spesso le pavimentazioni sono realizzate in clacestruzzo addizionato con fibre, l'articolo descrive come prescriverle e i ruoli delle figure coinvolte
Normalmente il calcestruzzo utilizzato nelle pavimentazioni viene addizionato con fibre che possono essere, a seconda dell’uso, o d’acciaio o polimeriche.
In questo caso la normativa di riferimento è costituita da :
- UNI EN 14889-1:2006 Fibre per calcestruzzo Parte 1 Fibre di acciaio
- UNI EN 14889-2:2006 Fibre per calcestruzzo Parte 2 Fibre polimeriche.
Nel caso le fibre possono abbiano un utilizzo strutturale, queste devono essere marcate CE col Sistema di valutazione e verifica della costanza di prestazione (AVCP ex Sistema di attestazione) 1 che prevede accurate prove iniziali e verifiche periodiche da parte di un Organismo Notificato. Nel caso invece abbiano un utilizzo non strutturale devono essere marcate CE col Sistema di valutazione e verifica della costanza di prestazione (AVCP ex Sistema di attestazione) 3 che affida quasi tutte le responsabilità al Produttore che deve far eseguire prove iniziali da un Laboratorio Notificato.
Le varie tipologie di fibre oltre ad essere realizzate con differenti materiali hanno forma e dimensioni diverse; ovviamente anche le prestazioni (e i costi) non sono uguali.
Tipologia, caratteristiche dimensionali, resistenza a trazione , effetto sulla resistenza del calcestruzzo ed effetto sulla consistenza del calcestruzzo (con prova Vebè) devono essere dichiarate dal produttore.
Al progettista della pavimentazione spetta la scelta della tipologia e dosaggio delle fibre.
Importanti sono anche le modalità di mescolazione : il Par.5.6 della UNI EN 14889-1:2006 ed il Par.5.9 della UNI EN 14889-2:2006 prescrivono che il produttore di fibre fornisca chiare istruzioni sulla sequenza d’introduzione sia in premescolatore sia in autobetoniera.
Il requisito relativo all’effetto sulla consistenza del calcestruzzo richiede un’attenzione particolare.
Tutte le fibre rendono il calcestruzzo meno lavorabile: un calcestruzzo con fibre per avere la stessa consistenza di uno senza fibre deve essere ulteriormente additivato.
Nella prassi delle forniture di calcestruzzo possono verificarsi diverse situazioni:
a) calcestruzzo e fibre forniti dal produttore del calcestruzzo che confeziona il calcestruzzo con fibre presso il proprio impianto
b) fibre fornite dal committente (impresa generale o pavimentista) ed introdotte nella miscela presso l’impianto sotto la responsabilità del produttore di calcestruzzo
c) fibre fornite dal committente (impresa generale o pavimentista) ed introdotte nella miscela presso l’impianto sotto la propria responsabilità
d) calcestruzzo e fibre forniti dal produttore del calcestruzzo che miscela il calcestruzzo con fibre presso il cantiere
e) fibre fornite dal committente (impresa generale o pavimentista) ed introdotte nella miscela sotto la responsabilità del produttore di calcestruzzo presso il cantiere
f) fibre fornite dal committente (impresa generale o pavimentista) ed introdotte nella miscela sotto la propria responsabilità in cantiere.
Analizziamo ora nel dettaglio ognuna di queste situazioni
Il caso a) richiede che il produttore di calcestruzzo disponga delle attrezzature/accorgimenti idonei per il corretto dosaggio/carico/miscelazione e che abbia la logistica adeguata per potersi approvvigionare delle fibre prescritte; non è infrequente il caso che il produttore di calcestruzzo operi normalmente con una definita tipologia di fibre (che tiene quindi a magazzino) nel qual caso il Direttore dei Lavori deve verificarne la conformità/equivalenza con quelle prescritte dal progettista.
Il produttore di calcestruzzo ovviamente ha esperienza e riscontri storici della produzione e comportamento della miscela che ha progettato utilizzando un determinato tipo di fibra, per cui vende un prodotto “validato“; se acquista fibre meno conosciute non può assumersi a priori la responsabilità della miscela nel suo insieme ma solo del rispetto delle specifiche di miscelazione.
Dovrebbe quindi validare la nuova miscela in particolare per quanto riguarda il requisito della consistenza: non può considerare le “nuove fibre” come identiche a quelle da lui normalmente impiegate.
La miscela potrebbe richiedere più o meno acqua/additivo per raggiungere la consistenza richiesta dal Cliente e potrebbe mantenerla per tempi differenti.
Il caso b) è analogo: cambiano logistica e condizioni contrattuali.
In entrambi i casi la disponibilità di adeguati impianti per la mescolazione e la vicinanza al cantiere costituiscono discriminanti importanti.
Il caso c) è assolutamente sconsigliato prima di tutto per problematiche di coordinamento della sicurezza e poi perché le responsabilità relative al processo ed al prodotto finale non risultano univocamente definite.
Il caso d) presuppone la disponibilità da parte del produttore di calcestruzzo di personale ed apparecchiature “mobili” adeguate e pur mantenendo chiare le responsabilità “tecnologiche” presenta non poche problematiche di coordinamento organizzativo e della sicurezza.
Il caso e) è raro e somma le controindicazioni dei casi precedenti.
Il caso f) presuppone la disponibilità di apparecchiature di dosaggio/carico adeguate da parte dell’impresa/pavimentista, delimita gran parte delle responsabilità ma non consente al produttore (se non espressamente richiesto) di validare il processo ed il prodotto finale (che, per esempio, potrebbe non avere la lavorabilità richiesta/attesa).
In ogni caso se si vuole avere un S4 dopo la miscelazione delle fibre in cantiere non si può ordinare un S4 al produttore di calcestruzzo a meno che non si corregga la miscela con additivo in cantiere; se invece si aggiunge acqua, come purtroppo spesso succede, si altera/declassa il calcestruzzo.
In conclusione il progettista oltre a formulare tutti i necessari requisiti della miscela con le fibre dovrebbe in ogni caso specificare che questa sia qualificata e validata dal produttore di calcestruzzo con la collaborazione dell’impresa cliente e poi approvata dal Direttore Lavori che dovrà accertarsi del rispetto dei parametri di qualifica nelle fasi operative ed in particolare dell’osservanza dei requisiti di mescolazione,
Se il calcestruzzo con fibre è miscelato in impianto, questo dovrebbe essere prossimo al cantiere e dotato di un adeguato processo di dosaggio/carico/mescolazione.
Ovviamente le attività di qualifica e validazione hanno dei costi che comunque per interventi importanti riducono significativamente il rischio di ben più onerose non conformità.