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O.I.M. - L'Ing. Puccio Bonanno Intervista l'Ing. Salvatore Sciacca delegato Inarcassa Messina

Intervista di Puccio Bonanno

Oggi, io ingegnere da sempre, mi trovo nell’occasione di fare una nuova esperienza, cioè quella di ricoprire il ruolo di intervistatore di un mio stimato collega e caro amico.

Ognuno di noi, “ingegneri anziani” deve tentare di trasmettere la propria esperienza, deve facilitare i “giovani” a trovare la giusta via in una professione che ormai è sempre più dipendente da una burocrazia che crea lacci e lacciuoli e da una legislazione che tende a sovrapporre competenze e vincoli che spesso si sovrappongono e mai raggiungono lo scopo di creare un chiaro rapporto tra fruitori ed utenza.

Con questa premessa mi accingo a porgere una serie di domande all’ing. Salvatore Sciacca in merito al suo ruolo svolto nell’ambito di delegato provinciale presso l’INARCASSA, cioè presso quell’Ente Previdenziale che assiste gli Ingegneri e gli Architetti accompagnandoli sino all’ottenimento del trattamento pensionistico quando se ne siano raggiunti i requisiti.

Salvatore Sciacca non ha certo bisogno di presentazioni, la sua esperienza in questo campo è solo seconda alla disponibilità che dimostrato verso tutti i colleghi rendendosi un riferimento sicuro per chiunque.

Detto ciò, io cercherò, di porre domande all’amico Salvatore, tutte rivolte a permetterci di fare capolino in un mondo in generale a noi poco conosciuto, a me in particolare.

Ing. Puccio Bonanno

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1) Partendo dall’impatto del recente passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, conseguenza della legge Fornero, da tutti vituperata, possiamo dire che ha costituito un nuovo punto di partenza verso la vera solidarietà intergenerazionale?

L’obbligo imposto dal Governo Monti-Fornero ha rappresentato un’opportunità di stabilizzazione dell’economia del Paese e le Casse hanno fatto la loro parte garantendo la solidità e l’equilibrio della previdenza privata.

Inarcassa, nel 2012, ha varato la più importante riforma del proprio sistema previdenziale, segnando il passaggio al metodo di calcolo contributivo in base pro-rata, che si differenzia da quello definito dalla legge 335/1995, riservando spazio anche agli interventi per la solidarietà e l’equità tra generazioni, propri del sistema retributivo.

Ai fini della pensione, la rivalutazione dei contributi avviene in base alla variazione media quinquennale del monte redditi degli iscritti alla Cassa con un valore minimo pari all’1,5%, e la possibilità di un’ulteriore rivalutazione impiegando, subordinatamente alla verifica della sostenibilità, una parte del rendimento realizzato sul patrimonio. Vi sono inoltre coefficienti di trasformazione specifici, in linea con la speranza di vita media propria degli iscritti che, per garantire maggiore equità all’interno di ogni generazione, vengono applicati per anno di nascita e non solo per età.

La Riforma, dunque, non solo ha assicurato l’equilibrio “strutturale” di lungo periodo del sistema previdenziale garantendo la sostenibilità della Cassa a 50 anni, ma ha costituito un passo fondamentale per garantire una pensione alle nuove generazioni.

 

2) Proviamo a spiegare ai nostri lettori i motivi per i quali, noi professionisti, dobbiamo ritenere inalienabile l’istituzione stessa di Inarcassa.

E’ molto semplice. La Cassa garantisce pensioni e assistenza certe non soltanto a noi, ma anche alle nostre famiglie e ai nostri figli. Cosa c’è di più inalienabile di questo? E’ un ente che, negli anni, si è trasformato in un vero e proprio operatore di welfare. Infatti, oltre ad erogare le nostre pensioni - di vecchiaia, anzianità, inabilità, invalidità, ai superstiti, di reversibilità e indirette - garantisce ad ogni architetto e ingegnere libero professionista importanti prestazioni assistenziali, mettendo a disposizione servizi mirati alla sicurezza sociale, alla tutela sanitaria e al sostegno della libera professione.

La contribuzione, che è lo strumento per rendere concreta la tutela previdenziale, garantita costituzionalmente, è basata su versamenti obbligatori cui bisogna pensare come ad un risparmio forzoso e non come ad una tassa. Il risparmio previdenziale, infatti, rappresenta il cardine di salvaguardia del proprio futuro.

 

3) Questo risparmio, quale assistenza ci garantisce? Penso alle polizze assicurative e ai vantaggi della solidarietà.

L’integrazione tra previdenza e assistenza è l’unico modo per rispondere ai bisogni che si manifestano nelle diverse fasi della carriera professionale. Per questo l’altra linea su cui si muove Inarcassa è quella dell’Assistenza - importante ma non preminente - resa ancora più necessaria, oltre che dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica. La finalità è di provvedere alle diverse esigenze degli iscritti lungo tutto l’arco di vita, con un concetto di adeguatezza che va considerato nel complesso delle prestazioni: copertura sanitaria gratuita per ‘Grandi Interventi e gravi eventi morbosi’, indennità per inabilità temporanea assoluta, sussidi per figli con disabilità, indennità di paternità, prestiti d’onore per gli under 35 e per le madri, polizza responsabilità civile (a tariffa agevolata per i giovani), sono solo alcune delle iniziative permanenti poste in atto da Inarcassa come operatore di Welfare e non più come mero erogatore di pensioni.

Queste scelte sono sostenute da misure strutturali in favore della solidarietà e dell’equità fra generazioni nate dalla Riforma, che costituiscono gli elementi distintivi del nostro peculiare ‘sistema contributivo’. A differenza del sistema pubblico, infatti, Inarcassa ha mantenuto le pensioni minime a determinate condizioni; destinato parte del contributo integrativo ai montanti pensionistici; riconosciuto un accredito figurativo per agevolare i giovani professionisti; introdotto il contributo volontario, teso ad accrescere la prestazione previdenziale.

 

4) Pensione minima, vantaggi per i giovani e contribuzione volontaria. Quali sono le condizioni per poter usufruire di queste misure?

Andiamo con ordine. L’istituto della pensione minima continua ad essere garantito, seppure con alcune limitazioni. Per l’anno 2018 è pari a € 10.996 (come da tabella O del Regolamento Generale Previdenza 2012) e spetta se l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) del nucleo familiare del pensionando è inferiore, nel 2018, a € 30.800 annui con riferimento all’anno precedente la maturazione del diritto a pensione.

Per evitare poi che, nel metodo contributivo, i versamenti ridotti di cui godono i giovani associati possano avere effetti negativi sull’importo della pensione, Inarcassa riconosce l’accredito figurativo della contribuzione intera a coloro che, a fine carriera, avranno raggiunto un’anzianità minima di 25 anni anche non continuativa. La finalità è quella di garantire una pensione ‘piena’ a tutti gli effetti.

Sempre nella stessa logica, è prevista la possibilità per tutti gli iscritti di versare un contributo volontario, che va a sommarsi al ‘soggettivo obbligatorio’. La cifra versata facoltativamente va ad alimentare il “conto corrente virtuale” dell’associato, alimentando il montante individuale e quindi la pensione finale. L’aliquota del contributo volontario varia da un minimo dell’1% a un massimo dell’8,5% del reddito professionale e può essere versato nel corso di tutto l’anno, anche con integrazioni successive.

 

4) Reversibilità, percentuali e diritti…

Tutte le pensioni erogate dalla Cassa (vecchiaia, vecchiaia unificata, anzianità, inabilità, invalidità, pensione contributiva) sono reversibili. Ne hanno diritto il coniuge, i figli minori o maggiorenni, se studenti fino a 26 anni o inabili a proficuo lavoro. Le percentuali spettanti variano a seconda dei componenti il nucleo familiare: 60% per il coniuge, 20% per ogni ulteriore superstite fino ad un massimo complessivo pari al 100% della pensione stessa; 100% della pensione percepita dal deceduto se vi sono figli con grave disabilità. Per i dettagli e le ulteriori casistiche previste, invito tutti a visitare le pagine dedicate sul sito Inarcassa, che offre sempre un valido supporto informativo sulle nostre norme.

 

5) Spesso i colleghi chiedono informazioni su ricongiunzioni gratuite e facoltà di riscatto. Come funziona?

L’istituto della ricongiunzione consente di unificare - durante la propria carriera lavorativa - i periodi contributivi non coincidenti maturati presso più gestioni al fine di conseguire una unica pensione. Dal 2015, grazie al nuovo Regolamento, gli associati possono scegliere, per i periodi fino al 31.12.2012, la ricongiunzione gratuita, calcolata con metodo contributivo, anziché quella onerosa, calcolata con il retributivo. Per i periodi successivi al 31.12.2012, è in vigore il solo metodo contributivo.

A differenza della ricongiunzione, che deve comprendere tutti i periodi presenti in altri Enti, il riscatto non necessariamente deve riguardare l’intero periodo di laurea, o di servizio militare, ma può interessare soltanto quello necessario per raggiungere l’anzianità minima richiesta per percepire la pensione.

Anche per tale istituto è possibile scegliere, per i periodi fino al 31.12.2012, fra metodo retributivo (calcolo dell’onere secondo il criterio della Riserva Matematica) e contributivo (onere pari al 14,5% del reddito dell’anno precedente la domanda moltiplicato per il numero di anni da riscattare). Come per la ricongiunzione, per i periodi successivi al 31.12.2012, è in vigore il solo metodo contributivo.

 

6) Lascio in ultimo le domande più importanti per una serenità di prospettive e capire qualcosa sulla sostenibilità economica della Cassa, avanzi e/o perdite attuali.

Rassicuro subito chi legge: la sostenibilità della Cassa va ben oltre i 50 anni richiesti dalla legge Fornero. I numeri parlano chiaro e confermano, ancora una volta, la solidità dell’Ente. Nel Comitato Nazionale dei Delegati dello scorso aprile abbiamo approvato il Bilancio consuntivo per l'esercizio 2017. L'anno si è chiuso con un avanzo economico di 614,8 milioni di euro, superiore di 179,4 mln rispetto alle previsioni di budget. Un risultato che ha consentito una rilevante crescita del patrimonio netto dell’Associazione che, alla fine del 2017, ha superato i 10,1 miliardi di euro, contro i 9,5 dell'esercizio precedente. Il rendimento lordo del patrimonio a valori di mercato è stato pari al 4,90%. Gli impegni della Cassa sono stati perseguiti attraverso una strategia di management basata sulla programmazione, sulla consapevolezza, sulla condivisione e sull’utilizzo ottimale delle risorse. Per questo la collettività dovrebbe guardare non solo ai numeri, ma anche alle azioni che li sostengono: trasparenza, etica, pianificazione, strategia. In una parola ‘accountability’.

 

7) E per quanto riguarda i capitali in immobili o investimenti in possesso dell’ente, la gestione e produttività eventuale con programmi di consolidamenti e/o disinvestimenti?

Per rispondere ad una domanda così ponderosa dovrei riportare un intero bilancio e tutte le complesse attività finanziarie che Inarcassa svolge quotidianamente. Tuttavia desidero fornire ‘serenità di prospettive’, ricordando che per un ente di previdenza, ottenere un livello pensionistico adeguato è uno dei principali obiettivi. Per raggiungerlo, è necessario coniugare la minimizzazione del rischio ed una redditività adeguata. Modelli e scelte di investimento derivano dal processo di costruzione di un’Asset Allocation Strategica efficiente, frutto dell’ottimale diversificazione degli investimenti per classi di attività, tipologia di strumenti, localizzazione geografica, settore merceologico e controparti. Anche per quest’anno l’AAS approvata in CND è così composta: la classe obbligazionaria rappresenta il 36% dell'intero patrimonio, la classe azionaria il 23%, la classe del ritorno assoluto e investimenti reali il 19,5%, la classe immobiliare il 17% e quella monetaria il 4,5%.

 

8) Visto che siamo ingegneri parliamo di immobiliare…

Inarcassa in qualità di investitore istituzionale svolge attività di real estate non meno complesse. Nel settore immobiliare, l’Ente, com’è noto, ha da tempo affidato la gestione delegata al Fondo Inarcassa Re, interamente di proprietà di Inarcassa,  Comparto Uno e Due, gestito per legge da una Sgr aggiudicataria di una gara pubblica internazionale e la cui attività è ormai pienamente a regime. Alla fine del 2017 il Comparto Uno risulta prevalentemente locato (97%) con un monte canoni annuo complessivo di circa 23 milioni di euro e una redditività lorda da canoni di circa il 6,4%.

Il Comparto Due ha proseguito la sua attività di gestione del portafoglio e nel corso del 2017 sono stati stipulati oltre 20 contratti di locazione, per un monte canone annuo aggiuntivo di circa 350 mila euro. Ha inoltre proseguito l’attività di valorizzazione con la gestione di circa 10 appalti di lavori per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro.

Il piano strategico del Fondo prevede investimenti sino al 2020 con ulteriori acquisti per circa 400 milioni, sino a raggiungere una massa gestita di circa 800 milioni di euro. Il valore complessivo della quota del Fondo, dalla data di avvio (19 novembre 2010), è cresciuto di circa il 32,7%.

Alla Cassa resta la gestione dei beni strumentali, ovvero la Sede e le autorimesse localizzate nel centro di Roma, la cui conduzione è stata affidata a Parching Srl (100% detenuta da Inarcassa) per la massimizzazione della loro redditività.

 

Il punto da comprendere è che Inarcassa considera la finanza al servizio della previdenza e la interpreta con la lente di chi, nelle proprie strategie, deve bilanciare il rischio degli investimenti e il rischio del Paese con il perseguimento dei propri obiettivi di lungo periodo. Una mancanza di rigore nella sua gestione equivarrebbe a disconoscere il sacrificio che ogni libero professionista, architetto e ingegnere, fa accantonando i risparmi per la propria vecchiaia.

 

Per concludere, quale modello di sviluppo è stato ipotizzato, anche in prospettiva?

A partire dagli anni Duemila, Inarcassa ha lavorato per introdurre un sistema in grado di assicurare l’equilibrio permanente dei conti, garantendo la certezza del pagamento delle prestazioni future.

Sono state scelte innovative e complesse, che è stato possibile sostenere grazie ad una solida situazione economico-patrimoniale e ad una gestione oculata di prospettiva, nella convinzione che l’adeguatezza, debba sempre riferirsi al complesso delle prestazioni previdenziali e assistenziali e accompagnare gli Associati lungo tutto l’arco della vita.

Le grandi riforme sono state fatte.  I conti sono in sicurezza e la Cassa è solida. Una stabilità che Inarcassa, si è conquistata con rigore e determinazione.