata “naturalmente” per la presenza di canali sotterranei presenti nel ghiacciaio del Cevedale;
• In inverno invece questi canali si ghiacciavano e solo parte della portata poteva essere scaricata attraverso soglie superficiali;
• In primavera con l’innalzamento delle temperature, lo “scarico di fondo” improvvisamente si apriva ed il lago glaciale si svuotava molto velocemente anche in 30 minuti generando una onda di piena con una portata massima di ca. 350 m³/s.

Le conseguenze di questa improvvisa rottura furono devastanti e pertanto verso la fine del 1880 furono incarichi esperti di ghiacciai (prof. E. Richter e S. Finsterwalder) che assieme all’ing. Geppert progettarono un’opera con lo scopo di contenere cioè “laminare” le improvvise piene. L’impulso alla realizzazione dell’opera fu l’ennesima catastrofe che si abbatté sulla val Martello il 17/06/1891 (Figura 2).



Figura 2- Nell’immagine di sinistra il “lago glaciale” formatosi a monte del ghiacciaio del Cevedale 7 giorni prima del 17/6/1891; nelle figura di destra il “canale di scarico” formatosi a seguito della rottura del 17/6/1891.

L’opera venne realizzata nel periodo 1892-1893 ed entrò in funzione in occasione dell’evento di tracimazione del 01/06/1896; in quest’ultimo evento lo sbarramento assolse la sua funzione e le acque in esso raccolte poterono defluire nei giorni successivi, senza recare danno alcuno lungo l’asta del torrente Plima. Successivamente con il progressivo scioglimento e conseguente ritiro del ghiacciaio del Cevedale l’opera non è più entrata in funzione e a memoria d’uomo non risulta che abbia subito un nuovo riempimento.



Figura 3 - La sezione maestra della diga vista da valle con la sezione tipo tratta dai disegni finali di progetto dell’ing. Geppert (1895)

Riferimenti tecnici dell’opera
Ai sensi del regolamento dighe Decreto 26 giugno 2014 – Norme tecniche per la progettazione e la costruzione degli sbarramenti di ritenuta (dighe e traverse) la diga è classificabile come diga di terra omogenea b.1. (ex D.M. 82 – Ha). I paramenti di valle e monte sono rivestiti dalla base dell´argine fino alla quota di coronamento con muratura in pietrame naturale posta in opera a secco.
Attualmente la diga è stata riconosciuta come “dismessa” e pertanto classificabile come opera idraulica ai sensi dell’ art. 89 del D.L.gs. 112/1998. Attualmente è gestita dalla Agenzia per la Protezione civile della Provincia autonoma di Bolzano.
L´altezza massima della diga pari a 19,32 m con un altezza massima d´acqua potenzialmente invasabile pari a 13,50 metri comporta un volume di invaso pari a 170.000 m³ . Lo sfioratore è posto ad una quota di 2317,50 m s.l.m con larghezza della soglia sfiorante pari a 43 metri.



Figura 4 – Planimetria della diga

La lunghezza del coronamento della diga pari a ca. 325 m; esso viene utilizzato come percorso escursionistico per il raggiungimento del rifugio Martello - Martellerhütte.
Non si hanno invece informazioni in merito alle caratteristiche fisico-meccaniche (geotecniche) dei geomateriali costituenti l’opera ed in particolare per quanto riguarda i terreni “intrappolati” tra la muratura a secco.

ALL'INTERNO DELL'ARTICOLO INTEGRALE LA DESCRIZIONE DELLA INDAGINE GEOTECNICA

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