Sismabonus | Sismica
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Sismabonus: va migliorato, non abolito. Suggerimenti per il prossimo futuro

Non vi è dubbio che il Supersismabonus abbia portato con se numerosi vantaggi, ma mostrato anche molti aspetti critici. Per non annullare la spinta verso un vero piano di prevenzione sismica del nostro Paese, quali provvedimenti andrebbero adottati per garantirne una corretta applicazione? Nel seguito si richiamano alcuni aspetti essenziali del decreto e del PNRR e si forniscono alcuni spunti di riflessione per le future decisioni.

Con il Decreto Rilancio del 19 maggio 2020, convertito in Legge n. 77 il 17 luglio 2020, è stata elevata al 110% la detrazione, già prevista da leggi precedenti (art. 14 del Dl 63/2013, convertito, con modificazioni, dalla legge 90/2013), per le spese documentate per lavori di efficientamento energetico e di miglioramento strutturale e sismico specificati all’art. 119 del decreto stesso. La detrazione va ripartita in cinque quote annuali di pari importo; in alternativa si può optare per lo sconto totale in fattura cedendo il credito di imposta all'impresa che ha effettuato i lavori; quest’ultima, a sua volta, potrà cedere il credito a altri istituti. Alla conversione in legge hanno fatto seguito i decreti attuativi (di MISE, MIT e Agenzia delle Entrate) e numerosi chiarimenti e pareri su casi specifici, forniti dall’Agenzia delle Entrate e, per gli aspetti energetici, dall’ENEA.

L’idea, senz’altro valida, è stata inizialmente incoraggiata da molti, tra cui chi scrive, e sono stati suggeriti anche dei miglioramenti, non tutti accolti, come l’eliminazione del limite temporale. Successivamente, si è avuta la netta sensazione che si volessero porre dei freni alla misura o ostacolarla se non addirittura eliminarla, con la giustificazione dei numerosi abusi riscontrati e dell’esorbitante aumento dei prezzi di materiali e sistemi, che certamente non ha giovato alla ripresa economica e allo stesso superbonus, come è stato sin dall’inizio battezzato.
Non c’è dubbio che il sismabonus, abbinato all’ecobonus, possa finalmente favorire l’avvio di un serio piano di prevenzione sismica nel nostro paese, e che possa favorire la ripresa economica attraverso il rilancio dell’edilizia, da sempre settore trainante in tal senso. Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una simile operazione e quali provvedimenti andrebbero adottati per garantirne una corretta applicazione? Nel seguito si richiamano alcuni aspetti essenziali del decreto e del PNRR e si forniscono alcuni spunti di riflessione per le future decisioni.

Il decreto in sintesi e il PNRR

Come ben noto, il Decreto Rilancio prevede sia lavori di efficientamento energetico sia di miglioramento strutturale. I lavori di efficientamento energetico ammessi sono l’isolamento termico delle superfici e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati di nuova generazione. Ai suddetti interventi, definiti trainanti, possono essere associati anche altri, definiti trainati, come l'installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica e di sistemi di accumulo integrati negli stessi nonché di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. Ai fini dell'accesso alla detrazione, però, si richiede che gli interventi di efficientamento, nel loro complesso, assicurino il miglioramento di almeno due classi energetiche ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante gli attestati di prestazione energetica ante e post intervento.

Per quanto riguarda gli aspetti strutturali, invece, la situazione è più vaga. Si fa riferimento, come interventi trainanti, a quelli di cui ai commi da 1-bis a 1-septies dell'articolo 16 del già citato Dl 63/2013 (convertito, con modificazioni, dalla legge 90/2013), che includono:

  • interventi con adozione di misure antisismiche con particolare riguardo a messa in sicurezza statica, in particolare sulle parti strutturali;
  • interventi di riduzione del rischio sismico con passaggio a una classe di rischio inferiore o a due classi di rischio inferiori su edifici unifamiliari o sulle parti comuni di edifici condominiali.

Quindi, è ammesso qualsiasi tipo di intervento che migliori la sicurezza, anche senza ottenere un cambio della classe di rischio. Le detrazioni non si applicano agli edifici in zona sismica 4, ossia nelle zone a bassissima sismicità, secondo la definizione dell’OPCM 3274/2003.
È interessante notare che, per il sismabonus, la detrazione può essere ceduta anche ad una società assicurativa, con la quale va stipulata una polizza a copertura di eventi calamitosi; in tal caso, spetta anche una detrazione del 90% del premio di assicurazione.

Le problematiche di efficienza energetica e riqualificazione sono contemplate anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), ossia il pacchetto concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. La componente 3 della missione 2, M2C3 “Efficienza Energetica e Riqualificazione degli Edifici” (il Recovery Plan italiano si sviluppa in sei missioni, ciascuna strutturata in più componenti), è dedicata al miglioramento dell’efficienza energetica dei nostri edifici, pubblici e privati, necessario sia per riduzione dei costi di gestione degli stessi sia per la riduzione delle emissioni. La M2C3 comprende il miglioramento dell'efficienza e della sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento agli edifici scolastici e degli edifici giudiziari e la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l’edilizia sociale, attraverso detrazioni fiscali per i costi degli interventi.

Sicurezza strutturale e efficienza energetica

Il 24 agosto 2016, alle ore 3:36, una scossa di terremoto con epicentro vicino ad Accumoli distrugge o danneggia pesantemente diversi comuni del centro Italia, tra le regioni Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. Tra gli edifici fortemente danneggiati c’è un’ala della scuola Romolo Capranica di Amatrice, sulla quale erano stati recentemente eseguiti interventi di efficientamento energetico, evidentemente senza accertarsi delle condizioni strutturali.

Chi scrive ha più volte evidenziato l’importanza di intervenire sempre contemporaneamente e sinergicamente sull’efficientamento energetico e sulla sicurezza strutturale. Non ha senso investire sull’efficientamento energetico di edifici che non possono garantire un certo grado di sicurezza strutturale, specie a fronte di eventi sismici: si rischierebbe di sprecare risorse che, invece, dovrebbero essere utilizzate con oculatezza. Inoltre, per gli interventi strutturali andrebbe imposto un miglioramento significativo: non è accettabile investire denaro pubblico se non si migliora significativamente la sicurezza (le NTC-2018 impongono, oltre al pieno soddisfacimento delle verifiche statiche secondo le norme vigenti, un miglioramento dell’indice di sicurezza sismico di almeno 0.1 in caso di intervento, ma nemmeno questo è richiesto per poter fruire del sismabonus).

Per quanto riguarda il PNRR, dalla sintesi su riportata in relazione alla riqualificazione degli edifici, si comprende come i temi di miglioramento energetico e strutturale non siano stati ignorati, ma non si può non evidenziare che ancora una volta non viene dato il giusto peso alla sicurezza, mentre è sempre rivolta una maggior attenzione al risparmio energetico.

Alcune proposte

Gli incentivi fiscali rappresentano un investimento del nostro paese che dovrebbe consentire un risparmio in termini di consumi energetici ma anche in termini di vite umane nonché sui tempi e sui costi di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi. Pertanto, devono essere utilizzati correttamente dai cittadini e, a tal fine, regolamentati da leggi opportune. L’obiettivo deve essere quello di ridurre i costi energetici ma anche di evitare disastri come quelli dovuti agli eventi sismici.
Mentre gli aspetti energetici sembrano essere già regolamentati adeguatamente, per quelli strutturali c’è ancora molto da lavorare. Innanzitutto gli interventi di efficientamento energetico andrebbero consentiti esclusivamente in edifici che offrono un minimo grado di sicurezza sismico (per esempio, un coefficiente di sicurezza sismico minimo Emin o l’appartenenza ad una classe di rischio sismico minima). Altrimenti, per poter fruire degli incentivi energetici, andrebbe imposto l’obbligo di prevedere anche un miglioramento strutturale che comporti il raggiungimento di tale valore Emin (o il raggiungimento di una classe di rischio sismico minima accettabile).
Inoltre, l’investimento dovrebbe garantire allo Stato di non dover intervenire in futuro a seguito di eventi sismici. Pertanto, sarebbe opportuno associare agli incentivi fiscali, l’obbligo di un’assicurazione a fronte di eventi naturali, il cui premio potrebbe essere oggetto di detrazioni fiscali. In tal modo, un efficace controllo sui lavori sarebbe garantito dalle assicurazioni.

Il valore degli immobili e il relativo premio assicurativo dovrebbero dipendere dal grado di sicurezza degli immobili stessi: all’Attestato di Prestazione Energetica (APE), andrebbe associato l’Attestato di Prestazione Strutturale (APS), che certifichi il grado di sicurezza statico e sismico di un edificio. Soltanto così cittadini e compagnie assicurative avrebbero interesse a verificare la sicurezza strutturale degli immobili.

Potrebbe essere questa la strada giusta verso una “assicurazione di gregge”, che altrimenti andrebbe imposta con una legge ad hoc. Al riguardo, va ricordata la proposta di legge avanzata da Federproprietà, ENEA e altri partner, che prevedeva l'istituzione di un'assicurazione obbligatoria che potesse sollevare lo Stato dalle spese di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi ma, soprattutto, stimolare proprietari e assicurazioni a verificare l'affidabilità delle costruzioni.

L’attuazione di tali proposte:

  • favorirebbe la realizzazione di interventi di efficientamento energetico soltanto in edifici che offrono un accettabile grado di sicurezza,
  • favorirebbe la realizzazione di interventi di miglioramento strutturale ove necessario e, quindi, un generale miglioramento della sicurezza e riduzione dei danni in occasione di eventi sismici,
  • solleverebbe lo stato da ulteriori spese per danni causati da interventi impropri o non sufficienti.

Infine, sarebbe opportuno che la classe di rischio sismico fosse chiaramente indicata all’ingresso di ciascun edificio, soprattutto quelli pubblici, con una ben visibile tabella. Indicazioni di questo tipo sono molto diffuse in California, al fine di mettere in guardia gli ospiti.
Conclusioni
Il superbonus rappresenta senz’altro una grande opportunità per avviare finalmente un efficace processo di prevenzione sismica, mediante il miglioramento della sicurezza strutturale dei nostri edifici senza trascurare l’efficienza energetica e, pertanto, ne andrebbe incoraggiato l’uso. Le problematiche emerse vanno affrontate con opportune modifiche alle norme attuali, che possano garantire il corretto utilizzo degli incentivi e il raggiungimento degli obiettivi energetici e strutturali, e con controlli severi e pene certe per chi fa il furbo.

Articolo integrale in PDF

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