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Superbonus, gli ingegneri incontrano il ministro Patuanelli: «Prorogarlo al 2023»

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli: al centro del confronto alcuni temi rilevanti per la categoria, con un focus sulle criticità rilevate in merito al Superbonus 110%.

 

Rendere gli interventi previsti dal Sismabonus trainanti per tutti gli interventi assicurati dagli altri incentivi e avviare così un vero Piano nazionale di prevenzione sismica.

È una delle proposte avanzate dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli durante un confronto online.

Il presidente del CNI, Armando Zambrano, ha portato all’attenzione del Ministro alcuni temi particolarmente rilevanti per la categoria, con un focus sulle criticità rilevate in merito al Superbonus 110%.

E proprio riguardo al Superbonus, sembrerebbe sempre più vicina la possibilità di una proroga.

«È evidente che lo spettro temporale che abbiamo davanti a questa misura è troppo stringente - ha detto il ministro Patuanelli i giorni scorsi, rispondendo a un'interrogazione nel corso del Question time - stiamo lavorando proprio per ampliarlo».

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Superbonus, Patuanelli: il Governo lavora ad ampliamento

Durante l'incontro tra il Presidente Armando Zambrano e il Ministro dello sviluppo economico, senatore e ingegnere Stefano Patuanelli, è stata condivisa l’urgenza di prorogare gli incentivi almeno fino al 2023, allo scopo di concedere il tempo minimo necessario per progettare ed eseguire le opere ed avvalersi, quindi, dei benefici fiscali. 

Un tema affrontato anche in occasione del Question time del 12 novembre scorso in Senato, quando rispondendo a un'interrogazione sul tema, il ministro ha detto che è intenzione del Governo sostenere la necessità di un prolungamento della misura, aggiungendo che il dibattito parlamentare sulla Legge di Bilancio potrebbe portare a elementi innovativi e che occorre ragionare su una razionalizzazione del sistema dei Bonus.

Secondo quanto riportato dall'interrogazione esposta dal senatore Gabriele Lanzi (M5S), da un'analisi compiuta da Unioncamere-Infocamere a livello nazionale, è emerso che tra luglio e settembre scorsi, grazie a questa misura, sono nate 4.971 nuove imprese edili, per tre quarti costituite da piccole realtà individuali, specialisti nelle attività di impiantistica, finitura degli edifici, posatori di infissi, espressione di una piccola e media impresa che è la spina dorsale del sistema produttivo italiano.

Unioncamere ha ribadito che il "superbonus" al 110 per cento sta giocando un ruolo cruciale sulla vitalità del settore delle costruzioni che, sempre negli stessi mesi, ha avuto un incremento dello 0,6 per cento su base trimestrale, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2019.

Inoltre, la misura suscita enorme interesse anche in tutta Europa: i mercati finanziari europei si stanno organizzando per partecipare attivamente nella "compravendita" del credito fiscale che si sta generando dalla realizzazione di interventi grazie al "Superbonus".

C'è un però. 

Tutti gli attori del comparto imprenditoriale, la popolazione interessata e gli istituti finanziari e di credito, avvertono la necessità di avere garantito un arco temporale maggiore per il riconoscimento del credito fiscale e per la sua cessione, specie nel caso di interventi di miglioramento antisismico, le cui procedure autorizzative potrebbero fortemente inficiare la sua reale attuazione.

Una necessità condivisa anche dal ministro Patuanelli:

 

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Le dichiarazioni del ministro al Question time

«Il Superbonus consente di raggiungere tre obiettivi distinti e importanti per il Paese: dare fiato al comparto dell'edilizia che è in crisi dal 2008, portare a un forte efficientamento energetico e a una maggiore protezione sismica del nostro tessuto immobiliare ormai datato e far si che, grazie alla cedibilità del credito, anche le famiglie meno abbienti possano vivere in un edificio più confortevole e sicuro. Credo sia importante raggiungere questi tre obiettivi grazie allo strumento che il Movimento 5 Stelle ha voluto».

«È evidente che lo spettro temporale che abbiamo davanti rispetto a questa misura è troppo stretto e troppo stringente; stiamo lavorando proprio per ampliarlo. Non voglio dare dati o numeri, ma è certamente intenzione del Governo e immagino di tutto il Parlamento e di tutte le forze politiche sostenere la necessità di un prolungamento della misura. Rispetto alle proposte di ampliamento della stessa che gli interroganti hanno avanzato, ritengo che certamente possano essere introdotti nuovi interventi che siano anche trainanti».

«È chiaro che aprire ad altre categorie è un ragionamento che dobbiamo fare, nella consapevolezza però che si tratta di uno strumento che produce poi ricchezza, ma che inizialmente drena risorse; quindi bisognerà mirarlo rispetto ad altre forme incentivanti nei confronti di settori come il turismo, perché vi sono già strumenti sul campo che possono essere utilizzati dalle aziende del settore. Il dibattito parlamentare sulla Legge di Bilancio porterà magari a introdurre elementi innovativi rispetto al testo originale. Credo si debba ragionare anche su una razionalizzazione di tutto il sistema dei bonus, che si sono stratificati dal 1987 in poi. Il Governo su questo sta lavorando in modo serio e con efficacia».

Sismabonus, interventi trainanti e un Testo Unico degli incentivi

Durante l'incontro con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Ministro ha ascoltato con interesse la proposta di rendere trainanti gli interventi previsti dal Sismabonus, per tutti gli interventi assicurati dagli altri incentivi (ecobonus, ecc.).

Questo consentirebbe di avviare quel Piano nazionale di prevenzione sismica che garantisca soprattutto la sicurezza dei cittadini e degli edifici e che consentirà, nel medio periodo, grandi risparmi per il Paese, che in media spende oltre 4 miliardi di euro l’anno per riparare i danni da terremoti.

Per questo occorre incentivare gli interventi di monitoraggio delle costruzioni, ma anche la diagnostica sismica finalizzata a verificare la sicurezza di ogni edificio, sulla base di una certificazione basata sui criteri di classificazione sismica.

È stata evidenziata, inoltre, la necessità di una forma di “testo unico” degli incentivi nel campo dell’edilizia, fondamentali per la ripresa dell’economia del Paese, onde raccogliere e rendere organiche tutte le norme e consentirne una più semplice e rapida applicazione.

Altro aspetto fondamentale, tra quelli inseriti in un documento che raccoglie le varie proposte di modifica normativa, è di affidare ad un unico soggetto – che potrebbe essere la Commissione di recente istituita presso il Mit con la presenza anche degli operatori del settore – per centralizzare le risposte ai tanti dubbi interpretativi, sottoposti dalle istituzioni.

Il potenziamento dell'UNI e i compiti degli ingegneri biomedici

Il Presidente Zambrano ha inoltre esposto al Ministro le proposte per il potenziamento delle attività dell’UNI, Ente italiano di normazione, auspicando un rinnovato impegno del Mise finalizzato a ritrovare nella “normazione tecnica” quello strumento determinante per accompagnare il rilancio del sistema Paese. A questo proposito, è stato chiesto di assicurare il contributo annuale previsto dalle norme vigenti a tale organo.

Ulteriori approfondimenti, infine, sono stati svolti circa il ruolo degli ingegneri nelle imprese private e nel Sistema Sanitario Nazionale, con particolare attenzione ai nuovi compiti affidati agli ingegneri biomedici. 

Il colloquio si è concluso con l’apprezzamento del Ministro alla disponibilità dichiarata da parte del Consiglio Nazionale Ingegneri a collaborare attivamente, con proposte ed attività, a tavoli di lavoro presso il Mise e riguardanti gli argomenti di diretto interesse per la categoria ed in generale per il Paese.

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