Può un Ordine professionale controllare i propri iscritti?
Il controllo per architetti e ingegneri derivante dalla legge istitutiva RD n°2537 del 23/10 /1925
La domanda posta potrebbe avere una risposta immediata e ovvia, cioè in tutti i casi leciti; in realtà ad un'analisi più puntuale ci si può accorgere che la questione è decisamente più ingarbugliata e delicata.
Il controllo per architetti e ingegneri deriva già dalla legge istitutiva (RD n°2537 del 23/10 /1925 “Il Consiglio dell'Ordine è chiamato a reprimere, d'ufficio o su ricorso delle parti, ovvero su richiesta del pubblico ministero, gli abusi e le mancanze che gli iscritti abbiano commesso nell'esercizio della loro professione) che oggettivamente è un provvedimento datato, ma tuttavia pienamente vigente. Siccome è di moda considerare i provvedimenti passati come superati, scomodiamo l'Europa (altra moda a cui si fa ricorso quando conviene).
Riporto un passo del parere, datato 2014, del Comitato Economico e Sociale Europeo sul tema «Ruolo e futuro delle libere professioni nella società civile europea del 2020»:... “Per questo, le libere professioni si basano sulla fiducia: nel quadro di questa asimmetria informativa, il destinatario del servizio deve fidarsi che il prestatore non sfrutti la situazione a proprio vantaggio, ma gli eroghi invece il miglior servizio possibile, commisurato alle sue necessità. In pratica, all’atto del conferimento dell’incarico, il destinatario del servizio opera una sorta di «apertura di credito». Standard professionali minimi e il rispetto di orientamenti deontologici sono gli strumenti adeguati per tutelare la fiducia del destinatario di un servizio".
Penso che sia chiaro per tutti che in un paese come l’Italia centrare questi obiettivi senza controlli sia praticamente impossibile.
D'altra parte il DPR 137/2014 di riforma degli ordinamenti professionali ha previsto che il controllore, potenzialmente possibile portatore di interessi, poi non possa giudicare, demandando tale incombenza ai Consigli di disciplina quali organismi indipendenti (nominati dal Presidente del Tribunale).
Sulla carta sembrerebbe tutto a posto, ma non è proprio così, perche i provvedimenti presi potrebbero falsare il mercato e pure i controlli, magari, sistematici potrebbero essere interpretati come intimidazioni. In sostanza come sappiamo tutti (anche i bambini) la qualità si paga. Ha un bel dire il Consiglio di Stato quando in una famosa sentenza dice che un prezzo basso non vuol dire che la prestazione sia/sarà di bassa qualità, ma aggiungiamo, e penso sia condivisibile, sarà con molta probabilità di bassa qualità.
Al lettore qui verrà da sorridere, ma mi dispiace interrompere la sua ilarità chiedendogli di consultare il bollettino 2/2017 dell'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato).
Su tale bollettino potrà trovare l'inizio di un'istruttoria nei confronti del Consiglio del Notariato Milanese reo di aver intrapreso iniziative, anche pesanti, di monitoraggio di tutti e in particolare di alcuni Notai, più prestanti degli altri.
Secondo l'AGCM “Tali iniziative si prefiggono l’obiettivo comune di indurre i notai del distretto a limitare, sotto il profilo quantitativo, la propria attività, così restringendo il confronto concorrenziale tra gli stessi e conducendo, in ultima analisi, ad una ripartizione del mercato e ad una limitazione della concorrenza di prezzo.”
Tale iniziativa ha preso origine da un esposto di un notaio e da due altri esposti anonimi. Per motivi analoghi il notaio denunciante era stato deferito alla Commissione Regionale di Disciplina (si rimarca organo indipendente) e la vicenda era stata resa nota agli iscritti, secondo l’AGCM, come ammonimento. Si può notare come all'AGCM interessi praticamente nulla di “Standard professionali minimi e rispetto di orientamenti deontologici”.
Si noti ancora per inciso che l'AGCM ha agito di iniziativa direttamente, “fregandosene” altamente dell'esistenza di un Ministero Vigilante al quale più correttamente avrebbe dovuto segnalare, per competenza, il problema.
Qual è l'interesse delle professioni tecniche su questa vicenda? In fin dei conti che i notai si arrangino!
Ma ....Non si sta forse creando un precedente per togliere agli Ordini anche quel poco che è rimasto in termini di controllo? Chi decide e controlla la qualità di una prestazione...l’Ordine, la Regione o ...l’AGCM?
Ebbene all'AGCM interessa nulla che gli APE vengano venduti su Groupon a 39 € anche, magari, con pubblicità ingannevole (dicendo che il sopralluogo è a discrezione del professionista mentre il certificatore dovrebbe farne, per legge, almeno uno.
Giova ricordare che sempre il dpr 137/2012 dice “La pubblicità informativa di cui al comma 1 dev'essere funzionale all'oggetto, veritiera e corretta”; in un caso a me noto, forse anche con l’intervento dell’Ordine-Consiglio di disciplina, il professionista ha cessato l’iniziativa, mentre lo stesso caso senza possibile identificazione diretta, perché si trattasi di società, segnalato all’AGCM a novembre continua bellamente a persistere). Interesserebbe a tutti sapere come si fanno questi attestati a un prezzo così basso (anche se sappiamo bene come si fanno, ma non lo possiamo dire!), perchè o sono effettivamente meritevoli di lode o è frode; ma siccome l'importante è la concorrenza e il prezzo basso, “evviva” diciamolo anche agli altri paesi europei: da noi si lavora “meglio” e a prezzi più bassi. Solo questione, in definitiva, di un “pugno di dollari”.