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Sapere innovare rimanendo semplici: il segreto delle soluzioni Graphisoft

Strumenti di progettazione innovativa: GRAPHISOFT quando l’innovazione è nel DNA degli sviluppatori

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Strumenti di progettazione innovativa: GRAPHISOFT quando l’innovazione è nel DNA degli sviluppatori

Quando si parla di innovazione si abbracciano molti aspetti dell’utilizzo di un software, non ultimo quello direttamente collegato all’usabilità della soluzione da parte dell’utente che, ad ogni nuova implementazione si sente, spesso, trascinato al di fuori della propria “comfort zone” non avendo spesso tempo di rincorrere le novità introdotte.

Per questo motivo, innovare non è semplice poiché l’innovazione di per sé deve tenere conto di varie esigenze:
- Innovare, introducendo e continuando la crescita degli strumenti intesa come miglioramento o adattamento di una tecnologia già esistente
- Innovare in modo radicale introducendo nuove tecnologie, soluzioni che approccino a nuovi modi di gestire le procedure esistenti o che introducano nuove soluzioni distintive prima non disponibili sul mercato
- Qualsiasi innovazione deve comunque tener conto dell’utente, ossia dell’utilizzatore finale, che usa il software come strumento di lavoro e che quindi non deve percepire la novità come un peso ma come un valore aggiunto nella sua pratica di lavoro quotidiana

GRAPHISOFT, con una presenza ormai più che trentennale nel mercato del software per la progettazione architettonica, si è sempre distinta per le sue capacità di innovazione.

Se cerchiamo su Wikipedia la definizione di BIM (Building Information Modeling) troveremo che lo stesso Jerry Laiserin (uno dei primi divulgatori di questa terminologia) afferma che il termine è però divenuto di uso comune solo dopo la prima concreta implementazione di BIM con l'idea di edificio virtuale di ARCHICAD di GRAPHISOFT, e stiamo parlando dell’ormai lontanissimo 1987.

In questo caso, ovviamente, la stessa idea del BIM, a quei tempi, si può intendere come innovazione radicale: quando ancora pochi pensavano in questo termini, GRAPHISOFT già conformava la propria soluzione approcciandosi alle problematiche del mondo delle costruzioni in modo alquanto diverso rispetto a quello che altri competitors avrebbe fatto solo ai giorni nostri.

Sempre nell’ambito delle innovazioni radicali, una decina di anni dopo (1997), GRAPHISOFT comprende l’importanza della collaborazione ed introduce la funzionalità Teamwork ossia la capacità di rendere il progetto disponibile a più membri che possono lavorare in simultanea in un ambiente collaborativo, condividendo il modello in modo semplice ed affidabile.

Nel 2009, dopo una decina di anni di esperienza in questo campo, decide di rinnovare l’intero sistema di condivisione con il suo Teamwork 2.0 introducendo la sua innovativa tecnologia Delta-Server™ con la quale il progetto può assumere qualsiasi dimensione senza inficiare le prestazioni del programma. Solo le modifiche al modello BIM sono inviate/ricevute al/dal Server e i diversi membri del gruppo di lavoro non subiscono rallentamenti o interruzioni del proprio lavoro. Il tutto basato su un server “intelligente” che previene possibili problematiche di danneggiamento del progetto ed introduce dei sistemi di backup personalizzabili ed automatici.

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Di nuovo, in tempi più recenti, vista l’ormai capillare diffusione di smartphone e tablet e delle esigenze di mobilità degli operatori del settore, GRAPHISOFT introduce il BIMcloud e BIMx.

Con il BIMcloud (che si basa sia su server privati che pubblici, tipo il servizio di hosting di Amazon) il progetto si apre completamente a qualsiasi partecipante al progetto e si integra, grazie a BIMx, alle soluzioni mobile (sia iOS che Android) permettendo a chiunque di accedere al progetto, anche in mobilità, sia per fini di presentazione del progetto, che di esplorazione del modello (interrogandone i componenti per leggere i dati in essi contenuti) che di verifica dello stesso in cantiere con la possibilità di controllare/aggiornare la corrispondenza tra il modello ed il costruito.

Tutto ciò, sempre nella logica del non appesantire il ruolo dell’utilizzatore, con un’interfaccia comunemente riconosciuta come estremamente semplice: chi usa questi strumenti di progettazione non è sicuramente un ingegnere informatico (e non vuole esserlo) e deve quindi essere in grado di usare le varie funzionalità di cui necessita senza doversi preoccupare di come esse funzionino.

Innovare, dicevamo, significa anche miglioramento o adattamento di soluzioni già esistenti magari non con l’introduzione di nuove funzionalità ma cercando invece di ampliare la “comfort zone” dell’operatore, fornendogli una migliore usabilità di quello che utilizza quotidianamente. La reattività di una soluzione software, la velocità con cui interagisce con noi nelle operazioni di tutti i giorni, è sicuramente uno degli aspetti più sensibili per l’utilizzatore. In questo campo, GRAPHISOFT si distingue per le sue soluzioni tecnologiche.

ARCHICAD

ARCHICAD è l’unica applicazione BIM che attualmente supporta il multiprocessing a 64-bit e l’elaborazione predittiva in background: il computer elabora le viste mentre voi state lavorando sul vostro progetto. E tutto ciò va nella direzione del BIM odierno dove ci troviamo a dover gestire modelli di sempre più grandi dimensioni, modelli sempre più dettagliati, modelli interdisciplinari (architettonico, strutturale, impiantistico, ecc.) e modelli con sempre più informazioni: non dimentichiamoci infatti che non stiamo parlando di semplici modelli tridimensionali ma di archivi di informazioni di qualsiasi tipo che andranno a gestire non solo la fase progettuale e di realizzazione dell’opera ma che affronteranno il suo intero ciclo di vita (Facility Management, esercizio / manutenzione del manufatto).

Se parliamo però dell’intero ciclo della progettazione, questo significa anche avere la capacità di gestire il modello BIM sin dalla fase ideativa del progetto. In questa direzione, vanno gli ultimi sviluppi (recenti ma già maturi) della connessione ARCHICAD-Rhino-Grasshopper. Le tre soluzioni si integrano in quello che può essere considerato come un unico ambiente di progettazione costruendo un ponte tra la progettazione algoritmica ed il mondo del BIM. La libertà della progettazione, anche quella più ardita, si sposa finalmente con la documentazione puntuale delle soluzioni adottate. Il tutto, come sempre, con il presupposto di fornire una soluzione OPEN BIM (BIM aperto) che permetta di condividere progetto ed informazioni con qualsiasi altra soluzione software (come tra l’altro da indicazioni delle ultime normative italiane in fatto di BIM) procedendo a quella che viene definita “democratizzazione” del software e spostando l’accento dal software utilizzato alle capacità del progettista che lo utilizza. Nessun di noi vorrebbe essere scelto per un progetto o scegliere i propri collaboratori in base al programma che si utilizza ma proprio per le proprie capacità tecniche, il software è solo uno strumento non il fine del progetto.

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Gli esempi di innovazioni in questo campo sono moltissimi ma vediamone un ultimo in particolare relativo proprio all’ultima versione del prodotto ARCHICAD 21: In questo caso, emblematico, vediamo come l’innovazione può essere indirizzata ad una problematica comune, non “nuova”, ma come si possa, comunque, innovare in modo sostanziale prestando attenzione, ancora una volta, anche alle esigenze dell’utente che dovendo usare nuove soluzioni per problemi “conosciuti e quotidiani” non deve sentire il peso del cambiamento ma tutti i vantaggi dello stesso.

ARCHICAD 21 introduce il nuovo strumento Scala.
La scala di per sé è uno dei componenti più presenti nei nostri progetti. Essa può essere un semplice collegamento verticale o un tratto distintivo del nostro progetto.
In qualche modo, proprio per questo, raccoglie in sé i due aspetti del progettista: quello legato a normative, regole, ergonomie e quello più “artistico” che si libera nella progettazione di un componente che spesso distingue il proprio progetti dagli altri.
Proprio per questo, la progettazione di una scala risulta spesso un’operazione alquanto complessa visto che deve coniugare la libertà della progettazione di forme anche complesse con il rispetto di regole e standard.
GRAPHISOFT, con la sua soluzione, affronta il problema da entrambe i punti di vista.
Potremo, con estrema libertà, definire una serie di regole e standard a cui deve conformarsi la nostra scala (l’aderenza ai contenuti locali è sempre stata una peculiarità di ARCHICAD) per poi passare, con estrema libertà alla definizione della sua forma.
Mentre disegniamo/progettiamo la scala, ARCHICAD verificherà la sua conformità agli standard imposti e ci “correggerà” o meglio “suggerirà” la soluzione più adatta alle nostre esigenze.

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Fondamentalmente mentre definiamo la nostra scala, il software verifica centinaia di soluzioni alternative offrendoci la scelta tra quelle più opportune.
Il tutto, ovviamente, con una estrema libertà progettuale nei minimi dettagli.
Il “sistema” scala si basa su una serie di componenti gerarchici personalizzabili: Struttura, Alzata/Pedata, simbologia 2D (pensate a quanto può essere complessa, personalizzabile, la rappresentazione bidimensionale della scala).
Ogni componente, come da logica BIM, può contenere tutte le informazioni necessarie che poi saranno disponibili sempre nella logica dell’OPEN BIM.

Le innovazioni di GRAPHISOFT

Concludiamo questo breve excursus sulle innovazioni di GRAPHISOFT, notando come “innovazione” significhi anche e soprattutto attenzione al quotidiano, alle trasformazioni e alle modifiche che ci arrivano (spesso imposte) nel nostro ambito lavorativo.

L’introduzione di un sistema di Classificazione multipla, completamente personalizzabile dall’utente, va proprio nella direzione di ciò che si sta facendo in ambito UNI in relazione al BIM (Norma UNI 11337). Come ha chiarito il presidente Piero Torretta, le norme tecniche per la digitalizzazione del settore delle costruzioni e in particolare per il BIM, è fortemente dipendente dalla possibilità di istituire degli standard. Le norme UNI possono dare stabilità, certezza, univocità allo strumento BIM nel processo di digitalizzazione delle costruzioni, per garantire la sua natura open source sottraendolo alle logiche degli schemi proprietari di chi non fa altro che impossessarsi della sapienza comune e trasformarla in interesse soggettivo.

GRAPHISOFT accoglie pienamente queste indicazioni e rende disponibile un sistema di Classificazione congruente con la norma rendendo disponibile la condivisione delle informazioni contenute nel modello BIM tramite il formato non proprietario IFC. La specifica del modello dati IFC è aperta e disponibile, ed è stata riconosciuta e registrata dalla ISO come norma internazionale ISO 16739:2013.

Concludiamo ricordando che se l’innovazione è fondamentale per ogni strumento di lavoro lo è ancor di più per gli strumenti informatici. Ma l’innovazione deve sempre avere come obiettivo principale l’utente, il suo fine deve essere aiutarlo, migliorare la sua operatività senza stravolgerne il lavoro.

per approfondire vai al sito di graphisoft

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